Il Santo Vangelo del Giorno mercoledì del Signore 07 febbraio 2024 (2031).
Dedicato […]
Dedicato ad Angela M., Lucia P. e ad Anna S., Augurando Loro Tanta Gioia e Felicità in questo e nell’Altro Mondo!
Con l’Amore e la Devozione Dovuti a Colui Ch’È Tornato tra noi nel Nome del Padre
Poiché “Il Potere di Cristo Espelle l’originaria causa di ogni male”, Dedichiamo il Santo Vangelo del Giorno all’Amore e alla Divina Misericordia di Gesù Salvatore – Tornato Nuovamente tra noi, affinché Conceda il Suo Perdono alle Anime Sante Abbandonate in Purgatorio e ai Defunti di Tutti i Tempi, Creature Tenere ma Private della Diffusa e Salvifica Preghiera di noi distratti Figli di quaggiù. Per Grazia Ricevuta.
Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo! Amen
Ascolta la versione in Aramaico 1 (mp3)
Rivelazione
(In Ginocchio)
“E voi Vedrete il Figlio dell’Uomo Venire sulle Nubi del Cielo e Sedere alla Destra della Potenza di Dio!”.
Confiteor
(da Recitarsi possibilmente in Ginocchio, Invocando la Divina Misericordia)
«Confesso a Dio Onnipotente e a voi, Fratelli, Che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E Supplico la Beata Sempre Vergine Maria, gli Angeli, i Santi e voi, Fratelli, di Pregare per me il Signore Dio nostro. Dio Onnipotente Abbia Misericordia di noi, Perdoni i nostri peccati e ci Conduca alla Vita Eterna. Amen».
Riflessioni dello Spirito
All’improvviso, Capirai la Vera Essenza del Cristo e Quel Che ci han di Lui celato! Avrai vergogna anche per Ciò, poiché non hai Abbandonato il tuo Cuore Mentre Egli Parlava della Verità – Che ci ostiniamo a non Vedere e a non voler ancora Udire.
Atto di Dolore
O Gesù, mi Pento e mi Dolgo con Tutto il Cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i Tuoi Castighi e, soprattutto, perché ho offeso Te, Infinitamente Buono e Degno d’Essere Amato Sopra Ogni Cosa! Propongo – col Tuo Santo Aiuto, di non offenderTi mai più e di Fuggire le occasioni prossime di peccato. Signore, Misericordia, Perdonami! Amen.
Preghiera dal Cuore
(Atto di Amorevole Umiliazione ai Piedi della Santa Croce – in Ginocchio – 27 luglio 2019)
“Per Te Io Sopporto l’Insulto e la vergogna Mi Copre la Faccia; Sono Diventato un Estraneo ai Miei Fratelli, Uno Straniero per i Figli di Mia Madre. Perché Mi Divora lo Zelo per la Tua Casa, gli insulti di chi Ti Insulta ricadono su di Me. Mi Sento Venir Meno. Mi Aspettavo Compassione, ma invano, consolatori, ma non ne Ho Trovati. Mi Hanno messo veleno nel Cibo e Quando Avevo Sete Mi hanno dato aceto. Loderò il Nome di Dio con un Canto, Lo Magnificherò con un Ringraziamento, Vedano i Poveri e si Rallegrino; voi Che Cercate Dio, Fatevi Coraggio, perché il Signore Ascolta i Miseri e non Disprezza i Suoi Che Sono Prigionieri”. (Sal 69(68),5.8-10.14.).
Professione di Fede
(in Ginocchio)
“I Servi Fedeli alla Maestà del Figlio dell’Uomo Saranno Pastori Umili e Buoni per le genti del Mondo Nuovo, a Compimento della Gloria in Terra di Dio Padre Onnipotente! Amen”.
“Credo in un Solo Dio, Padre Onnipotente, Creatore del Cielo e della Terra, e di Tutte le Cose Visibili e Invisibili. Credo in un Solo Signore Gesù Cristo, Unigenito Figlio di Dio, Nato dal Padre Prima di Tutti i Secoli. Dio da Dio, Luce da Luce, Dio Vero da Dio Vero, Generato – e non Creato, della Stessa Sostanza del Padre. Per Mezzo di Lui Tutte le Cose Sono State Create. Per noi uomini e per la nostra Salvezza Discese dal Cielo, e per Opera dello Spirito Santo Si È Incarnato nel Seno della Vergine Maria e Si È Fatto Uomo. Fu Crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, Morì e Fu Sepolto e il Terzo Giorno È Risuscitato Secondo le Scritture; È Salito al Cielo, Siede alla Destra di Dio Padre Onnipotente e di Nuovo Verrà nella Gloria per Giudicare i Vivi e i morti e il Suo Regno non Avrà fine. Credo nello Spirito Santo, Che È Signore e Dà la Vita e Procede dal Padre e dal Figlio, e Con il Padre e il Figlio È Adorato e Glorificato e Ha Parlato per Mezzo dei Profeti. Credo nella Chiesa del Figlio dell’Uomo, una Santa Cattolica e Apostolica. Professo un Solo Battesimo per il Perdono dei peccati e Aspetto la Risurrezione dei Morti e la Vita del Mondo Che Verrà! Amen”.
