Il Santo Vangelo del Giorno Sabato del Signore 13 luglio 2024 (2031).
Con […]
Con l’Amore e la Devozione Dovuti a Colui Ch’È Tornato tra noi nel Nome del Padre
Poiché “Il Potere di Cristo Espelle l’originaria causa di ogni male”, Dedichiamo il Santo Vangelo del Giorno all’Amore e alla Divina Misericordia di Gesù Salvatore – Tornato Nuovamente tra noi, affinché Conceda il Suo Perdono alle Anime Sante Abbandonate in Purgatorio e ai Defunti di Tutti i Tempi, Creature Tenere ma Private della Diffusa e Salvifica Preghiera di noi distratti Figli di quaggiù. Per Grazia Ricevuta.
Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo! Amen
Ascolta la versione in Aramaico 1 (mp3)
Rivelazione
(In Ginocchio)
“E voi Vedrete il Figlio dell’Uomo Venire sulle Nubi del Cielo e Sedere alla Destra della Potenza di Dio!”.
Confiteor
(da Recitarsi possibilmente in Ginocchio, Invocando la Divina Misericordia)
«Confesso a Dio Onnipotente e a voi, Fratelli, Che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E Supplico la Beata Sempre Vergine Maria, gli Angeli, i Santi e voi, Fratelli, di Pregare per me il Signore Dio nostro. Dio Onnipotente Abbia Misericordia di noi, Perdoni i nostri peccati e ci Conduca alla Vita Eterna. Amen».
Riflessioni dello Spirito
All’improvviso, Capirai la Vera Essenza del Cristo e Quel Che ci han di Lui celato! Avrai vergogna anche per Ciò, poiché non hai Abbandonato il tuo Cuore Mentre Egli Parlava della Verità – Che ci ostiniamo a non Vedere e a non voler ancora Udire.
Atto di Dolore
O Gesù, mi Pento e mi Dolgo con Tutto il Cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i Tuoi Castighi e, soprattutto, perché ho offeso Te, Infinitamente Buono e Degno d’Essere Amato Sopra Ogni Cosa! Propongo – col Tuo Santo Aiuto, di non offenderTi mai più e di Fuggire le occasioni prossime di peccato. Signore, Misericordia, Perdonami! Amen.
Preghiera dal Cuore
(Atto di Amorevole Umiliazione ai Piedi della Santa Croce – in Ginocchio – 27 luglio 2019)
“Per Te Io Sopporto l’Insulto e la vergogna Mi Copre la Faccia; Sono Diventato un Estraneo ai Miei Fratelli, Uno Straniero per i Figli di Mia Madre. Perché Mi Divora lo Zelo per la Tua Casa, gli insulti di chi Ti insulta ricadono su di Me. Mi Sento Venir meno. Mi Aspettavo Compassione, ma invano, Consolatori, ma non ne Ho Trovati. Mi hanno messo veleno nel Cibo e Quando Avevo Sete Mi hanno dato aceto. Loderò il Nome di Dio con un Canto, Lo Magnificherò con un Ringraziamento, Vedano i Poveri e si Rallegrino; voi Che Cercate Dio, Fatevi Coraggio, perché il Signore Ascolta i Miseri e non Disprezza i Suoi Che Sono Prigionieri”. (Sal 69(68),5.8-10.14.).
Professione di Fede
(in Ginocchio)
“I Servi Fedeli alla Maestà del Figlio dell’Uomo Saranno Pastori Umili e Buoni per le genti del Mondo Nuovo, a Compimento della Gloria in Terra di Dio Padre Onnipotente! Amen”.
“Credo in un Solo Dio, Padre Onnipotente, Creatore del Cielo e della Terra, e di Tutte le Cose Visibili e Invisibili. Credo in un Solo Signore Gesù Cristo, Unigenito Figlio di Dio, Nato dal Padre Prima di Tutti i Secoli. Dio da Dio, Luce da Luce, Dio Vero da Dio Vero, Generato – e non Creato, della Stessa Sostanza del Padre. Per Mezzo di Lui Tutte le Cose Sono State Create. Per noi uomini e per la nostra Salvezza Discese dal Cielo, e per Opera dello Spirito Santo Si È Incarnato nel Seno della Vergine Maria e Si È Fatto Uomo. Fu Crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, Morì e Fu Sepolto e il Terzo Giorno È Risuscitato Secondo le Scritture; È Salito al Cielo, Siede alla Destra di Dio Padre Onnipotente e di Nuovo Verrà nella Gloria per Giudicare i Vivi e i morti e il Suo Regno non Avrà fine. Credo nello Spirito Santo, Che È Signore e Dà la Vita e Procede dal Padre e dal Figlio, e Con il Padre e il Figlio È Adorato e Glorificato e Ha Parlato per Mezzo dei Profeti. Credo nella Chiesa del Figlio dell’Uomo, una Santa Cattolica e Apostolica. Professo un Solo Battesimo per il Perdono dei peccati e Aspetto la Risurrezione dei Morti e la Vita del Mondo Che Verrà! Amen”.
