Il Santo Vangelo del Giorno Sabato del Signore 29 giugno 2024 (2031).
Con […]
Con l’Amore e la Devozione Dovuti a Colui Ch’È Tornato tra noi nel Nome del Padre
Poiché “Il Potere di Cristo Espelle l’originaria causa di ogni male”, Dedichiamo il Santo Vangelo del Giorno all’Amore e alla Divina Misericordia di Gesù Salvatore – Tornato Nuovamente tra noi, affinché Conceda il Suo Perdono alle Anime Sante Abbandonate in Purgatorio e ai Defunti di Tutti i Tempi, Creature Tenere ma Private della Diffusa e Salvifica Preghiera di noi distratti Figli di quaggiù. Per Grazia Ricevuta.
Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo! Amen
Ascolta la versione in Aramaico 1 (mp3)
Rivelazione
(In Ginocchio)
“E voi Vedrete il Figlio dell’Uomo Venire sulle Nubi del Cielo e Sedere alla Destra della Potenza di Dio!”.
Confiteor
(da Recitarsi possibilmente in Ginocchio, Invocando la Divina Misericordia)
«Confesso a Dio Onnipotente e a voi, Fratelli, Che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E Supplico la Beata Sempre Vergine Maria, gli Angeli, i Santi e voi, Fratelli, di Pregare per me il Signore Dio nostro. Dio Onnipotente Abbia Misericordia di noi, Perdoni i nostri peccati e ci Conduca alla Vita Eterna. Amen».
Riflessioni dello Spirito
All’improvviso, Capirai la Vera Essenza del Cristo e Quel Che ci han di Lui celato! Avrai vergogna anche per Ciò, poiché non hai Abbandonato il tuo Cuore Mentre Egli Parlava della Verità – Che ci ostiniamo a non Vedere e a non voler ancora Udire.
Atto di Dolore
O Gesù, mi Pento e mi Dolgo con Tutto il Cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i Tuoi Castighi e, soprattutto, perché ho offeso Te, Infinitamente Buono e Degno d’Essere Amato Sopra Ogni Cosa! Propongo – col Tuo Santo Aiuto, di non offenderTi mai più e di Fuggire le occasioni prossime di peccato. Signore, Misericordia, Perdonami! Amen.
Preghiera dal Cuore
(Atto di Amorevole Umiliazione ai Piedi della Santa Croce – in Ginocchio – 27 luglio 2019)
“Per Te Io Sopporto l’Insulto e la vergogna Mi Copre la Faccia; Sono Diventato un Estraneo ai Miei Fratelli, Uno Straniero per i Figli di Mia Madre. Perché Mi Divora lo Zelo per la Tua Casa, gli insulti di chi Ti insulta ricadono su di Me. Mi Sento Venir meno. Mi Aspettavo Compassione, ma invano, Consolatori, ma non ne Ho Trovati. Mi hanno messo veleno nel Cibo e Quando Avevo Sete Mi hanno dato aceto. Loderò il Nome di Dio con un Canto, Lo Magnificherò con un Ringraziamento, Vedano i Poveri e si Rallegrino; voi Che Cercate Dio, Fatevi Coraggio, perché il Signore Ascolta i Miseri e non Disprezza i Suoi Che Sono Prigionieri”. (Sal 69(68),5.8-10.14.).
Professione di Fede
(in Ginocchio)
“I Servi Fedeli alla Maestà del Figlio dell’Uomo Saranno Pastori Umili e Buoni per le genti del Mondo Nuovo, a Compimento della Gloria in Terra di Dio Padre Onnipotente! Amen”.
“Credo in un Solo Dio, Padre Onnipotente, Creatore del Cielo e della Terra, e di Tutte le Cose Visibili e Invisibili. Credo in un Solo Signore Gesù Cristo, Unigenito Figlio di Dio, Nato dal Padre Prima di Tutti i Secoli. Dio da Dio, Luce da Luce, Dio Vero da Dio Vero, Generato – e non Creato, della Stessa Sostanza del Padre. Per Mezzo di Lui Tutte le Cose Sono State Create. Per noi uomini e per la nostra Salvezza Discese dal Cielo, e per Opera dello Spirito Santo Si È Incarnato nel Seno della Vergine Maria e Si È Fatto Uomo. Fu Crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, Morì e Fu Sepolto e il Terzo Giorno È Risuscitato Secondo le Scritture; È Salito al Cielo, Siede alla Destra di Dio Padre Onnipotente e di Nuovo Verrà nella Gloria per Giudicare i Vivi e i morti e il Suo Regno non Avrà fine. Credo nello Spirito Santo, Che È Signore e Dà la Vita e Procede dal Padre e dal Figlio, e Con il Padre e il Figlio È Adorato e Glorificato e Ha Parlato per Mezzo dei Profeti. Credo nella Chiesa del Figlio dell’Uomo, una Santa Cattolica e Apostolica. Professo un Solo Battesimo per il Perdono dei peccati e Aspetto la Risurrezione dei Morti e la Vita del Mondo Che Verrà! Amen”.
Fratelli e Sorelle Carissimi, abbiamo modo di leggere i Contenuti del Santo Vangelo di Quest’Ultimo Sabato del Mese, Che in parte Focalizzano le Gesta di due Grandi Figure del Cristianesimo, i Santi Pietro e Paolo, Apostoli Cari al Signore e Martiri per la Causa di Gesù, il nostro Giusto Giudice! Ora, proprio in merito alle Vicende della Storia, notiamo Che la Stessa Si Va Ripetendo nei Percorsi Previsti dal Cielo, per il Compimento Esatto delle Sacre Scritture. Anche nella Chiesa, molti fanno finta di non sapere, alcuni sono distratti, mentre altri non Credono affatto, ma le Disposizioni di Dio Prescindono dalle posizioni dei Suoi ministri e degli uomini in generale, giacché il mondo – per Grazia Ricevuta e perché giunto al “capolinea”, si appresta a Subire la Santa Rivisitazione del Cristo, Tornato tra noi sulla Terra. Certo, non è facile Comprender Ciò, ma la Battaglia È in Corso e a noi compete – ora più che mai, di Pregare con il Cuore, senza falsità, con Vero Amore, Preparandoci! Pace e Bene a tutte le Creature di Buona Volontà.
Rivelazioni dello Spirito
(Riceviamo e pubblichiamo – 30 maggio 2024)
A prescindere dal Tempo Trascorso ad oggi, alcune Creature Defunte Verranno dallo Spirito Santo Consolatore Richiamate alla Vita conosciuta – Risorgendo Straordinariamente, onde Occuparsi – coi Contemporanei Vivi, di Alcuni Fatti del Nuovo Mondo! Il Cristo Ha Voluto Che Si Conoscessero Ora i Nomi di Coloro Che Prenderanno Parte alla Conduzione dell’Era Celeste sulla Terra, la Cui Durata Terminerà dopo Mille Anni Esatti dei nostri, una Volta Giunti al Giudizio Universale. Si Prenda Nota di Quanto qui Umilmente Trascritto per Nome di Battesimo e – poi, per cognome, poiché La Volontà Celeste Avrà Inesorabilmente a Concretarsi a Breve.
T. S. – A. M. – A. S. – S. M. – G. M. – G. P. – M. F. – A. V. – A. L. – M. I. – F. R. – F. B. – M. D. N. – G. N. – G. F. – M. C. – P. V. – W. F. – F. G. – E. T. – P. F. – C. d. D..