Genti del mondo, il Signore non Guarderà alla materia accumulata sulla Terra, ma Peserà i Beni che avremo sparso in Capo al Suo Creato. Nulla è infatti eterno, se non il Padre Nostro – Sempre Pronto a Consolar le ormai povere Anime smarritesi nel tortuoso percorso della Vita. Oggi, leggendo il Santo Vangelo del Giorno, con l’introduzione d’uno Stigmatizzato Fratello in Cristo – Antonio Ruffini, e la riportata “lettera dall’inferno”, si evince che abbiamo un’ulteriore Opportunità, ovvero di Poter Intensamente Pregare per le Creature cadute purtroppo nella rete del peccato, affinché s’abbia ad Intenerire in Eccesso il Cuore Misericordioso dell’Agnello di Dio – e Le Salvi Finalmente dall’inferno. Non servono – infatti, grandi cose per Entrare nel Regno dei Cieli, poiché Sta Scritto Che il Riconoscere Gesù Quale Figlio Prediletto dell’Altissimo ci Spalancherà le Porte del Paradiso. Molta gente s’è ammalata, mentre altri già più non sono: non lasciamoci sorprendere – quindi, destiamoci e guardiamo Bene negli Occhi il Cristo, Giusto ed Unico Salvatore del Popolo di questo strano mondo. Serena Giornata a tutti e Buon Compleanno a Lucia, ad Angela e ad ogni Creatura Nata in Tal Particolare Data, Rammentando la Grande Promessa della Divina Misericordia, in Questo Passaggio di Profondo Riflessione dello Spirito. Grazie.
Rivelazioni dello Spirito
(Riceviamo e pubblichiamo – 23 agosto 2004)
In Ginocchio
“Sì, Sempre Affidati a Lui Che ci È Padre Meraviglioso e Sa Che i Suoi Cari Figli – Che Si Sono Offerti per AiutarLo alla Salvezza delle Anime, Sono Tutti in Movimento per Portare ad altri la Bella Notizia Che Presto Verrà Gesù a Farvi Visita, e vi Esporrà, tutti i Giorni della vostra Vita, in una Dimensione Visiva e Intellettuale, Che [con la Quale] riuscirete a ben capire Quali Atti Commessi siano stati oggetto di luridume alla vostra Anima, e Quali Atti invece Siano Stati a Favore di Premio. Cose mai viste prima, sperimenterete tutti voi stessi, e sarà pretenzioso, da parte vostra, cercare di dare spiegazioni di ” perché” o con dei “ma”. Fate bene fare silenzio con Contrizione Approfondita, e solamente una Frase Dovrà essere sempre ripetuta, con Convinzione ferrea: “Mea culpa, mea maxima culpa!”. Nessuno vi verrà in Soccorso a tale atto di vedervi esattamente come siete! Ognuno è responsabile di sé stesso, questo lo avete capito”. Antonio Ruffini – Stigmatizzato (P*23.08.04).
Testimonianza
(Riceviamo e pubblichiamo – 24 maggio 2023)
Ha Detto Oggi il Signore: “Ogni Cosa È Davvero Giunta al Suo Previsto Termine e le Scritture Impresse Dietro Ispirazione del Padre Si Sono Ormai Compiute! Preparatevi ad Accogliere per Tempo la Potenza dei Segni Celesti tra gli uomini della Terra, Pregando e Digiunando con Gioia e con Soave Umiltà”.
Anna e Clara
(lettera dall’inferno)
Imprimatur E Vicariatu Urbis, die 9 aprilis 1952 + Oloysius Traglia Archie.us Caesarien. Vicesgerens
Invito
Il fatto qui esposto ha un’Importanza Eccezionale. L’originale è in lingua tedesca; delle edizioni sono state eseguite in altre lingue. Il Vicariato di Roma ha dato il permesso di pubblicare lo scritto. L’«Imprimatur» dell’Urbe è garanzia della traduzione dal tedesco e della serietà del tremendo episodio. Sono pagine svelte e terribili e raccontano un tenore di Vita in cui vivono molte persone dell’odierna società. La Misericordia di Dio, permettendo il fatto qui narrato, solleva il velo del più spaventoso Mistero che ci attende al termine della Vita. Ne sapranno approfittare le Anime?…
Premessa
Clara e Annetta, giovanissime, lavoravano in una: Ditta commerciale a*** (Germania).
Non erano legate da profonda amicizia, ma da semplice cortesia. Lavoravano. ogni giorno l’una accanto all’altra e non poteva mancare uno scambio di idee: Clara si dichiarava apertamente Religiosa e sentiva il dovere di istruire e richiamare Annetta, quando questa si dimostrava leggera e superficiale in fatto di Religione.