Fratelli e Sorelle Carissimi, la nostra sistematica praticità ci porta a non Ritenere Tali le Manifestazioni Soprannaturali, Che ovunque Avvengono nel più assordante silenzio. Anche leggendo le Rivelazioni del Signore a Maria Valtorta, proviamo, invece, ad immaginare Come Esistenza normale la Vita dei nostri Beniamini, dei Quali – purtroppo, non s’è mai parlato a sufficienza. Gesù È Stato un Bambino Vivace ed Intelligente, quindi causa di ordinaria preoccupazione per i Genitori terreni, costretti a riprenderLo soventemente e con fermezza. Giuseppe, il grande Uomo, Visse un Profondo Atto di Fede, poiché combattuto tra le forme di pensiero ricorrenti e l’Innato Amore per la Giovane Consorte, Davvero Bella ed Ottima Compagna per la Vita! Maria, per l’appunto, come la maggior parte delle madri (Che Ella Stessa Rappresenta), Evidenziò Attaccamento e Devozione Verso il Pur Particolare Figlio, con Sentimenti contrastanti per la Sua Vita Adolescenziale al punto tale da indurre lo Stesso Gesù alla necessità di abbandonare – pur nel rispetto Genitoriale Comandato, le ataviche forme di morbosità familiari, che tanto danno recano al Singolo Rapporto con il Celeste Padre. I nostri errori sono all’ordine del Giorno, Così Come le Prove, ma il Giusto Re Guarda ai Cuori, e non ad altro! La Storia va letta bene e interpretata, Calando gli Animi negli usi e costumi dei Tempi andati; e lo Scorrer della Vita è più semplice di quanto non si creda, anche se reso complicato da coloro che non hanno Amato il Popolo di Dio, Che di noi Farà Quel Che Vorrà. L’Agnello Ebbe a Dire Che avremmo fatto Miracoli più Grandi dei Suoi, e che la Fede in Lui Avrebbe Accompagnato i nostri passi: tutto Questo È già Accaduto, ……. e Si Ripeterà, poiché Tanto È Stato Scritto per gli uomini di Buona Volontà, affinché si voglian Veramente Bene tutti, senza pregiudizi o convenienze, in Purezza, Come Bambini. Sereno Sabato ad ogni Creatura dell’Universo intero, e Che Dio ci Benedica tutti.
Testimonianza
(Dalla cella del Buon Consiglio – 25 maggio 2024)
Quando il Signore vi Porterà Di Là, verrete Interrogati dalla Sua Divina Sapienza, Innanzi alla Quale i vostri sguardi non potranno però Reggere il Confronto! Infatti, il peccato del mondo macchiò indelebilmente la Veste Candida delle Anime, Costringendo il Figlio dell’Uomo a Punirle. Ma vi Sarà Mossa un’Accusa Assai Più Grave, Ch’È poi Quella di non aver Dato il Giusto Peso ad un’Esortazione dello Spirito, poiché Ricevetti l’Ordine di Gridare e di Scrivere alle genti Che “… il Cristo È di Già in Terra”, e Questo io Misero ho Umilmente Fatto.
Rivelazioni dello Spirito
(Dalla cella del Buon Consiglio – 11 maggio 2024)
Nell’Ampia Manifestazione della Provvidenza Celeste, il Signore Ispirerà la Creazione di “Supermercati Sociali” nel mondo, Che Porteranno ovunque il Suo Nome, Mantenendo un’Amorevole Gestione con le Creature, un Rigoroso Decoro nella vendita alle genti, nella scelta delle merci e nel mantenimento dei costi, che dovranno essere Notevolmente più bassi rispetto al residuo commerciale mondo, poiché Iniziativa avulsa da qualsivoglia intento speculativo! E non Sarà discriminazione alcuna, perché tutti i Figli potranno Compostamente Accedervi in Umiltà, a prescindere dal proprio Credo, Ben Sapendo però Che l’Autore di Tale Innovativo Processo Sarà Stato Unicamente Gesù. Tempo al Tempo – quindi, e Assisteremo al Repentino Capovolgimento del conosciuto, pur se tra non Particolari Sorprese, poiché i Cuori in Ascolto Giungeranno Preparati a Ciò dalla Divina Misericordia.