…. oltre a non pochi Altri, in parte menzionati anche nel sottostante Scritto, posto Che la Pur Prevista Dipartita terrena di alcuni – magari improvvisa e per sopraggiunte umane cause, impedì la Realizzazione del Disegno Previsto dal Magnifico Creatore per Ognuno di Loro.
Il Nuovo Mondo!
(Dalla cella del Buon Consiglio – 27 aprile 2024)
I Figli del Popolo di Dio, Continuando a Pregare e a Credere con la Fede Rocciosa nel Cuore, Fissino Bene anche i Nomi di Questi nostri Fratelli in Cristo, poiché tra poco quaggiù – allo Squarciarsi del Velo e Piacendo al Signore – Che Scelse i Suoi per il Compimento delle Opere dello Spirito Santo Consolatore, si Parlerà e si Vedrà di Loro tra noi con non poco Amore!
Giovanni Bosco – Francesco Forgione – George Harrison – Antonio De Curtis – Giuseppe Faiella – Antonio Ruffini -Luigina Sinapi – Vittorio De Scalzi – Chiara (Luce) Badano – Patrick Swayze.
…. oltre a non pochi Altri, in parte menzionati anche nel sottostante Scritto, posto Che la Pur Prevista Dipartita terrena di alcuni – magari improvvisa e per sopraggiunte umane cause, impedì la Realizzazione del Disegno Previsto dal Magnifico Creatore per Ognuno di Loro.
Messaggio di Gesù
(a Giovanni, Sabato 27 giugno 2020)
““Figlio a Me Caro, da’ notizia ai tuoi simili di Prepararsi all’Ultimo e Decisivo Scontro tra le Forze del Cielo e le malvagità che albergano dentro di voi, benché non molti abbiano Compreso l’Autentico Significato delle Mie Parole! Infatti, la confusione che impera ormai ovunque non vi ha permesso di focalizzare attentamente i risvolti salienti della Vita a tutti voi Concessa, impedendovi così di assumere comportamenti più consoni all’Evoluzione e Miranti, quindi, ad evitar di permanere nei luoghi a voi noti, che diverranno via via sempre più invivibili e non compatibili con il vostro attuale Stato Fisico. Guardate agli altri siti dell’Universo, mostrativi strumentalmente paradisiaci, pur erroneamente ritenuti dai governi disabitati, ma in realtà desolati ed occupati da quei superstiti che non Meritarono il “Premio”, poi rimasti nelle parti intestine ai rispettivi suoli, ormai permanentemente arsi dall’Inviato Fuoco Purificatore. Vi basterebbe osservar con Cura gli Accadimenti in corso, onde rendervi finalmente conto che il Destino Previsto per la Terra non sarà verosimilmente diverso, ferma la Barriera Dimensionale, Oltre la Quale Troveranno Pace e Serenità le Creature Meritevoli di Procedere al di Là del conosciuto, Sino a Raggiungere la Meravigliosa Luce dell’Eternità. Io Sono il Portavoce di un Messaggio Assai Più Ampio, ConsegnatoMi un Giorno non Prossimo dalla Superiore ed Energetica Sfera Celeste, perché Svolgessi le Funzioni dei dai voi conosciuti “notai”, Certificando il Merito Conseguito da ognuno sulla Terra, nel Percorso Esistenziale Assegnatovi. Non da lontano, Osservo la costante vostra inclinazione ad occuparvi di questioni inutili, quasi deste per scontato i risultati, mentre nulla effettivamente appartiene a voi o a ciò che ritenete aver creato. Gli improvvisi “Accadimenti” vi insegnano poco o nulla, impassibili come siete divenuti, giacché l’obiettivo primario impostovi ha come nucleo la materialità del terreno benessere, portandovi a trascurare gli Elementi Essenziali alla Prosecuzione. Sappiate che la superbia ha tra voi assunto un ruolo ormai insanabile al punto da meritare una “Radicale Svolta”, Che Colpirà pressoché tutti gli aspetti conseguenzialmente generati, ivi comprese le autorità civili e religiose, parimenti colpevoli agli Occhi della Divina Giustizia. Eppure, non abbiano a Bearsi quelli che dicono e scrivono di Pregare, poiché i vostri Cuori non Sono dei semplici e deputati Muscoli alla Circolazione, Rappresentando invece per Noi un’Infinita e Minuziosa Fonte di Informazioni, Atta a Rendicontare Ogni Pur Minimo Dettaglio. Con Sincera Umiltà, ponetevi in ginocchio e Meditate Profondamente sul vissuto e sugli intuibili scenari futuri, ricordando Che non potrete Assolutamente Bastare a voi stessi, trovandovi in una Condizione di oggettiva ed imbarazzante difficoltà con l’Intero Creato del Padre Onnipotente! Infine, Fedele Bimbo Mio, ti Benedico e ti Esorto ad Andare Avanti e a non curarti più delle banalità terrene, lasciando il mondo al suo Destino e ai suoi ormai cronici ed insignificanti giochi, perché Io Sono qua e Pronto a Mutar lo Spirito e l’Animo di chi a Me con Dedizione Servirà! (Gesù)””.
Testimonianza
(Riceviamo e pubblichiamo – 28 giugno 2017)
Il Cristo di Dio È Già sulla Terra e non pochi San di Lui. Grandi Meriti Riceveranno le Creature Che Avran Creduto, mentre in ginocchio Grideranno: “Nel Nome dell’Altissimo e Onnipotente Padre, Federico, SvegliaTi!”. Per Grazia Ricevuta.
Testimonianza
(Dalla cella del Buon Consiglio – 28 giugno 2019)
…. È Bene Che le genti si preparino anche ad assistere a dei Veri e Propri Miracoli di Guarigione in Terra, poiché non Solo il Cristo di Dio Promise Grazie, ma Delegò all’Uopo i Fedeli ed Umili Figli di quaggiù, Che Onorarono il Suo Sacratissimo Cuore, prima di Operar nel mondo il Puro e Salvifico Amore. Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo! Amen.
La lettera della dannata
“Sono dannata”
IMPRIMATUR
E Vicariatu Urbis, die 9 aprilis 1952 Aloysius Traglia Archiep. Caesarien. Vicesgerens
Clara e Annetta, giovanissime, lavoravano in una Ditta commerciale a *** (Germania).
Non erano legate da profonda amicizia, ma da semplice cortesia.
Lavoravano ogni giorno l’una accanto all’altra e non poteva mancare uno scambio di idee.
Clara si dichiarava apertamente religiosa e sentiva il dovere d’istruire e richiamare Annetta, quando questa si dimostrava leggera e superficiale in fatto di religione. Trascorsero qualche tempo assieme; poi Annetta contrasse matrimonio e si allontanò dalla Ditta.
Nell’autunno di quell’anno, Clara trascorreva le vacanze in riva al lago di Garda.
Verso la metà di settembre la mamma le mandò dal paese natìo una lettera: “È morta Annetta, è’ rimasta vittima di un incidente automobilistico.
L’ hanno sepolta ieri nel “Waldfriedhof’”. La notizia spaventò la buona signorina, sapendo che l’amica non era stata tanto religiosa.
Era preparata a presentarsi davanti a Dio? … Morendo all’improvviso, come si sarà trovata ?… L’indomani ascoltò la S. Messa e fece anche la Comunione in suo suffragio, pregando fervorosamente.