Trascorsero qualche tempo assieme; poi Annetta contrasse matrimonio e si allontanò dalla Ditta. Nell’Autunno di quell’Anno, 1937, Clara trascorreva le vacanze in riva al lago di Garda. Verso la metà di settembre la mamma le mandò dal paese natio una lettera: «È morta Annetta N… È rimasta vittima di un incidente automobilistico. L’hanno sepolta ieri nel “Waldfriedhof».
La notizia spaventò la buona signorina, sapendo che l’amica non era stata tanto Religiosa. Era preparata a presentarsi Davanti a Dio?… Morendo all’improvviso, come si sarà trovata?…
L’indomani ascoltò la Santa Messa e fece anche la Comunione in suo Suffragio, Pregando fervorosamente. La notte seguente, 10 minuti dopo la mezzanotte, ebbe luogo la Visione…
«Clara, non Pregare per me! Sono dannata. Se te lo comunico e te ne riferisco piuttosto lungamente; non. credere che ciò avvenga a titolo di’ amicizia: Noi qui non Amiamo più nessuno. Lo faccio come costretta. Lo faccio come «parte di quella potenza che sempre vuole il male e opera il Bene».
In Verità vorrei vedere anche te approdare a questo stato, dove io ormai ho gettato l’àncora per sempre:
Non stizzirti di questa intenzione. Qui, noi pensiamo tutti così. La nostra Volontà è impietrita nel male – in ciò che voi, appunto, chiamate «male». Anche quando noi facciamo qualche cosa di «bene», come io ora, spalancandoti gli occhi sull’inferno, questo non avviene con buona, intenzione.
Ti ricordi ancora che quattro anni fa ci siamo conosciute a * * *? Contavi allora; 23 anni e ti trovavi colà. da mezz’anno quando ci arrivai io.
Tu mi hai levata da qualche impiccio; come a principiante, mi hai dato dei buoni indirizzi. Ma che vuol dire «buono»? Io lodavo allora il tuo «Amore del Prossimo». Ridicolo! Il tuo soccorso derivava da pura civetteria, come, del resto, lo sospettavo già fin d’allora. Noi non riconosciamo qui nulla di buono. In nessuno.
Il tempo della mia giovinezza lo conosci. Certe lacune le riempio qui.
Secondo il piano dei miei genitori, a dire il vero, non sarei neanche dovuta esistere. « Capitò loro appunto una disgrazia». Le mie due sorelle contavano già 14 e 15 anni, quando io tendevo alla Luce.
Non fossi mai esistita! Potessi ora annientarmi e sfuggire a questi tormenti! Nessuna voluttà uguaglierebbe quella con cui lascerei la mia esistenza, come un vestito di cenere, che si perde nel nulla.
Ma io devo esistere. Devo esistere così come mi son fatta io: con una esistenza fallita.
Quando papà e mamma, ancora giovani, si trasferirono dalla campagna in città ambedue avevano perduto il contatto con la Chiesa. E fu meglio così.
Simpatizzarono con gente non legata alla chiesa. Si erano conosciuti in un ritrovo danzante e mezz’anno dopo «dovettero» sposarsi.
Nella Cerimonia nuziale rimase attaccata a loro tant’Acqua Santa, che la mamma si recava in Chiesa alla Messa domenicale un paio di volte l’anno. Non mi ha mai insegnato a Pregare davvero. Si esauriva nella cura quotidiana della Vita, benché la nostra situazione non fosse disagiata.
Parole, come Pregare, Messa, istruzione Religiosa, Chiesa, le dico con una ripugnanza intera senza pari. Aborrisco tutto, come odio chi frequenta la Chiesa e in genere tutti gli uomini e tutte le cose.
Da tutto, infatti, ci deriva tormento. Ogni cognizione ricevuta in punto di morte, ogni: ricordo di cose vissute o sapute, è per noi una fiamma pungente.
E tutti i ricordi ci mostrano quel lato che in essi era Grazia, e che noi sprezzammo. Quale tormento è questo! Noi non mangiamo, non dormiamo, non camminiamo coi piedi. Spiritualmente incatenati, guardiamo inebetiti «con urla e stridor di denti» la nostra Vita andata in fumo: odiando e tormentati! Senti? Noi qui beviamo l’odio come acqua. Anche l’uno verso l’altro. Soprattutto noi odiamo Dio.
Te lo voglio rendere comprensibile.
I Beati in Cielo devono AmarLo, perché essi Lo vedono senza velo, nella Sua Bellezza abbagliante. Ciò li Beatífica talmente da non poterLo descrivere. Noi Lo sappiamo e questa cognizione ci rende furibondi .
Gli uomini in Terra che conoscono Dio dalla Creazione e dalla Rivelazione possono AmarLo; ma non Ne sono costretti. Il Credente – lo dico digrignando i denti – il quale, meditabondo, Contempla Cristo in Croce, con le braccia stese, finirà con l’AmarLo.