Esortazione Spirituale
(Dalla cella del Buon Consiglio – 07 maggio 2024)
… i più Intelligenti e Realmente Umili sanno che il denaro non è il Fine ultimo – o lo scrigno dell’Autentica Felicità, ma un Semplice e a volte deleterio strumento, purtroppo spesso involgarito dalla umana cupidigia, atteso che del nostro passaggio nulla resterà quaggiù, se non le Opere Gradite a Quel Magnifico Creatore Che un Dì ci Inviò a Custodire il Suo Eden! Considerati però gli evidenti non Floridi Risultati, per Fede ed in Coscienza Siamo quindi Chiamati alla Profonda Riflessione, onde Evitare di Trovarci Seriamente in difficoltà irrisolvibili un Giorno – al Termine del Percorso nell’attuale Banco di Prova Ch’È proprio la Vita, Quando l’Entità Spirituale Che Muove il terreno Corpo – cioè l’Anima, Dovrà Presentarsi al Cospetto del Cristo, per il Pur Previsto Giudizio Intermedio, Sede in Cui finanche la Vergine Maria ed i Santi Vegliardi nulla Potranno per gli ipocriti, prescindendo dalle nostre attuali certezze di comodo. Preghiera Genuina, Digiuno Gioioso e Carità dal Cuore, Questi – tra Alcuni Preziosi Altri, gli Straordinari Elementi del Piano di Salvezza Delegato dal Padre Celeste al Figliolo Prediletto, Posto Che l’incondizionato Rispetto dei Vivi per il Tenero Vescovo Bianco Bergoglio e per il Rabbino Capo Di Segni, mai dimenticando i Trapassati, Servirà a Risollevar la già infausta Causa nostra, Così Auspicando di Poterci Finalmente Riscattare dai peccati stoltamente accumulati. Poiché Tutto È Stato Ampiamente Scritto, anche tra coloro che leggon queste pagine, chi vorrà Intender potrà!
O Gesù, Tu Che da Sempre Vivi, non Ti Scordar di me!
Preghiera
(Ad Ugo V. e a Tutti gli Amici del Tempo andato – 25 aprile 2022)
O Eterno Dio, Che dal Fianco Aperto di Gesù Hai Fatto Scaturire Sangue e Acqua – per Significare i Misteri della Rigenerazione, Accogli – per Intercessione della Beata Vergine Maria e Avendo Pietà per Tutte le Sante Anime Abbandonate in Purgatorio, l’Offerta Che Ti Presentiamo anche Oggi e Colmaci della Ricchezza Inesauribile dei Tuoi Meravigliosi Doni. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Corrispondenza ne “L’Evangelo, Come mi È Stato Rivelato”
(di Maria Valtorta – volume 3 – Capitolo 179, pagina 152)
Mi Dice Gesù Mostrandomi il corso del Giordano, meglio, lo sbocco del Giordano nel Lago di Tiberiade, là dove è stesa la città di Betsaida sulla riva destra del Fiume, rispetto a chi guarda il Nord: “Ora la città non sembra più sulle rive del Lago, ma un poco in dentro nel retroterra. E ciò sconcerta gli studiosi. La spiegazione si deve cercare nell’interramento del Lago da questa parte, dovuto a venti secoli di terriccio depositato dal Fiume e ad alluvioni e frane scese dai colli di Betsaida. Allora la città era proprio all’imbocco del Fiume nel Lago, e anzi le barche più piccole, e nelle stagioni più ricche d’Acque, risalivano per un buon tratto, fino a quasi l’altezza di Corozim, il Fiume stesso, che serviva però sempre da porto e ricovero sulle sue rive alle barche di Betsaida nei giorni di burrasca del Lago. Questo non per te, alla quale poco importa, ma per i dottori difficili. E ora va’ avanti”.
Le barche degli Apostoli, fatto il breve tratto di Lago che separa Cafarnao da Betsaida, ammarano in questa città. Ma altre barche le hanno seguite e molti ne smontano unendosi subito a quelli di Betsaida venuti a salutare il Maestro, Che Entra nella casa di Pietro dove… è da capo la moglie, che suppongo abbia preferito la solitudine al vivere fra i continui lagni della madre verso suo marito.
La gente, fuori, reclama a gran voce il Maestro, cosa che fa inquietare non poco Pietro, che sale sulla terrazza e arringa cittadini o meno, dicendo che ci vuole rispetto ed educazione. Lui, il Suo Maestro, Se Lo vorrebbe godere un poco in Pace, ora che L’ha nella sua casa, e invece non ha tempo e soddisfazione di offrirGli neppure un poco di Acqua e Miele fra le molte cose che ha detto alla moglie di portare, e brontola.
Gesù lo Guarda Sorridendo e scrolla il capo dicendo: “Sembra che tu non Mi veda mai e che Sia un caso essere Insieme!”.
“Ma È così! Quando siamo per il mondo siamo forse io e Te? Nemmeno per sogno! Fra Te e me c’è il mondo coi suoi malati, coi suoi afflitti, coi suoi ascoltatori, coi suoi curiosi, coi suoi calunniatori, coi suoi nemici, e noi non siamo mai io e Te. Qui invece Tu Sei con me, in casa mia, e dovrebbero capirlo!”. È proprio inquieto.
“Ma non vedo diversità, Simone. Il Mio Amore È uguale, la Mia Parola È la stessa. Che Io te La Dica a te in privato, o che La Dica per tutti, non è lo stesso?”.
Pietro Confessa allora la Sua grande pena: “È che io sono zuccone e mi distraggo con facilità. Quando Tu Parli su una piazza, su un Monte, fra tanta folla, io, non so perché, capisco tutto, ma poi non ricordo nulla. L’ho detto anche ai compagni e mi hanno dato ragione. Gli altri, voglio dire il popolo che Ti ascolta, Ti capisce e ricorda Quello Che Dici. Quante volte abbiamo sentito Confessare da uno: “Non ho più fatto questo perché Tu Lo Hai Detto”, oppure: “Sono Venuto perché una volta ti Ho Sentito Dire quest’altro e Mi ha ferito il pensiero”.
