Roma: al via l’accordo sull’applicazione e studio delle cellule staminali (27 dicembre 2013).
Solamente […]
Solamente un paio di settimane fa, nella splendida cornice mediterranea di Napoli, l’A.N.A.Di.M.I. Onlus e la Libera Facoltà delle Scienze Sociali e del Turismo raccoglievano i primi frutti della loro proficua collaborazione, inaugurando le attività Accademiche per l’anno 2013/2014 in presenza delle Autorità Regionali, con le quali veniva sancito il ruolo cardine del capoluogo partenopeo. Ed era sempre in quella sede che l’A.N.A.Di.M.I. gettava le basi di un’importante iniziativa scientifica assieme al Prof. Casciani dott. Carlo Umberto, Commissario Straordinario dell’ A.R.T. (Agenzia Regionale del Lazio per i Trapianti e le Patologie Connesse), relativamente allo studio e all’impiego delle cellule staminali nell’ambito della cura di patologie legate alla disabilità. L’incontro decisivo per la presentazione e la discussione di tale progetto, denominato “Restart”, è avvenuto ufficialmente il 26 settembre scorso nella sede romana dell’A.R.T.. Qui, alla presenza del Prof. Casciani e di alcuni soci volontari della A.N.A.Di.M.I., tra cui – ovviamente, il Presidente Nazionale, sono stati definiti gli accordi di collaborazione per la messa in opera dei lavori di ricerca e di sviluppo dell’iniziativa, sapientemente introdotti dalla dott.ssa Ilenia Baesso. Lo scopo di “Restart”, studiato minuziosamente dall’A.N.A.Di.M.I. in conformità ai canoni istituzionali I.N.A.I.L. (Istituto Nazionale Assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro), si presenta come un progetto ambizioso e pionieristico, basato sull’incredibile e concreto potenziale delle cellule staminali nel campo della pratica terapeutica, in particolar modo nella loro capacità di auto-rigenerazione, e dichiaratamente votato al miglioramento della qualità di vita delle persone affette da forme di disabilità, attraverso il loro reinserimento sociale e lavorativo. In attesa dei primi risultati tangibili di questo eccezionale progetto di ricerca, non possiamo che rimanere affascinati e oltremodo speranzosi di fronte alle innovative frontiere della medicina moderna.
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