La notte, dieci minuti dopo la mezzanotte, ebbe luogo la visione… “Clara. non pregare per me! Sono dannata! Se te lo comunico e te ne riferisco piuttosto lungamente. non credere che ciò avvenga a titolo d’amicizia.
Noi qui non amiamo più nessuno.
Lo faccio come costretta.
Lo faccio come “parte di quella potenza che sempre vuole il male e opera il bene”. In verità vorrei vedere anche te approdare a questo stato, dove io ormai ho gettato l’ancora per sempre. Non stizzirti di questa intenzione.
Qui, noi pensiamo tutti cosi.
La nostra volontà è impietrita nel male in ciò che voi appunto chiamate “male”. Anche quando noi facciamo qualche cosa di “bene”, come io ora spalancandoti gli occhi sull’Inferno, questo non avviene con buona intenzione. Ti ricordi ancora che quattro anni fa ci siamo conosciute a **** ?
Contavi allora 23 anni e ti trovavi colà già da mezz’anno quando ci arrivai io. Tu mi hai levata da qualche impiccio; come a principiante, mi hai dato dei buoni indirizzi.
Ma che vuol dire “buono”? Io lodavo il tuo “amore del prossimo”.
Ridicolo! Il tuo soccorso derivava da pura civetteria, come, del resto, io sospettavo già fin d’allora.
Noi non conosciamo qui nulla di buono.
In nessuno. Il tempo della mia giovinezza lo conosci.
Certe lacune le riempio qui. Secondo il piano dei miei genitori, a dire il vero, non sarei neanche dovuta esistere.
“Capitò loro appunto una disgrazia”.
Le mie due sorelle contavano già 14 e 15 anni, quando io tendevo alla luce. Non fossi mai esistita! Potessi ora annientarmi, sfuggire a questi tormenti! Nessuna voluttà uguaglierebbe quella con cui lascerei la mia esistenza; come un vestito di cenere, che si perde nel nulla. Ma io devo esistere.
Devo esistere così, come mi sono fatta io: con una esistenza fallita. Quando papà e mamma, ancora giovani, si trasferirono dalla campagna in città, ambedue avevano perduto il contatto con la Chiesa.
E fu meglio così. Simpatizzarono con la gente non legata alla Chiesa.
Si erano conosciuti in un ritrovo danzante e mezz’anno dopo “dovettero” sposarsi. Nella cerimonia nuziale rimase attaccata a loro tant’acqua santa, che la mamma si recava in chiesa alla Messa domenicale un paio di volte l’anno.
Non mi ha mai insegnato a pregare davvero.
Si esauriva nella cura quotidiana della vita, benché la nostra situazione non fosse disagiata. Parole, come Messa, istruzione religiosa, Chiesa, le dico con una ripugnanza interna senza pari.
Aborrisco tutto questo, come odio chi frequenta la Chiesa e in genere tutti gli uomini e tutte le cose. Odio verso Dio.
Da tutto, infatti, ci deriva tormento.
Ogni cognizione ricevuta in punto di morte, ogni ricordo di cose vissute o sapute, è per noi una fiamma pungente. E tutti i ricordi ci mostrano quel lato che in essi era grazia e che noi sprezzammo.
Quale tormento è questo! Noi non mangiamo, non dormiamo, non camminiamo coi piedi.
Spiritualmente incatenati, guardiamo inebetiti “con urla e stridor di denti” la nostra vita andata in fumo: odiando e tormentati! Senti? Noi qui beviamo l’odio come acqua.
Anche l’uno verso l’altro. Soprattutto noi odiamo Dio.
Te lo voglio rendere comprensibile. I Beati in Cielo devono amarLo, perché essi Lo vedono senza velo, nella Sua bellezza abbagliante.
Ciò li beatifica talmente, da non poterLo descrivere. Noi lo sappiamo e questa cognizione ci rende furibondi. Gli uomini in terra, che conoscono Dio dalla creazione e dalla rivelazione, possono amarLo; ma non ne sono costretti. Il credente – lo dico digrignando i denti – il quale, meditabondo, contempla Cristo in Croce, con le braccia stese, finirà con l’amarLo. Ma colui, al quale Dio si avvicina solo nell’uragano, come punitore, come giusto vendicatore, perché un giorno fu da lui ripudiato, come avvenne di noi.
Costui non può che odiarLo, con tutto l’impeto della sua malvagia volontà, eternamente, in forza della libera accettazione con la quale, morendo, abbiamo esalato l’Anima nostra e che neppure ora ritiriamo e non avremo mai la volontà di ritirarLa. Comprendi ora perché l’Inferno dura eternamente? Perché la nostra ostinazione giammai si scioglierà da noi. Costretta, aggiungo che Dio è Misericordioso persino verso di noi.
Dico “costretta”, poiché anche se dico queste cose volutamente, pure non mi è permesso di mentire, come volentieri vorrei.
Molte cose le affermo contro la mia volontà.
Anche la foga d’improperi, che vorrei vomitare, la devo strozzare. Dio fu misericordioso verso di noi col non lasciare esaurire sulla terra la nostra malvagia volontà, come noi saremmo stati pronti a fare.
Ciò avrebbe aumentato le nostre colpe e le nostre pene.
Egli ci fece morire anzi tempo, come me, o fece intervenire altre circostanze mitiganti. Ora Egli si dimostra misericordioso verso di noi col non costringerci ad avvicinarci a Lui più di quanto lo siamo in questo remoto luogo infernale; ciò diminuisce il tormento. Ogni passo che mi portasse più vicino a Dio, mi cagionerebbe una pena maggiore di quella che a te recherebbe un passo più vicino ad un rogo ardente. Ti sei spaventata, quando io una volta, durante il passeggio, ti raccontai che mio padre, pochi giorni avanti la tua prima Comunione, mi aveva detto: “Annettina, cerca di meritarti un bel vestitino: il resto è una montatura”. Per il tuo spavento quasi mi sarei perfino vergognata.
Ora ci rido sopra. L’unica cosa ragionevole in quella montatura era che ci si ammetteva alla Comunione solo a dodici anni.
Io allora ero abbastanza presa dalla mania dei divertimenti mondani, così senza scrupoli mettevo in un canto le cose religiose e non diedi grande importanza alla prima Comunione. Che parecchi bambini vadano ora alla Comunione già a sette anni, ci mette in furore.
Noi facciamo di tutto per dare ad intendere alla gente che ai bambini manca una cognizione adeguata.
Essi devono prima commettere alcuni peccati mortali. Allora la bianca Particola non fa più in essi gran danno, come quando nei loro Cuori vivono ancora la Fede, la Speranza e la Carità – puh! Questa roba – ricevute nel Battesimo.
Ti ricordi come abbia già sostenuto sulla terra questa opinione? Ho accennato a mio padre.
Egli era sovente in lite con la mamma.
Te ne feci allusione solo raramente; me ne vergognavo.
Cosa ridicola la vergogna del male! Per noi qui tutto è lo stesso. I miei genitori neanche dormivano più nella medesima camera; ma io con la mamma e il papà nella camera attigua, dove poteva rincasare liberamente a qualsiasi ora.
Beveva molto; in tal modo scialacquava il nostro patrimonio. Le mie sorelle erano ambedue impiegate e abbisognavano esse stesse, dicevano, del denaro che guadagnavano.