Ma colui al quale Dio Si Avvicina solo nell’uragano; Come Punitore, come Giusto Vendicatore, perché un giorno Fu da lui Ripudiato, come avvenne di noi, costui non può che odiarLo, con tutto l’impeto della sua malvagia volontà, eternamente, in forza della libera accettazione di esseri separati da Dio: risoluzione con la quale, morendo, abbiamo esalato l’Anima nostra e che neppure ora ritiriamo e non avremo mai la volontà di ritirare.
Comprendi ora perché l’inferno dura eternamente? Perché la nostra ostinazione giammai si scioglierà da noi.
Costretta, aggiungo che Dio È Misericordioso persino verso di noi. Dico «costretta », poiché, anche se dico queste cose volutamente, pure non mi è permesso di mentire, come volentieri vorrei. Molte cose le affermo contro la mia Volontà. Anche la foga d’improperi, che vorrei vomitare la devo strozzare.
Dio Fu Misericordioso verso di noi col non lasciare esaurire sulla Terra la nostra malvagia Volontà, come noi saremmo stati pronti a fare. Ciò avrebbe aumentato le nostre colpe e le nostre pene. Egli ci Fece morire anzitempo, come me, o Fece Intervenire altre circostanze mitiganti.
Ora Egli Si Dimostra Misericordioso verso di noi col non costringerci ad Avvicinarci a Lui più di quanto lo siamo in questo remoto luogo infernale; ciò diminuisce il tormento.
Ogni passo che mi portasse più Vicino a Dio mi cagionerebbe una pena maggiore di quella che a te recherebbe un passo più vicino a un Rogo Ardente.
Ti sei spaventata, quando io una volta, durante il passeggio, ti raccontai che mio padre, pochi giorni avanti la mia Prima Comunione, mi aveva detto: «Annettina, cerca di meritarti un bel vestitino; il resto è una montatura».
Per il tuo spavento quasi mi sarei perfino vergognata. Ora ci rido sopra. L’unica cosa ragionevole in quella montatura era che ci si ammetteva alla Comunione solo a dodici anni. Io allora, ero già abbastanza presa dalla mania dei divertimenti mondani, così che senza scrupoli mettevo in un canto le cose Religiose e non diedi grande importanza alla Prima Comunione.
Che parecchi bambini vadano ora alla Comunione già a sette anni, ci mette in furore. Noi facciamo di tutto per dare a intendere alla gente che ai bambini manca una cognizione adeguata. Essi devono prima commettere alcuni peccati mortali.
Allora la Bianca Particola non fa più in essi così gran danno, come quando nei loro Cuori vivono ancora la Fede, la Speranza e la Carità – puh! Questa Roba ricevuta nel Battesimo. TI ricordi come abbia già sostenuto sulla Terra questa opinione? Ho accennato a mio padre. Egli era sovente in lite con la mamma. Te ne feci allusione solo raramente; me ne vergognavo. Cosa ridicola la vergogna del male! Per noi, qui tutto è lo stesso.
I miei genitori neanche dormivano più nella medesima camera; ma io con la mamma, e il papà nella camera attigua, dove poteva rincasare liberamente a qualsiasi ora. Beveva molto; in tal modo scialacquava il nostro patrimonio. Le mie sorelle erano ambedue impiegate e abbisognavano esse stesse, dicevano, del denaro che guadagnavano. La mamma, cominciò a lavorare per guadagnare qualche cosa.
Nell’ultimo anno di vita papà batteva spesso la mamma, quando lei non gli voleva dar nulla. Verso di me, invece. fu sempre amorevole. Un giorno te l’ho raccontato e tu, allora, ti sei urtata del mio capriccio (di che cosa non ti sei urtata nei miei riguardi?) – un giorno dovette portare indietro, per ben due volte, le scarpe comprate, perché la forma e i tacchi non erano per me abbastanza moderni.
La notte in cui mio padre fu colpito da apoplessia mortale avvenne qualche cosa che io, per timore di una interpretazione disgustosa, non riuscii mai a confidarti. Ma ora devi saperlo. È importante per questo: allora per la prima volta fui assalita dal mio spirito tormentatore attuale.
Dormivo in camera con mia madre. I suoi respiri regolari dicevano il suo profondo sonno.
Quand’ecco mi sento chiamare per nome. Una voce ignota mi dice: «Che sarà se muore papà?».
Non amavo più mio padre, dacché trattava così villanamente la mamma; come, del resto, non amavo fin d’allora assolutamente nessuno, ma ero solamente affezionata ad alcune persone, che erano buone verso di me. L’Amore senza Speranza di contraccambio terreno, Vive solo nelle Anime in Stato di Grazia. E io non Lo ero.
Così risposi alla misteriosa domanda, senza darmi conto donde venisse: «Ma non muore mica!».