Noi invece… uhm! è come un corso d’Acqua che passa e non si ferma. La sponda non l’ha più quell’Acqua che è passata. Ne viene dell’altra, sì, sempre altra, e sempre tanta. Ma passa, passa, passa… E io penso con terrore che, se come Tu Dici Sarà, Che Verrà il Momento Che Tu non Sarai più a Fare la parte del Fiume e… e io… Che avrò da dare a chi ha sete, se non serbo neppure una goccia del Tanto Che mi Dai?”.
Anche gli altri appoggiano i lamenti di Pietro, lamentandosi di non ritrovare mai niente di Tutto Quello che sentono, quando vorrebbero trovarLo per rispondere ai molti che li interrogano. Gesù Sorride e Risponde: “Ma non Mi pare. La gente è molto contenta anche di voi…”.
“Oh! sì! Per quello che facciamo! Farti largo, e dare delle gomitate per questo, portare i malati, raccogliere gli oboli, e dire: “Sì, il Maestro È Quello!”. Bella roba, in Verità!”.
“Non ti denigrare troppo, Simone”.
“Non mi denigro. Mi conosco”.
“È la più difficile delle sapienze. Ma Io ti Voglio levare questa grande paura. Quando Io Ho Parlato, e voi non avete potuto tutto comprendere e ritenere, domandate senza timore di apparire noiosi o di sconfortarMi. Abbiamo sempre delle ore di Intimità. In queste apriteMi il Cuore. Do Tanto a tanti. E che non Darei a voi che Amo Come più non Potrebbe Iddio? Hai parlato di Onda che va e nulla resta alla riva. Verrà un giorno in cui ti accorgerai che ogni Onda ti ha deposto un Seme, e che ogni Seme ha fatto Pianta. Ti troverai davanti Fiori e Piante per tutti i casi, ti stupirai di te stesso dicendo: “Ma Che mi Ha Fatto il Signore?”, perché tu allora sarai Redento dalla schiavitù del peccato e le tue Virtù attuali si saranno Perfezionate a grande altezza”.
“Tu lo Dici, Signore, ed io mi riposo in Questa Tua Parola”.
“Ora andiamo da chi ci attende. Venite. Pace a te, donna. Sarò tuo Ospite questa sera”.
Escono e Gesù Si Dirige al Lago per non Essere oppresso dalla calca. Pietro è sollecito a staccare la barca di pochi metri dalla riva di modo che la voce di Gesù Sia Udita da tutti, ma che uno spazio sia fra Lui e gli ascoltatori.
“Da Cafarnao a qua Io Ho Pensato Quale Parola Dirvi. E Ho Trovato indicazione nei fatti del mattino. Voi avete visto tre uomini venire a Me. L’uno spontaneamente, l’altro perché da Me sollecitato, il terzo per subito entusiasmo. E avete anche visto che, di questi, due soli Io ne ho presi. Perché? Ho forse visto nel terzo un traditore? No, in verità. Ma un impreparato. All’apparenza pareva più impreparato questo che ora è al mio fianco, diretto prima a seppellire suo padre. Invece il più impreparato era il terzo. Questo era tanto preparato, a sua stessa insaputa, che ha saputo compiere un ben eroico sacrificio.
L’eroismo nel seguire Iddio è sempre prova di forte preparazione spirituale. Questo spiega certi sorprendenti fatti che avvengono intorno a Me. I più preparati a ricevere il Cristo, quale che sia la loro casta e la loro cultura, vengono a Me con una prontezza e una fede assoluta. I meno preparati mi osservano come un uomo che esce dal consueto, oppure mi studiano con diffidenza e curiosità, oppure ancora mi attaccano e mi denigrano accusandomi in vari modi. Le diverse maniere di agire sono in proporzione della impreparazione degli spiriti.
Nel popolo eletto si dovrebbero trovare da per tutto spiriti pronti a ricevere questo Messia nella cui attesa si sono consumati d’ansia i Patriarchi e i Profeti, questo Messia venuto finalmente, preceduto e accompagnato da tutti i segni profetizzati, questo Messia la cui figura spirituale si delinea sempre più chiara attraverso i miracoli visibili sulle membra e sugli elementi, e i miracoli invisibili sulle coscienze che si convertono e sui gentili che si volgono al Dio vero. Invece così non è.
E la prontezza nel seguire il Messia è fortemente ostacolata proprio nei figli di questo popolo e, doloroso a dirsi, lo è tanto più quanto più si sale nelle classi più alte di esso. Non dico questo per scandalizzarvi. È per indurvi a pregare ed a riflettere.
Perché avviene questo? Perché i pagani e i peccatori fanno più strada sulla via mia? Perché essi accolgono quanto Io dico, e gli altri no?