La mamma cominciò a lavorare per guadagnare qualche cosa. Nell’ultimo anno di vita papà batteva spesso la mamma, quando lei non gli voleva dar nulla.
Verso di me, invece, fu sempre amorevole.
Un giorno – te l’ho raccontato e tu, allora, ti sei urtata del mio capriccio (di che cosa non ti sei urtata nei miei riguardi?) – un giorno dovette portare indietro, per ben due volte, le scarpe comprate, perché la forma e i tacchi non erano per me abbastanza moderni. La notte in cui mio padre fu colpito da apoplessia mortale, avvenne qualche cosa che io per timore di una interpretazione disgustosa non riuscii a confidarti.
Ma ora devi saperlo.
È importante per questo: allora per la prima volta fui assalita dal mio spirito tormentatore attuale. Dormivo in una camera con mia madre: i suoi respiri regolari dicevano il suo profondo sonno. Quand’ecco mi sento chiamare per nome. Una voce ignota mi dice:. “Che sarà se muore papà? L’amore nelle Anime in stato di Grazia.
Non amavo più mio padre, dacché trattava così villanamente la mamma; come del resto non amavo fin d’allora assolutamente nessuno, ma ero solamente, affezionata ad alcune persone che erano buone verso di me.
L’Amore senza speranza di contraccambio terreno vive solo nelle Anime in stato di Grazia.
E io non lo ero. Così risposi alla misteriosa domanda senza darmi conto donde venisse: “Ma non muore mica!”. Dopo una breve pausa, di nuovo la stessa domanda chiaramente percepita: “Ma non muore mica!” mi scappò ancora di bocca, bruscamente. Per la terza volta fui richiesta: “Che cosa sarà se muore tuo padre?”.
Mi si presentò alla mente come papà spesso veniva a casa piuttosto ubriaco, strepitava, maltrattava la mamma e come egli ci aveva messo in una condizione umiliante dinanzi alla gente.
Perciò gridai indispettita: “E gli sta bene!”.
Allora tutto tacque.
La mattina seguente, quando la mamma volle mettere in ordine la stanza del babbo, trovò la porta chiusa a chiave.
Verso mezzogiorno si forzò la porta.
Mio padre, mezzo vestito, giaceva cadavere sul letto.
Nell’andare a prendere la birra in cantina doveva essersi buscato qualche accidente.
Era già da lungo tempo malaticcio. Marta K… e tu mi avete indotta a entrare nell’ Associazione delle Giovani. Veramente non ho mai nascosto che trovavo abbastanza intonate con la moda parrocchiale le istruzioni delle due direttrici, le signore X… I giuochi erano divertenti.
Come sai, vi ebbi subito una parte direttiva. Ciò mi andava a genio. Anche le gite mi piacevano.
Mi lasciai perfino indurre alcune volte ad andare alla Confessione e alla Comunione. A dire il vero, non avevo nulla da confessare.
Pensieri e discorsi per me non avevano importanza.
Per azioni più grossolane, non ero abbastanza corrotta. Tu mi ammonisti una volta: “Anna, se non preghi, vai alla perdizione!”. Io pregavo davvero poco e anche questo, solo svogliatamente. Allora tu avevi purtroppo ragione. Tutti coloro che bruciano nell’Inferno non hanno pregato o non hanno pregato abbastanza.
Il primo passo verso Dio
La Preghiera è il primo passo verso Dio, e rimane il passo decisivo. Specialmente la Preghiera a Colei che fu Madre di Cristo, il Nome della Quale noi non nominiamo mai. La devozione a Lei strappa al demonio innumerevoli Anime, che il peccato gli consegnerebbe infallibilmente nelle mani. Proseguo il racconto consumandomi d’ira.
È solo perché devo.
Pregare è la cosa più facile che l’uomo possa fare sulla terra.
E proprio a questa cosa facilissima Dio ha legato la salvezza di ognuno. A chi prega con perseveranza Egli a poco a poco dà tanta luce, lo fortifica in maniera tale, che alla fine anche il peccatore più impantanato si può definitivamente rialzare.
Fosse pure ingolfato nella melma fino al collo. Negli ultimi tempi della mia vita non ho più pregato come di dovere e così mi sono privata delle Grazie, senza le Quali nessuno può salvarsi. Qui non riceviamo più nessuna Grazia.
Anzi, quand’anche Le ricevessimo, Le rifiuteremmo cinicamente.
Tutte le fluttuazioni dell’esistenza terrena sono cessate in quest’altra vita. Da voi sulla terra l’uomo può salire dallo stato di peccato allo stato di Grazia e dalla Grazia cadere nel peccato, spesso per debolezza, talvolta per malizia. Con la morte questo salire e scendere finisce, perché ha la sua radice nella imperfezione dell’uomo terreno.
Ormai abbiamo raggiunto lo stato finale. Già col crescere degli anni i cambiamenti divengono più rari.
È vero, fino alla morte si può sempre rivolgersi a Dio o rivolgerGli le spalle.
Eppure, quasi trascinato dalla corrente, l’uomo, prima del trapasso, con gli ultimi deboli resti della volontà, si comporta come era abituato in vita. La consuetudine, buona o cattiva, diviene una seconda natura.
Questa lo trascina con sé. Cosi avvenne anche a me.
Da anni vivevo lontana da Dio.
Per questo nell’ultima chiamata della Grazia mi risolvetti contro Dio. Non fu il fatto che peccassi spesso a esser fatale per me, ma che io non volli più risorgere. Tu mi hai più volte ammonita di ascoltare le prediche, di leggere libri di pietà. “Non ho tempo”, era la mia risposta ordinaria.
Non ci mancava altro per aumentare la mia incertezza interna! Del resto devo constatare questo: dal momento che la cosa era ormai cosi avanzata, poco prima della mia uscita dall’ Associazione delle Giovani, mi sarebbe riuscito enormemente gravoso mettermi su un’altra via.
Io mi sentivo malsicura ed infelice.
Ma davanti alla Conversione si ergeva una muraglia. Tu non lo devi aver sospettato.
Tu te l’eri rappresentata così semplice, quando un giorno mi dicesti: “Ma fa una buona confessione, Anna, e tutto è a posto”. Io sentivo che sarebbe stato così.
Ma il mondo, il demonio, la carne mi tenevano già troppo saldamente nei loro artigli.
Il demonio influisce sulle persone
All’influsso del demonio non credetti mai.
E ora attesto che egli influisce gagliardamente sulle persone che si trovano nella condizione in cui mi trovavo io allora. Soltanto molte Preghiere, di altri e di me stessa, congiunte con sacrifici e sofferenze, mi avrebbero potuta strappare da lui.
E anche ciò, a poco a poco.
Se ci sono pochi ossessi esternamente, di ossessi internamente ce n’è un formicaio.
Il demonio non può rapire la libera volontà a coloro che si danno al suo influsso.
Ma in pena della loro, per dir così, metodica apostasia da Dio, questi permette che il “maligno” si annidi in essi. lo odio anche il demonio.
Eppure egli mi piace, perché cerca di rovinare voialtri; odio lui e i suoi satelliti, gli spiriti caduti con lui al principio del tempo. Essi si contano a milioni.
Girovagano per la terra, densi come uno sciame di moscerini, e voi neanche ve ne accorgete. Non tocca a noi riprovati di tentarvi; questo è ufficio degli spiriti decaduti. Veramente ciò accresce ancor più il tormento ogni volta che essi trascinano quaggiù all’inferno un’Anima umana.