Dopo una breve pausa, di nuovo la stessa domanda chiaramente percepita. «Ma non muore mica!», mi scappò ancora di bocca, bruscamente.
Per la terza volta fui richiesta: «Che sarà se muore tuo padre?». Mi si presentò alla mente come papà spesso veniva a casa piuttosto ubriaco, strepitava, maltrattava la mamma, e come egli ci aveva messi in una condizione umiliante dinanzi alla gente. Perciò gridai indispettita. «E gli sta bene!».
Allora tutto tacque.
La mattina seguente, quando la mamma volle mettere in ordine la stanza del babbo, trovò la porta chiusa a chiave. Verso mezzogiorno si forzò la porta. Mio padre, mezzo vestito, giaceva cadavere sul letto. Nell’andare a prendere la birra in cantina, doveva essersi buscato qualche accidente. Era già da lungo tempo malaticcio. (*)
(*) Aveva forse Dio Legato la Salvezza del padre all’Opera Buona della figlia, verso la quale quell’uomo era stato pur Buono? Quale responsabilità per ognuna, lasciar perdere l’occasione di fare del Bene al Prossimo!
Marta K … e tu, mi avete indotta a entrare nell’Associazione delle Giovani. Veramente non ho mai nascosto che trovavo abbastanza intonate con la moda, parrocchiale le istruzioni delle due direttrici, le signorine X …
I giuochi erano divertenti. Come sai vi ebbi subito una parte direttiva. Ciò mi andava a genio.
Anche le gite mi piacevano. Mi lasciai perfino indurre alcune volte ad andare alla Confessione e alla Comunione.
A dire il vero, non avevo nulla da confessare. Pensieri e discorsi per me non avevano importanza. Per azioni più grossolane non ero ancora abbastanza corrotta.
Tu mi ammonisti una volta: «Anna, se non Preghi vai alla perdizione!». Io Pregavo davvero poco, e anche questo solo svogliatamente.
Allora tu avevi purtroppo ragione. Tutti coloro che bruciano nell’inferno non hanno Pregato, o non hanno Pregato abbastanza.
La Preghiera È il Primo Passo Verso Dio. E rimane il Passo Decisivo. Specialmente la Preghiera a Colei Che Fu la Madre di Cristo, il Nome della Quale noi non nominiamo mai.
La Devozione a Lei strappa al demonio innumerevoli Anime, che il peccato gli consegnerebbe infallibilmente nelle mani.
Proseguo il racconto consumandomi d’ira e solo perché devo. Pregare è la cosa più facile che l’uomo possa fare sulla Terra. E proprio a questa Cosa facilissima Dio Ha Legato la Salvezza di ognuno.
A chi Prega con Perseveranza Egli – a poco a poco, Dà tanta Luce, lo Fortifica in maniera tale che alla fine anche il peccatore più impantanato si può definitivamente Rialzare. Fosse pure ingolfato nella melma fino al collo.
Negli ultimi anni della mia Vita non ho più Pregato come di Dovere e così mi sono privata delle Grazie, senza Le Quali nessuno può Salvarsi.
Qui non riceviamo più nessuna Grazia. Anzi, quand’anche Le ricevessimo, le rifiuteremmo cinicamente. Tutte le fluttuazioni dell’Esistenza terrena sono cessate in quest’altra Vita.
Da voi sulla Terra l’uomo può salire dallo stato di peccato allo stato di Grazia e dalla Grazia cadere in peccato: spesso per debolezza, talvolta per malizia.
Con la morte questo salire e scendere finisce, perché ha la sua radice nella imperfezione dell’uomo terreno. Ormai abbiamo raggiunto lo Stato Finale.
Già col crescere degli anni i cambiamenti divengono più rari. È vero, fino alla morte si può sempre rivolgersi a Dio o voltarGli le spalle. Eppure, quasi trascinato dalla corrente, l’uomo, prima del trapasso, con gli ultimi deboli resti nella Volontà, si comporta come era abituato nella Vita.
La consuetudine, buona o cattiva, diviene una seconda natura. Questa lo trascina con sé.
Così avvenne anche a me. Da anni vivevo lontana da Dio. Per questo nell’ultima Chiamata della Grazia mi risolvetti contro Dio.
Non fu il fatto che peccassi spesso a esser fatale per me, ma che io non volli più Risorgere.
Tu mi hai più volte ammonita, di ascoltare le Prediche, di leggere libri di Pietà. «Non ho tempo», era la mia risposta ordinaria. Non ci mancava altro per aumentare la mia incertezza interna! Del resto devo constatare questo: dal momento che la cosa era ormai così avanzata, poco prima della mia uscita dalla «Associazione delle Giovani», mi sarebbe riuscito enormemente gravoso mettermi su un’altra via. Io mi sentivo malsicura e infelice. Ma davanti alla Conversione si ergeva una muraglia.