Perché i figli d’Israele sono ancorati, anzi, sono incrostati come ostriche perlifere al banco su cui sono nate. Perché sono saturati, ricolmati, obesi della loro sapienza, e non sanno fare largo alla mia col gettare il superfluo per fare posto al necessario. Gli altri non hanno questa schiavitù. Sono poveri pagani, o poveri peccatori, disancorati come nave alla deriva, sono dei poveri che non hanno tesori propri ma solo fardelli di errori o di peccati, dei quali si spogliano con gioia non appena riescono a comprendere cosa è la Buona Novella e sentono il suo miele corroborante ben diverso dal disgustoso miscuglio dei loro peccati. Udite, e forse capirete meglio come possono esservi diversi frutti ad una stessa opera.
Un seminatore andò a seminare. I suoi campi erano molti e di diversa razza. Ce ne erano alcuni che egli aveva ereditati dal padre, sui quali la sua sbadataggine aveva lasciato proliferare piante spinose. Altri erano un suo acquisto, li aveva comperati così come erano da un negligente e tali li aveva lasciati. Altri ancora erano stati intersecati da strade, perché l’uomo era un grande comodista e non voleva fare molta strada per andare da un luogo all’altro. Infine ce ne erano alcuni, i più prossimi alla casa, sui quali egli aveva vegliato per avere un aspetto piacevole davanti alla dimora. Questi erano ben mondi di sassaia, di spine, di gramigne e così via.
L’uomo dunque prese il suo sacchetto di grano da seme, il migliore dei grani, e iniziò la semina.
Il seme cadde nel buon terreno soffice, arato, mondato, concimato dei campi prossimi alla casa.
Cadde nei campi intersecati da vie e viette, che li spezzettavano tutti portando inoltre bruttura di polvere arida sulla terra fertile.
Altro seme cadde sui campi dove l’inettitudine dell’uomo aveva lasciato proliferare le piante spinose.
Ora l’aratro le aveva travolte, pareva non ci fossero più, ma c’erano, perché solo il fuoco, la radicale distruzione delle male piante, impedisce il loro rinascere.
L’ultimo seme cadde sui campi comperati da poco e che egli aveva lasciati così come erano, senza dissodarli in profondità e mondarli da tutte le pietre sprofondate nel suolo a fare un pavimento duro sul quale non avevano presa le tenere radici.
E poi, sparso tutto il suo seme, se ne tornò a casa e disse: “Oh! bene! Ora non c’è che da attendere la raccolta”.
E si beava perché, col passare dei mesi, vedeva spuntare fitto il grano nei campi davanti alla casa, e crescere… oh! che soffice tappeto! E spigare… oh! che mare! e imbiondire e cantare, battendo spiga a spiga, l’osanna al sole. L’uomo diceva: “Prepariamo la falce e i granai. Quanto pane! Quanto oro!”. E si beava…
Segò il grano dei campi più vicini e poi passò a quelli ereditati dal padre, ma lasciati inselvatichire. E restò di stucco.
Grano e grano era nato, perché i campi erano buoni e la terra bonificata dal padre era grassa e fertile. Ma la sua stessa fertilità aveva agito anche sulle piante spinose, travolte ma non sterilite. Esse erano rinate ed avevano fatto un vero soffitto di ramaglie irte di rovi, attraverso le quali il grano non aveva potuto emergere che con le rare spighe ed era morto soffocato quasi tutto.
L’uomo disse: “Sono stato negligente in questo posto. Ma altrove non erano rovi, e andrà meglio”. E passò ai campi di recente acquisto.
Il suo stupore crebbe in pena. Sottili, e ormai disseccate, foglie di grano giacevano come fieno secco sparse per ogni dove. Fieno secco. “Ma come? Ma come?”, gemeva l’uomo. “Eppure qui non sono spine! Eppure il grano era lo stesso! Eppure era nato folto e bello. Lo si vede dalle foglie ben formate e numerose. Perché allora tutto è morto senza fare spiga?”. E con dolore si dette a scavare il suolo per vedere se trovava nidi di talpe o altri flagelli. Insetti e roditori no, non ce ne erano. Ma quanti, quanti sassi! Una petraia! I campi erano letteralmente selciati da scaglie di pietra e la poca terra che li copriva era un inganno.
Oh! se avesse approfondito l’aratro quando era tempo! Oh! se avesse scavato, prima di accettare quei campi e comperarli per buoni! Oh! se almeno, dopo lo sbaglio fatto di acquistare quanto gli veniva proposto senza persuadersi della sua bontà, li avesse resi buoni a fatica di reni! Ma ormai era tardi ed era inutile il rammarichìo.
L’uomo si alzò in piedi avvilito e andò ai campi intersecati di stradette per sua comodità… E si strappò le vesti dal dolore. Qui non c’era nulla, assolutamente nulla… La terra scura del campo era coperta da un leggero strato di polvere bianca… L’uomo si accasciò al suolo gemendo: “Ma qui perché? Qui non spine e non sassi perché questi sono campi nostri. L’avo, il padre, io, li abbiamo sempre avuti e in lustri e lustri li abbiamo fatti fertili. Io vi ho aperto le strade, avrò levato del terreno al campo, ma ciò non può averlo fatto sterile così…”.