Ma che cosa non fa l’odio? Benché io camminassi per sentieri lontani da Dio, Dio mi seguiva. Preparavo la via alla Grazia con atti di carità naturale, che compivo non di rado per inclinazione del mio temperamento. Talvolta Dio mi attirava in una Chiesa.
Allora sentivo come una nostalgia. Quando curavo la mamma malaticcia, nonostante il lavoro d’ufficio durante il giorno, e in certo modo mi sacrificavo davvero, questi allettamenti di Dio agivano potentemente. Una volta, nella chiesa dell’ospedale, in cui tu mi avevi condotta durante la pausa del mezzogiorno, mi venne qualcosa addosso che sarebbe bastato un solo passo per la mia conversione: io piansi! Ma poi la gioia del mondo passava di nuovo come un torrente sopra la Grazia.
Il grano soffocava tra le spine.
L’ultimo rifiuto
Con la dichiarazione che la religione è affare di sentimento, come si diceva sempre in ufficio, cestinai anche questo invito della Grazia come tutti gli altri. Una volta tu mi rimproverasti perché invece di una genuflessione fino a terra, feci appena un informe inchino, piegando il ginocchio.
Tu Io ritenesti un atto di pigrizia.
Non sembrasti neppur sospettare che io fin d’allora non credevo più nella presenza di Cristo nel Sacramento. Ora ci credo, ma solo naturalmente, come si crede in un temporale di cui si scorgono gli effetti. Intanto mi ero accomodata io stessa una religione a mio modo. Sostenevo l’opinione, che da noi in ufficio era comune, che l’Anima dopo la morte risorga in un altro essere.
In tal modo continuerebbe a pellegrinare senza fine. Con ciò l’angosciosa questione dell’aldilà era insieme messa a posto e resa a me innocua. Perché tu non mi hai ricordato la parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro, in cui il narratore, Cristo, manda, immediatamente dopo la morte, l’uno all’Inferno e l’altro in Paradiso?… Del resto, che cosa avresti ottenuto? Nulla di più che con gli altri tuoi discorsi di bigottismo! A poco a poco mi creai io stessa un Dio; sufficientemente dotato da essere chiamato Dio; lontano abbastanza da me, da non dover mantenere nessuna relazione con lui; vago abbastanza da lasciarsi, secondo il bisogno, senza mutar la mia religione, paragonare a un dio panteistico del mondo, oppure da lasciarsi poetizzare come un dio solitario. Questo Dio non aveva nessun Inferno da infliggermi.
Lo lasciavo in pace.
In ciò consisteva la mia adorazione per Lui. Ciò che piace si crede volentieri. Nel corso degli anni mi tenni abbastanza convinta della mia religione.
In questo modo si poteva vivere. Una cosa soltanto mi avrebbe spezzato la cervice: un lungo, profondo dolore. E questo dolore non venne! Comprendi ora cosa vuol dire: “Dio castiga quelli che ama!” Era una domenica di luglio, quando l’Associazione delle Giovani organizzò una gita a * * *.
La gita mi sarebbe piaciuta.
Ma questi insulsi discorsi, quel fare da bigotti! Un altro simulacro ben diverso da quello della Madonna di * * * stava da poco tempo sull’altare del mio cuore.
L’aitante Max N… del negozio attiguo.
Poco tempo prima avevamo scherzato assieme più volte. Appunto per quella domenica egli mi aveva invitata ad una gita.
Quella con cui andava di solito, giaceva malata all’ospedale. Egli aveva ben capito che gli avevo messo gli occhi addosso.
Sposarlo non ci pensavo allora.
Era bensì agiato, ma si comportava troppo gentilmente con tutte le ragazze.
E io, fino a quel tempo, volevo un uomo che appartenesse unicamente a me.
Non solo essere moglie, ma moglie unica.
Un certo galateo naturale, infatti, l’ebbi sempre. Nella su accennata gita Max si profuse in gentilezze.
Eh già, non si tennero mica delle conversazioni pretesche come tra voialtre!
Dio “pesa” con precisione
Il giorno seguente, in ufficio, tu mi facesti dei rimproveri, perché non ero venuta con voi a ***.
lo ti descrissi il mio divertimento di quella domenica. La tua prima domanda fu: “Sei stata alla Messa?”.
Sciocchina! Come potevo, dato che la partenza era già fissata per le sei?! Sai ancora come io, eccitata, aggiunsi: “Il buon Dio non ha una mentalità così piccina come i vostri pretacci!”. Ora devo confessare: Dio, nonostante la Sua infinita bontà, pesa le cose con maggior precisione che tutti i preti. Dopo quella giornata con Max, venni ancora una volta nell’Associazione: a Natale, per la celebrazione della festa.
C’era qualche cosa che mi allettava a tornare.
Ma internamente mi ero già allontanata da voialtre. Cinema, ballo, gite si avvicendavano senza tregua. Max e io bisticciammo alcune volte, ma seppi incatenarlo di nuovo a me. Molestissirna mi riuscì l’altra amante, che tornata dall’ospedale si comportò come un’ossessa.
Veramente per mia fortuna: poiché la mia nobile calma fece potente impressione su Max, che fini col decidere che io fossi la preferita. Avevo saputo rendergliela odiosa, parlando freddamente: all’esterno positiva, nell’interno vomitando veleno.
Tali sentimenti e tale contegno preparano eccellentemente per l’Inferno.
Sono diabolici nel più stretto senso della parola. Perché ti racconto ciò? Per riferire come io mi staccai definitivamente da Dio. Non già del resto, che tra me e Max si fosse arrivati molto spesso fino agli estremi della familiarità.
Comprendevo che mi sarei abbassata ai suoi occhi, se mi fossi lasciata andare del tutto, prima del tempo; perciò mi seppi trattenere. Ma in sé, ogni volta che lo ritenevo utile, ero sempre pronta a tutto. Dovevo conquistare Max.
A tale scopo nulla era troppo caro.
Inoltre, a poco a poco, ci amavamo possedendo ambedue non poche preziose qualità, che ci facevano stimare vicendevolmente.
lo ero abile, capace, di piacevole compagnia.
Così mi tenni saldamente in mano Max e riuscii, almeno negli ultimi mesi prima del matrimonio, a essere l’unica a possederlo.
“Mi ritenevo Cattolica…”
In ciò consistette la mia apostasia a Dio: elevare una creatura a mio idolo. In nessuna cosa può avvenire questo, in modo che abbracci tutto, come nell’Amore di una persona dell’altro sesso, quando quest’Amore rimane arenato nelle soddisfazioni terrene. È questo che forma la sua attrattiva. il suo stimolo e il suo veleno. L’adorazione”, che io tributavo a me stessa nella persona di Max, divenne per me religione vissuta. Era il tempo in cui in ufficio mi scagliavo velenosa contro i chiesaioli, i preti, le indulgenze, il biascichio dei rosari e simili sciocchezze. Tu hai cercato, più o meno argutamente, di prendere le difese di tali cose. Apparentemente, senza sospettare che nel più intimo di me non si trattava, in verità, di queste cose, io cercavo piuttosto un sostegno contro la mia coscienza allora avevo bisogno di un tale sostegno per giustificare anche con la ragione la mia apostasìa. In fondo in fondo, mi rivoltavo contro Dio.
Tu non lo comprendesti; mi ritenevo ancora cattolica.