Tu non lo devi aver sospettato. Tu te l’eri rappresentata così semplice quando un giorno mi dicesti: «Ma fa una buona Confessione, Anna, e tutto è a posto».
Io sentivo che sarebbe stato così. Ma il mondo, il demonio, la carne mi tenevano già troppo saldamente nei loro artigli. All’influsso del demonio non credetti mai. E ora attesto che egli influisce gagliardamente sulle persone che si trovano nella condizione in cui mi trovavo io allora.
Soltanto molte Preghiere, di altri e di me stessa, Congiunte con Sacrifici e sofferenze, mi avrebbero potuta strappare da lui.
E anche ciò, solo a poco a poco. Se ci sono pochi ossessi esternamente, di ossessi internamente ce n’è un formicolaio. Il demonio non può rapire la Libera Volontà a coloro che si dànno al suo influsso. Ma in pena della loro perdita, metodica apostasia da Dio, Questi Permette che il «maligno» si annidi in essi.
Io odio anche il demonio. Eppure egli mi piace, perché cerca di rovinare voialtri; lui e i suoi satelliti, gli spiriti caduti con lui al Principio del Tempo.
Essi si contano a milioni. Girovagano per la terra, densi come uno sciame di moscerini, e voi neanche ve ne accorgete.
Non tocca a noi riprovati di tentarvi; questo è l’ufficio degli spiriti decaduti. Veramente ciò accresce ancor più il loro tormento ogni volta che essi trascinano quaggiù all’inferno un’Anima umana. Ma che cosa non fa mai l’odio? Benché io camminassi per sentieri lontani da Dio, Dio mi Seguiva.
Preparavo la Via alla Grazia con atti di Carità naturale, Che compivo non di rado per inclinazione dei mio temperamento.
Talvolta Dio mi Attirava in una Chiesa. Allora sentivo come una nostalgia. Quando curavo la mamma malaticcia, nonostante il lavoro d’ufficio durante il giorno, e in certo modo mi Sacrificavo davvero, Questi Allettamenti di Dio Agivano Potentemente.
Una volta, nella Chiesa dell’ospedale in cui tu mi avevi condotta durante la pausa del mezzogiorno, mi venne qualcosa addosso che sarebbe bastato un solo passo per la mia Conversione: io piansi! Ma poi la Gioia del mondo passava di nuovo come un torrente sopra la Grazia.
Il grano soffocava tra le spine.
Con la dichiarazione che la Religione è affare di Sentimento, come si diceva sempre in ufficio, cestinai anche Questo Invito della Grazia, come tutti gli altri.
Una volta tu mi rimproverasti, perché invece di una Genuflessione fino a terra feci appena un informe inchino, piegando il ginocchio. Tu lo ritenesti un atto di pigrizia. Non sembrasti neppur sospettare che io fin d’allora non Credevo più nella Presenza di Cristo nel Sacramento.
Ora ci Credo, ma solo naturalmente, come si Crede in un temporale di cui si scorgono gli effetti.
Intanto mi ero accomodata io stessa una Religione a mio modo.
Sostenevo l’opinione – che da noi in ufficio era comune, che l’Anima dopo la morte Risorga in un altro essere. In tal modo continuerebbe a pellegrinare senza fine.
Con ciò. l’angosciosa questione dell’Aldilà era insieme messa a posto e resa a me innocua.
Perché tu non mi hai ricordato la Parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro, in cui il narratore, Cristo, Manda, immediatamente dopo la morte, l’uno all’inferno e l’altro in Paradiso?… Del resto, che cosa avresti ottenuto? Nulla di più che con gli altri tuoi discorsi di bigottismo! A poco a poco mi creai io stessa un Dio: sufficientemente dotato da essere chiamato Dio; lontano abbastanza da me da non dover mantenere nessuna relazione con Lui; vago abbastanza da lasciarSi, secondo il bisogno, senza mutar la mia Religione; rassomigliare a un Dio panteistico del mondo, oppure da lasciarsi poetizzare come un Dio solitario.
Questo Dio non aveva nessun Paradiso da regalarmi e nessun inferno da infliggermi. Lo lasciavo in Pace. In ciò consisteva la mia Adorazione per lui.
A ciò che piace si Crede volentieri. Nel corso degli anni mi tenni abbastanza convinta della mia Religione. In questo modo si poteva Vivere.
Una cosa soltanto mi avrebbe spezzato la cervice: un lungo, profondo dolore. E questo dolore non venne!
Comprendi ora cosa vuol dire: «Dio Castiga quelli che Ama»?
Era una domenica di luglio, quando l’Associazione delle giovani organizzò una gita a * * *. La gita mi sarebbe piaciuta. Ma quegli insulsi discorsi, quel fare da bigotti in un altro simulacro ben diverso da Quello della Madonna di * * * stava da poco tempo sull’altare del mio Cuore. L’aitante Max N…. , del negozio attiguo. Poco tempo prima avevamo scherzato più volte.