Piangeva ancora quando ebbe risposta al suo dolore da un fitto sciame d’uccelli che si accanivano dai sentieri sul campo e da questo ai sentieri per cercare, cercare, cercare semi, semi, semi… Il campo, divenuto una rete di stradette sui bordi delle quali era caduto del grano, aveva attirato molti uccelli, e questi prima avevano mangiato il grano caduto sulla via e poi quello del campo, fino all’ultimo chicco.
Così il seme, uguale per tutti i campi, aveva dato dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta, dove il nulla. Chi ha orecchie da intendere intenda.
Il Seme È la Parola: uguale per tutti.
I luoghi dove cade il Seme: i vostri Cuori.
Ognuno applichi e comprenda. La Pace Sia con voi”.
E poi, rivolgendosi a Pietro, dice: “Risali finché puoi e poi ammara dall’altro lato”.
E mentre le due barche fanno poca via sul Fiume per poi fermarsi presso la sponda, Gesù si siede chiedendo al discepolo novello: “Chi resta, ora, a casa tua?”.
“Mia madre col fratello maggiore, sposato da cinque anni. Le sorelle sono sparse per la regione. Mio padre era molto buono. E mia madre lo piange desolatamente”. Il giovane si arresta bruscamente, perché sente che un singhiozzo gli monta dal cuore.
Gesù lo afferra per una mano e dice: “Ho conosciuto Io pure questo dolore ed ho visto piangere mia Madre. Ti capisco perciò…”.
Lo sfregare della barca sul greto fa sì che il discorso si interrompa per permettere di scendere a terra. Qui non sono più i colli bassi di Betsaida che quasi tuffano il muso nel Lago, ma una pianura ricca di messi si stende da questa sponda, opposta a Betsaida, verso il Nord.
“Andiamo a Meron?”, chiede Pietro.
“No. Prendiamo questo sentiero fra i campi”.
I campi, belli e ben tenuti, mostrano le spighe ancora tenere ma già formate; tutte alla stessa altezza, e col lieve ondeggiare che imprime loro il vento fresco che viene dal nord, sembrano un altro piccolo Lago al quale fanno da vele gli alberi che si drizzano qua e là, pieni di zirli d’uccelli.
“Questi campi non sono come quelli della parabola”, osserva il cugino Giacomo.
“No, davvero! Gli uccelli non li hanno devastati, non ci sono spine e non sassi. Un bel grano! Fra un mese sarà già biondo… e fra due sarà pronto alla falce e al granaio”, dice Giuda Iscariota.
“Maestro… io Ti ricordo ciò che hai detto in casa mia. Tu hai parlato tanto bene. Ma io comincio ad avere nella testa delle nuvole scompigliate come quelle lassù…”, dice Pietro.
“Questa sera te lo spiegherò. Ora siamo in vista di Corozim”. E Gesù guarda fisso il neo discepolo, dicendo: “A chi dà è dato. E l’avere non leva il merito del donativo. Conducimi al sepolcro vostro e alla casa di tua madre”.
Il giovane si inginocchia baciando fra le lacrime la Mano di Gesù.
“Alzati. Andiamo. Il mio spirito ha sentito il tuo pianto. Voglio fortificarti nell’eroismo con il mio amore”.
“Mi aveva raccontato Isacco l’Adulto quanto Tu eri buono. Isacco, sai? Quello al quale Tu hai risanato la figlia. È stato il mio apostolo. Ma vedo che la tua bontà è ancora più grande di quanto mi era stato detto”.
“Saluteremo anche l’Adulto per ringraziarlo di avermi dato un discepolo”.
Corozim è raggiunta ed è proprio la casa di Isacco la prima che si trova. Il vecchio, che sta tornando in casa, quando vede il gruppo di Gesù coi suoi, e fra essi il giovane di Corozim, alza le braccia, col suo bastoncello in mano, e resta senza fiato, a bocca aperta. Gesù sorride e il suo sorriso rende voce al vecchione.
“Dio Ti Benedica, Maestro! Ma come a me Quest’Onore?”.
“Per dirti ‘grazie”.
“Ma di che, mio Dio? Io devo dirtela Questa Parola. Entra, entra. Oh! che dolore che mia figlia sia lontana per assistere la suocera! Perché si è sposata, lo sai? Tutte le benedizioni dopo che Ti ho incontrato! Lei guarita, e subito dopo quel ricco parente tornato da lontano, vedovo, con quei piccoli bisognosi di una madre… Oh! ma te le ho già dette queste cose! La mia testa è vecchia! Perdona”.
“La tua testa è saggia e dimentica anche di gloriarsi del bene che fa per il suo Maestro. Dimenticarsi del bene fatto è saggezza. Dimostra umiltà e fiducia in Dio”.
“Ma io… non saprei…”.
“E questo discepolo non l’ho per te?”.
“Oh!… Ma non ho fatto nulla, sai? Solo ho detto la verità… e sono contento che Elia sia con Te”. Si volge a questo Elia e dice: “Tua madre, dopo il primo momento di stupore, ebbe rasciugato il pianto nel saperti del Maestro. Tuo padre ebbe un degno cordoglio, però. Da poco è nel sepolcro”.
“E mio fratello?”.
“Tace… Sai… gli è stato un po’ duro vederti assente… per il paese… Lui pensa ancora così…”.