Volevo anzi essere chiamata così; pagavo perfino le tasse ecclesiastiche.
Una certa “contro-assicurazione”, pensavo, non poteva nuocere. Le tue risposte può darsi alle volte abbiano colpito nel segno.
Su di me non facevano presa, perché tu non dovevi avere ragione. A causa di queste relazioni falsate fra noi due, fu meschino il dolore del nostro distacco, allorché ci separammo in occasione del mio matrimonio. Prima dello sposalizio mi confessai e comunicai ancora una volta.
Era prescritto.
lo e mio marito su questo punto la pensavamo ugualmente.
Perché non avremmo dovuto compiere questa formalità? Anche noi la compimmo come le altre formalità. Voi chiamate indegna una tale Comunione.
Ebbene, dopo quella Comunione “indegna “, io ebbi più calma nella coscienza.
Del resto fu anche l’ultima. La nostra vita coniugale trascorreva, in genere, quanto mai in grande armonia.
Su tutti i punti di vista noi eravamo dello stesso parere.
Anche in questo: che non volevamo addossarci il peso dei figli.
Veramente mio marito ne avrebbe volentieri voluto uno; non di più, si capisce.
Alla fine io seppi distoglierlo anche da questo desiderio. Vestiti, mobili di lusso, ritrovi da tè, gite e viaggi in auto e simili distrazioni mi importavano di più. Fu un anno di piacere sulla terra quello trascorso tra il mio sposalizio e la mia repentina morte. Ogni domenica andavamo fuori in auto, oppure facevamo visite ai parenti di mio marito.
Essi galleggiavano alla superficie dell’esistenza, né più né meno di noi. Internamente, si capisce, non mi sentii mai felice, per quanto esternamente ridessi.
C’era sempre dentro di me qualche cosa d’indeterminato, che mi rodeva.
Avrei voluto che dopo la morte, la quale naturalmente doveva essere ancora molto lontana, tutto fosse finito. Ma è proprio cosi, come un giorno, da bambina, sentii dire in una predica: che Dio premia ogni Opera buona che uno compie e, quando non la potrà ricompensare nell’altra vita, lo farà sulla terra. Inaspettatamente ebbi un’eredità dalla zia Lotte.
A mio marito riuscì felicemente di portare il suo stipendio a una cifra notevole.
Così potei sistemare la nuova abitazione in modo attraente. La Religione non mandava più che da lontano la Sua voce, scialba, debole ed incerta. I caffè della città, gli alberghi, in cui andavamo durante i viaggi, non ci portavano certamente a Dio. Tutti coloro che frequentavano quei luoghi, vivevano, come noi, dall’esterno all’interno, non dall’interno all’esterno. Se nei viaggi delle ferie visitavamo qualche Chiesa, cercavamo di ricrearci nel contenuto artistico delle opere.
L’alito religioso che spiravano, specialmente quelle medioevali, sapevo neutralizzarlo col criticare qualche circostanza accessoria: un frate converso impacciato o vestito in modo non pulito, che ci faceva da cicerone; lo scandalo che dei monaci, i quali volevano passare per pii, vendessero liquori; l’eterno scampanio per le sacre funzioni, mentre non si tratta che di far soldi…
Il fuoco dell’inferno
Così seppi continuamente scacciare da me la Grazia ogni volta che bussava. Lasciavo libero sfogo al mio malumore in modo particolare su certe rappresentazioni medioevali dell’Inferno nei cimiteri o altrove. nelle quali il demonio arrostisce le Anime in braghe rosse e incandescenti, mentre i suoi compagni, dalle lunghe code, gli trascinano nuove vittime.
Clara! L’Inferno si può sbagliare a disegnarlo, ma non si esagera mai! Il fuoco dell’Inferno l’ho sempre preso di mira in modo speciale.
Tu lo sai come durante un alterco, in proposito. ti tenni una volta un fiammifero sotto il naso e ti dissi con sarcasmo: “Ha questo odore?”. Tu spegnesti in fretta la fiamma.
Qui non la spegne nessuno.
lo ti dico: il fuoco di cui si parla nella Bibbia, non significa tormento della coscienza. Fuoco è fuoco! È da intendersi letteralmente ciò che ha detto Lui: “Via da me, maledetti, nel fuoco eterno!”.
Letteralmente. “Come può lo Spirito essere toccato da fuoco materiale”, domanderai.
Come può l’Anima tua soffrire sulla terra quando ti metti il dito sulla fiamma? Difatti non brucia l’Anima; eppure che tormento ne prova tutto l’individuo! In modo analogo noi qui siamo spiritualmente legati al fuoco, secondo la nostra natura e secondo le nostre facoltà.
L’Anima nostra è priva del Suo naturale battito d’ala, noi non possiamo pensare ciò che vogliamo né come vogliamo. Non meravigliarti di queste mie parole.
Questo stato, che a voialtri non dice nulla mi riarde senza consumarmi. Il nostro maggior tormento consiste nel sapere con certezza che noi non vedremo mai Dio. Come può questo tormentare tanto, dal momento che uno sulla terra rimane così indifferente? Fintanto che il coltello giace sulla tavola, ti lascia fredda.
Si vede quanto è affilato, ma non lo si prova.
Immergi il coltello nella carne e ti metterai a gridare dal dolore. Adesso noi sentiamo la perdita di Dio, prima la pensavamo soltanto. Non tutte le Anime soffrono in misura uguale. Con quanta maggior cattiveria e quanto più sistematicamente uno ha peccato, tanto più grave pesa su di lui la perdita di Dio e tanto più lo soffoca la creatura di cui ha abusato. I cattolici dannati soffrono di più che quelli di altre religioni, perché essi per lo più ricevettero e calpestarono più Grazie e più Luce. Chi più seppe, soffre più duramente di chi conobbe meno.
Chi peccò per malizia, patisce più acutamente di chi cadde per debolezza.
L’abitudine: una seconda natura Mai nessuno patisce più di quello che ha meritato.
Oh, se non fosse vero ciò, io avrei un motivo d’odiare! Tu mi dicesti un giorno che nessuno va all’Inferno senza saperlo: ciò sarebbe stato rivelato a una Santa. lo me ne risi.
Ma poi mi trincerai dietro questa dichiarazione: “Così in caso di necessità rimarrà abbastanza tempo di fare una voltata”, mi dicevo segretamente. Quel detto è giusto.
Veramente prima della mia subitanea fine, non conobbi l’Inferno com’è.
Nessun mortale lo conosce.
Ma io ne avevo la piena coscienza: “Se muori, te ne vai nel mondo di là dritta come una freccia contro Dio.
Ne porterai le conseguenze”. lo non feci dietro-front, come ho già detto, perché trascinata dalla corrente dell’abitudine, spinta da quella conformità per cui gli uomini, quanto più invecchiano, tanto più agiscono in una stessa direzione. La mia morte avvenne così.
Una settimana fa parlo secondo il vostro computo, perché, rispetto al dolore, potrei dire benissimo che son già dieci anni che brucio nell’Inferno.
Una settimana fa, dunque, mio marito e io facemmo di domenica una gita, l’ultima per me. Il giorno era spuntato radioso.
Mi sentivo bene quanto mai.
M’invase un sinistro sentimento di felicità, che serpeggiò in me per tutta la giornata. Quand’ecco all’improvviso, nel ritorno, mio marito fu abbacinato da un’auto che veniva di volata.