Appunto per quella, domenica, egli mi aveva invitata a una gita. Quella con cui andava di solito, giaceva, malata all’ospedale.
Egli aveva ben capito che gli avevo messo gli occhi addosso. Sposarlo non ci pensavo ancora allora. Era bensì agiato, ma si comportava troppo gentilmente con tutte le ragazze. E io, fino a quel tempo, volevo un uomo che appartenesse unicamente a me. Non sola essere moglie, ma moglie unica. Un certo galateo naturale, infatti, l’ebbi sempre.
Nella suaccennata gita Max si profuse in gentilezze. Eh! Già, non si tennero mica delle conversazioni pretesche come tra voialtre! Il giorno seguente; in ufficio, tu mi facesti dei rimproveri, perché non ero venuta con voi a * * *. Io ti descrissi il mio divertimento di quella domenica.
La tua prima domanda fu: «Sei stata alla Messa?» Sciocchina! Come potevo, dato che la partenza era fissata per le sei? Sai ancora, come io, eccitata aggiunsi: «Il Buon Dio non Ha una Mentalità così piccina come i vostri Pretacci!».
Ora devo Confessare: Dio, nonostante la Sua Infinita Bontà, Pesa le cose con Maggior Precisione che tutti i Preti.
Dopo quella prima gita con Max, venni ancora una volta sola all’Associazione: a Natale, per la Celebrazione della festa. C’era qualche cosa che mi allettava a tornare, ma internamente mi ero già allontanata da voialtre: cinema, ballo, gite si avvicendavano senza tregua. Max e io bisticciammo alcune volte, ma seppi sempre incatenarlo di nuovo a me.
Molestissima mi riuscì l’altra amante, che, tornata dall’ospedale, si comportò come un’ossessa. Veramente per mia fortuna; poiché la mia nobile calma fece potente impressione su Max, che fini col decidere, che io fossi la preferita.
Avevo saputo rendergliela odiosa, parlando freddamente: all’esterno positiva, nell’interno vomitando veleno. Tali sentimenti e tale contegno preparano eccellentemente per l’inferno. Sono diabolici nel più stretto senso della parola.
Perché ti racconto ciò? Per riferire come io mi staccai definitivamente da Dio. Non già, del resto, che tra me e Max si sia arrivati molto spesso fino agli estremi della familiarità. Comprendevo che mi sarei abbassata ai suoi occhi, se mi fossi lasciata andare del tutto, prima del tempo; perciò mi seppi trattenere.
Ma in sé, ogni volta che lo ritenevo utile, ero sempre pronta a tutto. Dovevo conquistare Max. A tale scopo nulla era troppo caro. Inoltre, a poco a poco ci amavamo, possedendo ambedue non poche preziose qualità, che ci facevano stimare vicendevolmente. Io ero abile, capace, di piacevole compagnia. Così mi tenni saldamente in mano Max e riuscii, almeno negli ultimi mesi prima del Matrimonio, a essere l’unica, a possederlo.
In ciò consistette la mia apostasia da Dio: elevare una creatura a mio idolo. In nessuna cosa può avvenire questo, in modo che abbracci tutto, come nell’Amore di una persona dell’altro sesso, quando quest’Amore rimane arenato nelle soddisfazioni terrene. È questo che forma la sua attrattiva, il suo stimolo e il suo, veleno.
L’«adorazione», che io tributavo a me stessa nella persona di Max, divenne per me religione vissuta.
Era il Tempo in cui in ufficio mi scagliavo velenosa contro i Chiesaioli, i Preti, le Indulgenze, il biascichìo dei Rosari e simili sciocchezze.
Tu hai cercato, più o meno argutamente, di prendere le difese di tali cose. Apparentemente senza sospettare che nel più intimo di me non si trattava, in Verità, di queste cose, io cercavo piuttosto un sostegno contro la mia Coscienza – allora avevo bisogno di un tale sostegno – per giustificare anche con la ragione la mia apostasia.
In fondo in fondo, mi rivoltavo contro Dio. Tu non lo comprendesti; mi ritenevi ancora per Cattolica. Volevo, anzi, essere chiamata così; pagavo perfino le tasse Ecclesiastiche. Una certa «contro-assicurazione», pensavo, non poteva nuocere.
Le tue risposte può darsi alle volte abbiano colpito nel segno. Su di me non facevano presa, perché tu non dovevi avere ragione.
A causa di queste relazioni falsate fra noi due, fu meschino il dolore del nostro distacco, allorché ci separammo in occasione del mio Matrimonio.
Prima dello Sposalizio mi Confessai e Comunicai ancora una volta, Era Prescritto. Io e mio marito su questo punto la pensavamo ugualmente. Perché non avremmo dovuto compiere Questa Formalità? Anche noi la compimmo, come le altre formalità.
Voi chiamate indegna una tale Comunione. Ebbene, dopo quella Comunione «indegna», io ebbi più calma nella Coscienza. Del resto Fu anche l’ultima.