Il giovane si volge a Gesù: “Tu lo hai detto. Ma io non vorrei che egli fosse morto… Fa che divenga vivo come me, e al tuo servizio”.
Gli altri non capiscono e guardano interrogativamente, ma Gesù risponde: “Non disperare e persevera”. Poi benedice Isacco e se ne va, nonostante ogni pressione. Sostano prima presso il sepolcro chiuso e pregano. Poi, attraverso un vigneto ancora semispoglio, vanno alla casa di Elia. L’incontro fra fratelli è piuttosto sostenuto. Il maggiore si sente offeso e lo vuole far rilevare. Il minore si sente umanamente colpevole e non reagisce. Ma l’arrivo della madre, che senza parole si prostra e bacia l’orlo della veste di Gesù, rasserena l’ambiente e gli animi. Tanto che si vuole fare onore al Maestro. Il quale però non accetta nulla, ma solo dice: “Siano giusti i vostri cuori, l’uno verso l’altro, come giusto era colui che piangete. Non date impronta umana al sovrumano: la morte e l’elezione ad una missione. L’anima del giusto non si è agitata nel vedere che il figlio mancava alla sepoltura del suo cadavere. Ma si è anzi messa quieta, nella sicurezza sul futuro del suo Elia.
Il pensiero del mondo non turbi la grazia dell’elezione. Se il mondo ha potuto stupire di non vedere costui presso il feretro paterno, gli Angeli hanno esultato nel vederlo a fianco del Messia. Siate giusti. E tu, madre, sii consolata da questo. Hai educato con saggezza, e tuo figlio è stato chiamato dalla Sapienza. Vi benedico tutti. La pace sia con voi ora e sempre”. Tornano sulla via che riprendono per andare al Fiume e da qui a Betsaida. L’uomo, Elia, neppure si è attardato un istante sulla soglia paterna. Dopo il bacio di addio alla madre ha seguito il Maestro con la semplicità con cui un bambino segue il suo vero padre.
Implorando la Benedizione del Cibo Che Quotidianamente Consumiamo, Ringraziamo il Signore per i Doni Che Concede da Sempre al Mondo, Pregando Tutti Insieme per:
La Santissima Trinità Divina – nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo Consolatore, la Creazione – Opera Straordinaria dell’Onnipotente, Il Santo Natale del Cristo di Dio, Il Santissimo Sangue del Divino Agnello, il Sangue dei Martiri Innocenti, il Santuario della Beata Vergine della Rivelazione in Roma e Tutti i Luoghi in Cui Maria Intese Manifestarsi ai Figli del Popolo di Dio, il Ricordo della Madonna dell’Arco e del Carmine, Santa Maria Maddalena, Giovanni il Battista – Precursore del Cammino di Gesù, San Giuseppe – coi Santi e gli Angeli del Paradiso, Le Anime Sante abbandonate in Purgatorio e per i Defunti di Tutti i Tempi, I Profeti e i Veggenti, i Perseguitati a Causa della Testimonianza Cristica, Papa Francesco, il Rabbino Capo di Roma e Tutti i Riconosciuti Giusti, i Sacerdoti e i Professanti la Fede in Dio Padre Onnipotente, i Movimenti Eucaristici e Mariani, i Gruppi di Preghiera, gli Ammalati nel Corpo e nello Spirito, i Carcerati, gli atei, gli ipocriti e i sapienti della Terra, i Bimbi Deceduti prima del Santo Battesimo, i Giovani e tutti Coloro che non Credono nella Divina Misericordia di Gesù Cristo – Figlio Prediletto dell’Altissimo, Signore nostro, Sacerdote Infallibile e Salvatore del mondo intero.
Celebrando il Memoriale del Tuo Meraviglioso Figlio, Ti Offriamo, Padre, il Pane della Vita e il Calice della Salvezza, e Ti Rendiamo Grazie per Averci Ammessi alla Tua Presenza a Compiere l’Amorevole Testimonianza al Prossimo nostro. Ti Preghiamo Umilmente: per la Comunione al Corpo e al Sangue di Cristo, lo Spirito Santo ci Riunisca in un Solo Corpo. Ricordati, Padre, della Tua Chiesa Diffusa su Tutta la Terra: Rendila Perfetta nell’Amore in Unione con il nostro Papa – Francesco, e con Tutto l’Ordine Sacerdotale. Ricordati dei nostri Fratelli, Che Si Sono Addormentati nella Speranza della Risurrezione, e di Tutti i Defunti Che Si Affidano alla Tua Clemenza: Ammettili a Godere la Luce del Tuo Volto. Di noi tutti Abbi Misericordia: Donaci di Aver Parte alla Vita Eterna, Insieme con la Beata Maria, Vergine e Madre di Dio, con gli Apostoli e Tutti i Santi, Che in Ogni Tempo Ti Furono Graditi: e in Gesù Cristo Tuo Figlio Canteremo la Tua Gloria: “Per Cristo, Con Cristo e In Cristo, a Te, Dio, Padre Onnipotente, nell’Unità dello Spirito Santo, Ogni Onore e Gloria, per Tutti i Secoli dei Secoli. Amen.