Perdette il controllo. “Jesses” mi scappò dalle labbra con un brivido.
Non come Preghiera, solo come grido.
Un dolore straziante mi compresse tutta.
In confronto con quello presente una bagatella.
Poi perdetti i sensi. Strano! Quella mattina era sorto in me, in modo inspiegabile, questo pensiero: “Tu potresti ancora una volta andare a Messa”.
Suonava come un’implorazione. Chiaro e risoluto, il mio “no” trovò il filo dei pensieri.
“Con queste cose bisogna farla finita una volta.
Mi addosso tutte le conseguenze!” – Ora le porto. Ciò che avvenne dopo la mia morte, già lo saprai.
La sorte di mio marito, quella di mia madre, ciò che accadde del mio cadavere e lo svolgimento del mio funerale mi son noti nei loro particolari mediante cognizioni naturali che noi qui abbiamo. Quello, del resto, che succede sulla terra, noi lo sappiamo solo nebulosamente.
Ma ciò che in qualche modo ci tocca da vicino, lo conosciamo.
Così vedo anche dove tu soggiorni. Io stessa mi svegliai improvvisamente dal buio, nell’istante del mio trapasso.
Mi vidi come inondata da una Luce abbagliante. Fu nel luogo medesimo dove giaceva il mio cadavere.
Avvenne come in un teatro, quando nella sala d’un tratto si spengono le luci, il sipario si divide rumorosamente e si apre una scena inaspettata orribilmente illuminata.
La scena della mia vita. Come in uno specchio l’Anima mia si mostrò a sé stessa.
Le grazie calpestate dalla giovinezza fino all’ultimo “no” di fronte a Dio. lo mi sentii come un assassino al quale, durante il processo giudiziario, viene portata dinanzi la sua vittima esanime.
Pentirmi? Mai!… Vergognarmi? Mai! Però non potevo neppure resistere sotto gli occhi di Dio da me rigettato. Non mi rimaneva che una cosa: la fuga. Come Caino fuggi dal cadavere di Abele, così l’Anima mia fu spinta da quella vista di orrore. Questo fu il giudizio particolare: l’invisibile Giudice disse: “Via da me!”. Allora la mia Anima, come un’ombra gialla di zolfo, precipitò nel luogo dell’eterno tormento…
Conclude Clara: La mattina, al suono dell’Angelus, ancora tutta tremante per la notte spaventosa, mi alzai e corsi per le scale nella cappella. Il Cuore mi pulsava fin sulla gola.
Le poche ospiti, inginocchiate vicino a me, mi guardarono, ma forse pensarono che fossi così eccitata per la corsa fatta giù per le scale. Una signora bonaria di Budapest, che mi aveva osservato, mi disse dopo sorridendo: – Signorina, il Signore vuol essere servito con calma, non di corsa! Ma poi si accorse che qualcosa d’altro mi aveva eccitato e mi teneva ancora in agitazione.
E mentre la signora mi rivolgeva altre buone parole, io pensavo: Dio solo mi basta! Sì, Egli solo mi deve bastare in questa e nell’altra vita.
Voglio un giorno poterlo godere in Paradiso, per quanti sacrifici mi possa costare in terra. Non voglio andare all’Inferno!
Messaggio di Gesù Cristo
(a Giovanni – 27 marzo 2010 – Italia)
“Figli e Fratelli Miei, non Crediate Sia Tutto un Gioco, perché Quanto Avviene non È Che l’Inizio d’un’Era Nuova, Che L’Eterno Dispose Sin dai Tempi del peccato, e tutto quanto è non più Sarà! Alcune Parole Riferitevi dai Vangeli, Quelle Che Si Fissano nei Cuori, Pongono in Risalto la Verità del Sentiero Che anch’Io – da Uomo, Percorsi prima della Gloriosa Scelta, Che Sublimò l’Anima Mia agli Occhi di Dio Onnipotente, Che Ogni Cosa Vede. Non confidate nel potere dei regnanti terreni, e non illudetevi d’esser certi, astuti e forti, giacché senza di Me non potete far nulla. Se aveste contezza di quanto piccoli siete tanti errori non fareste, vergognandovi ancor prima d’averli commessi. Non nascondete le vostre Lacrime, ma Purificatevi nel Corpo e nella Mente: Solo Così potrete Auspicare la Mia Misericordia. A voi e ai vostri Figli – Che Alleverete e Custodirete Unicamente nel Mio Nome, Ricordo Che potrete rivederMi il Giorno in Cui – Inginocchiati, Riuscirete a Gridare “Benedetto Colui Che Viene nel Nome del Signore”, perché Io e il Padre Mio Siamo Una, e una Cosa sola!”.
Esortazione Spirituale
(Dalla cella del Buon Consiglio – 25 giugno 2022)
…. a nessuno manchi mai il Tempo di Pregare in Vita per il Prossimo, per le Anime Sante Abbandonate in Purgatorio e per i Defunti d’Ogni Era, poiché le Opere d’Amorevole Carità Svolte quaggiù Troveranno poi Accoglimento ai Piedi del Trono Celeste! Grazie di Cuore e Che Dio Padre Onnipotente ci Benedica in Gesù, Suo Cristo e nostro Signore.
Implorando la Benedizione del Cibo Che Quotidianamente Consumiamo, Ringraziamo il Signore per i Doni Che Concede da Sempre al Mondo, Pregando Tutti Insieme per:
La Santissima Trinità Divina – nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo Consolatore, la Creazione – Opera Straordinaria dell’Onnipotente, Il Santo Natale del Cristo di Dio, Il Santissimo Sangue del Divino Agnello, il Sangue dei Martiri Innocenti, il Santuario della Beata Vergine della Rivelazione in Roma e Tutti i Luoghi in Cui Maria Intese Manifestarsi ai Figli del Popolo di Dio, il Ricordo della Madonna dell’Arco e del Carmine, Santa Maria Maddalena, Giovanni il Battista – Precursore del Cammino di Gesù, San Giuseppe – coi Santi e gli Angeli del Paradiso, Le Anime Sante abbandonate in Purgatorio e per i Defunti di Tutti i Tempi, I Profeti e i Veggenti, i Perseguitati a Causa della Testimonianza Cristica, Papa Francesco, il Rabbino Capo di Roma e Tutti i Riconosciuti Giusti, i Sacerdoti e i Professanti la Fede in Dio Padre Onnipotente, i Movimenti Eucaristici e Mariani, i Gruppi di Preghiera, gli Ammalati nel Corpo e nello Spirito, i Carcerati, gli atei, gli ipocriti e i sapienti della Terra, i Bimbi Deceduti prima del Santo Battesimo, i Giovani e tutti Coloro che non Credono nella Divina Misericordia di Gesù Cristo – Figlio Prediletto dell’Altissimo, Signore nostro, Sacerdote Infallibile e Salvatore del mondo intero.
Celebrando il Memoriale del Tuo Meraviglioso Figlio, Ti Offriamo, Padre, il Pane della Vita e il Calice della Salvezza, e Ti Rendiamo Grazie per Averci Ammessi alla Tua Presenza a Compiere l’Amorevole Testimonianza al Prossimo nostro. Ti Preghiamo Umilmente: per la Comunione al Corpo e al Sangue di Cristo, lo Spirito Santo ci Riunisca in un Solo Corpo. Ricordati, Padre, della Tua Chiesa Diffusa su Tutta la Terra: Rendila Perfetta nell’Amore in Unione con il nostro Papa – Francesco, e con Tutto l’Ordine Sacerdotale. Ricordati dei nostri Fratelli, Che Si Sono Addormentati nella Speranza della Risurrezione, e di Tutti i Defunti Che Si Affidano alla Tua Clemenza: Ammettili a Godere la Luce del Tuo Volto. Di noi tutti Abbi Misericordia: Donaci di Aver Parte alla Vita Eterna, Insieme con la Beata Maria, Vergine e Madre di Dio, con gli Apostoli e Tutti i Santi, Che in Ogni Tempo Ti Furono Graditi: e in Gesù Cristo Tuo Figlio Canteremo la Tua Gloria: “Per Cristo, Con Cristo e In Cristo, a Te, Dio, Padre Onnipotente, nell’Unità dello Spirito Santo, Ogni Onore e Gloria, per Tutti i Secoli dei Secoli. Amen.
Popolo di Dio, Che Ami Con Cuore Puro il tuo Creatore, Proclama al mondo Che il Figlio Prediletto È Nuovamente quaggiù, sulla Terra, tra noi, e Avrai Salva la Vita!
“Se Siamo Morti Con Cristo, Crediamo Anche Che Vivremo Con Lui! Alleluia. (Rm 6, 8)”
“La Grande Promessa della Divina Misericordia”
Santi Pietro e Paolo – Apostoli
Preghiera del Mattino
Signore Gesù, presso Cesarea di Filippo, ci Hai Rivelato il Mistero della Chiesa. Tu Stesso Sei la Sua Pietra Angolare e Sei anche il Suo Costruttore. Sulle Colonne, Che Sono i Tuoi Apostoli, Tu Hai Costruito per Dio un Tempio Fatto di Pietre Vive. Tu Hai Fatto di me, Grazie al Battesimo, una di Quelle Pietre Vive, Concedendomi di Prendere Parte alla Tua Dignità e alla Tua Missione Sacerdotale. Mediante la mia Vita, Aspiro a Porre con Te e in Te Offerte Spirituali Gradite a Dio, Desidero Vivere in Unione con Tutta la Chiesa, nella Quale Tu Hai Affidato a Pietro e ai Suoi Successori il Potere di Legare e di Sciogliere. Amen.
Dagli Atti degli Apostoli (At 12,1-11)
In Quel Tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni Membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano quelli i Giorni degli Àzzimi. Lo fece catturare e lo gettò in carcere, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al Popolo dopo la Pasqua. Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa Saliva Incessantemente a Dio una Preghiera per lui. In quella Notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al Popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere. Ed ecco, gli si Presentò un Angelo del Signore e una Luce Sfolgorò nella cella. Egli Toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. L’angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Metti il Mantello e Seguimi!». Pietro uscì e prese a Seguirlo, ma non si Rendeva Conto Che era Realtà Ciò Che Stava Succedendo per Opera dell’Angelo: Credeva invece di avere una Visione. Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in Città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l’Angelo si allontanò da lui. Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora So Veramente Che il Signore Ha Mandato il Suo Angelo e mi Ha Strappato dalla mano di Erode e da Tutto Ciò Che il Popolo dei Giudei si attendeva». Parola di Dio. (Rendiamo Grazie a Dio).
Dal Salmo 33
Benedirò il Signore in Ogni Tempo, sulla Mia Bocca Sempre la Sua Lode. Io Mi Glorio nel Signore: i Poveri Ascoltino e Si Rallegrino. Magnificate con Me il Signore, Esaltiamo insieme il Suo Nome. Ho Cercato il Signore: Mi Ha Risposto e da ogni Mia paura Mi Ha Liberato. Guardate a Lui e Sarete Raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire. Questo Povero Grida e il Signore Lo Ascolta, Lo Salva da tutte le Sue angosce. L’Angelo del Signore Si Accampa Attorno a quelli Che Lo Temono, e li Libera. Gustate e Vedete Com’È Buono il Signore; Beato l’uomo Che in Lui si Rifugia.
Dalla Seconda Lettera di San Paolo Apostolo a Timoteo (2Tm 4,6-8.16-18)
Figlio mio, io sto già per essere Versato in Offerta ed È Giunto il Momento che io Lasci Questa Vita. Ho combattuto la Buona Battaglia, ho Terminato la Corsa, ho Conservato la Fede. Ora mi resta soltanto la Corona di Giustizia Che il Signore, il Giudice Giusto, Mi Consegnerà in Quel Giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno Atteso con Amore la Sua Manifestazione. Il Signore però Mi È Stato Vicino e Mi Ha Dato Forza, perché io potessi Portare a Compimento l’Annuncio del Vangelo e tutte le genti: e così fui Liberato dalla bocca del leone. Il Signore Mi Libererà da ogni male e Mi Porterà in Salvo nei Cieli, nel Suo Regno; a Lui la Gloria nei Secoli dei Secoli. Amen. Parola di Dio. (Rendiamo Grazie a Dio).
Dal Santo Vangelo di Gesù Cristo Secondo l’Apostolo Matteo (Mt 16,13-19)
In Quel Tempo, Gesù, Giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, Domandò ai Suoi Discepoli: «La gente, Chi dice Che Sia il Figlio dell’Uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei Profeti». Disse Loro: «Ma voi, Chi dite Che Io Sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu Sei il Cristo, il Figlio del Dio Vivente». E Gesù Gli Disse: «Beato sei tu, Simone, Figlio di Giona, perché né Carne né Sangue te Lo Hanno Rivelato, ma il Padre Mio Che È nei Cieli. E Io a te Dico: tu sei Pietro e su Questa Pietra Edificherò la Mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di Essa. A te Darò le Chiavi del Regno dei Cieli: Tutto Ciò Che Legherai sulla Terra Sarà Legato nei Cieli, e Tutto Ciò Che Scioglierai sulla Terra Sarà Sciolto nei Cieli». Parola del Signore. (Lode a Te o Cristo).
Preghiera della Sera
Angelo di Dio Che Vegli sulla mia Anima e sul mio corpo, Perdonami per tutto quello che ha Potuto Offenderti nel Corso della mia Vita e tutte le colpe di Oggi. Proteggimi nella Notte Che si Avvicina e Guardami dalle insidie e dagli attacchi del nemico, perché non Offenda Dio col peccato. Intercedi per me Presso il Signore, Insieme alla Vergine Maria, a San Giuseppe e a Tutti i Santi, affinché mi Fortifichi Sempre nel Suo Santo Timore e Faccia di me un Servo Degno della Sua Santità. Amen.
Benedetto nei Secoli il Signore!
O Gesù, Tu Che da Sempre Vivi, non Ti Scordar di me!
Raccoglimento Solenne
(In Ginocchio)
– Dio, Sorgente e Principio di Ogni Benedizione, Effonda su di noi la Sua Grazia e ci Doni per Tutto l’Anno Vita e Salute. (Amen).
– Ci Custodisca Integri nella Fede, Costanti nella Speranza, Perseveranti e Pazienti Sino alla Fine nella Carità. (Amen).
– Dio Disponga Opere e Giorni nella Sua Pace, Ascolti Qui e in Ogni Luogo le nostre Preghiere e ci Conduca alla Felicità Eterna. (Amen).
– E la Benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo, Discenda Su di noi e con noi Rimanga Sempre. (Amen).
Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo! Amen