Popolo di Dio, Che Ami Con Cuore Puro il tuo Creatore, Proclama al mondo Che il Figlio Prediletto È Nuovamente quaggiù, sulla Terra, tra noi, e Avrai Salva la Vita!
“Se Siamo Morti Con Cristo, Crediamo Anche Che Vivremo Con Lui! Alleluia. (Rm 6, 8)”
“La Grande Promessa della Divina Misericordia”
Preghiera del Mattino
Cuore di Gesù Tu Sai, Cuore di Gesù Tu Puoi, Cuore di Gesù Tu Vedi, Cuore di Gesù Provvedi, Cuore di Gesù Concedi, Cuore di Gesù noi Crediamo al Tuo Amore per noi, Cuore di Gesù Pensa a Tutti e a Tutto Tu. Amen.
Dal Libro del Profeta Isaia (Is 6, 1-8)
Nell’Anno in Cui Morì il re Ozìa, Io Vidi il Signore Seduto su un Trono Alto ed Elevato; i Lembi del Suo Manto Riempivano il Tempio. Sopra di Lui Stavano dei Serafini; Ognuno Aveva sei Ali. Proclamavano l’Uno all’Altro, Dicendo: “Santo, Santo, Santo il Signore degli Eserciti! Tutta la Terra È Piena della Sua Gloria”. Vibravano gli stipiti delle porte al Risuonare di Quella Voce, mentre il Tempio Si Riempiva di Fumo. E Dissi: “Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei Occhi Hanno Visto il Re, il Signore degli Eserciti”. Allora Uno dei Serafini Volò verso di me; Teneva in Mano un Carbone Ardente Che Aveva Preso con le Molle dall’Altare. Egli mi Toccò la Bocca e Disse: “Ecco, Questo Ha Toccato le tue Labbra, perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato”. Poi io Udii la Voce del Signore Che Diceva: “Chi Manderò e chi andrà per noi?”. E io Risposi: “Eccomi, Manda me!”. Parola di Dio. (Rendiamo Grazie a Dio).
Dal Salmo 92
Il Signore Regna, Si Riveste di Maestà: Si Riveste il Signore, Si Cinge di Forza. È Stabile il Mondo, non potrà vacillare. Stabile È il Tuo Trono da Sempre, dall’Eternità Tu Sei. Davvero Degni di Fede i Tuoi Insegnamenti! La Santità Si Addice alla Tua Casa per la Durata dei Giorni, Signore.
Dal Santo Vangelo del Cristo di Dio Secondo l’Apostolo Matteo (Mt 10, 24-33)
In Quel Tempo, Disse Gesù ai Suoi Apostoli: «Un Discepolo non è più grande del Maestro, né un servo è più grande del suo Signore; È Sufficiente per il Discepolo Diventare Come il suo Maestro e per il servo Come il suo Signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto Che non Sarà Svelato né di Segreto Che non Sarà Conosciuto. Quello Che Io vi Dico nelle tenebre voi Ditelo nella Luce, e Quello Che Ascoltate all’Orecchio voi Annunciatelo dalle Terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il Corpo, ma non hanno potere di uccidere l’Anima; abbiate Paura piuttosto di Colui Che Ha il Potere di Far Perire nella Geènna e l’Anima e il Corpo. Due Passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a Terra senza il Volere del Padre vostro. Perfino i Capelli del vostro capo Sono Tutti Contati. Non abbiate dunque paura: voi Valete Più di molti Passeri! Perciò chiunque Mi Riconoscerà Davanti agli uomini, anch’Io lo Riconoscerò Davanti al Padre Mio Che È nei Cieli; chi invece Mi Rinnegherà davanti agli uomini, anch’Io lo Rinnegherò Davanti al Padre Mio Che È nei Cieli». Parola del Signore. (Lode a Te o Cristo).
Preghiera della Sera
Come una Buona Madre, Chiudimi Dolcemente alle cose di quaggiù. L’Anima mia È Stanca di affanni e tristezze, la fatica che mi attende è qui a me vicina. Metti la Tua mano sulla mia fronte, Arresta il mio pensiero. Dolce Sarà il mio Riposo, se Benedetto da Te, perché Domani il Tuo Povero Figlio si desti più Forte. Amen.
Benedetto nei Secoli il Signore!
O Gesù, Tu Che da Sempre Vivi, non Ti Scordar di me!
Raccoglimento Solenne
(In Ginocchio)
– Dio, Sorgente e Principio di Ogni Benedizione, Effonda su di noi la Sua Grazia e ci Doni per Tutto l’Anno Vita e Salute. (Amen).
– Ci Custodisca Integri nella Fede, Costanti nella Speranza, Perseveranti e Pazienti Sino alla Fine nella Carità. (Amen).
– Dio Disponga Opere e Giorni nella Sua Pace, Ascolti Qui e in Ogni Luogo le nostre Preghiere e ci Conduca alla Felicità Eterna. (Amen).
– E la Benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo, Discenda Su di noi e con noi Rimanga Sempre. (Amen).