La nostra vita Coniugale trascorreva, in genere, quanto mai in grande armonia. Su tutti i punti di vista noi eravamo dello stesso parere. Anche in questo: che non volevamo addossarci il peso dei figli. Veramente mio marito ne avrebbe volentieri voluto uno; non di più, si capisce. Alla fine io seppi stornarlo anche da questo Desiderio.
Vesti, mobili di lusso, ritrovi da thè, gite e viaggi in auto e simili distrazioni m’importavano di più.
Fu un anno di piacere sulla Terra quello trascorso tra il mio Sposalizio e la mia repentina morte.
Ogni Domenica andavamo fuori in auto, oppure facevamo visite ai parenti di mio marito. Di mia madre ora mi vergognavo. Essi galleggiavano alla superficie dell’esistenza, né più né meno di noi.
Internamente, si capisce, non mi sentii mai felice, per quanto esternamente ridessi. C’era sempre dentro di me qualcosa di indeterminato, che mi rodeva. Avrei voluto che dopo la morte, la quale naturalmente doveva essere ancora molto lontana, tutto fosse finito.
Ma è proprio così, come un giorno, da bambina, sentii dire in una Predica: che Dio Premia ogni Opera Buona che uno compie, e quando non la Potrà Ricompensare nell’altra Vita, lo Fa sulla Terra.
Inaspettatamente ebbi un’eredità dalla zia Lotte. A mio marito riuscì felicemente di portare il suo stipendio a una cifra notevole. Così potei ordinare la nuova abitazione in modo attraente.
La Religione non mandava più che da lontano la sua Luce, scialba, debole e incerta.
I caffè della città, gli alberghi, in cui andavamo durante i viaggi, non ci portavano certamente a Dio.
Tutti coloro, che frequentavano quei luoghi, vivevano, come noi, dall’esterno. all’interno, non dall’interno all’esterno.
Se nei viaggi delle ferie visitammo qualche Chiesa, cercavamo di ricrearci nel contenuto artistico delle Opere; l’alito Religioso che ispiravano, specialmente quelle medioevali, sapevo neutralizzarlo col criticare qualche circostanza accessoria: un Frate converso impacciato o vestito in modo non pulito, che ci faceva da cicerone; lo scandalo che dei monaci, i quali volevano passare per ii, vendessero liquori; l’eterno Scampanio per le Sacre Funzioni, mentre non si tratta che di far soldi…
Così seppi continuamente scacciare da me la Grazia ogni volta che bussava lasciavo libero sfogo al mio malumore in modo particolare su certe rappresentazioni medioevali dell’inferno nei Cimiteri o altrove, nelle quali il demonio arrostisce le Anime in braci rosse e incandescenti, mentre i suoi compagni, dalle lunghe code, gli trascinano nuove Vittime. Clara! L’inferno si può sbagliare a disegnarlo, ma non si esagera mai.
Il fuoco dell’inferno l’ho sempre preso di mira in modo speciale. Tu lo sai come durante un alterco, in proposito ti tenni una volta un fiammifero sotto il naso e ti dissi con sarcasmo: «Ha questo odore?» Tu spegnesti in fretta la fiamma. Qui non la spegne nessuno.
Io ti dico: il Fuoco di Cui si parla nella Bibbia non significa tormento della Coscienza. Fuoco È Fuoco! È da intendersi letteralmente Ciò Che Ha Detto Lui: «Via da Me, maledetti, nel Fuoco eterno!». Letteralmente.
«Come può lo Spirito Essere toccato da Fuoco materiale?», domanderai. Come può l’Anima tua soffrire sulla Terra quando tu metti il dito sulla fiamma? Difatti non brucia l’Anima; eppure che tormento ne prova tutto l’individuo! In modo analogo noi qui siamo Spiritualmente legati al Fuoco, secondo la nostra Natura e secondo le nostre Facoltà. L’Anima nostra È priva del Suo Naturale Battito d’Ala; noi non possiamo pensare ciò che vogliamo né come vogliamo. Non meravigliarti di queste mie parole. Questo stato, che a voialtri non dice nulla, mi riarde senza consumarmi.
Il nostro maggior tormento consiste nel sapere con certezza che noi non vedremo mai Dio.
Come può questo tormentare tanto, dal momento che uno sulla terra rimane così indifferente? Fintanto che il coltello giace sulla tavola ti lascia fredda. Si vede quanto è affilato, ma non lo si prova. Immergi il coltello nella Carne e ti metterai a gridare dal dolore.
Adesso noi sentiamo la Perdita di Dio; prima La pensavamo soltanto.
Non tutte le Anime soffrono in misura eguale.
Con quanta maggior cattiveria e quanto più sistematicamente uno ha peccato, tanto più grave pesa su di lui la Perdita di Dio e tanto più lo soffoca la Creatura di cui ha abusato.
I Cattolici dannati soffrono di più che quelli di altre Religioni, perché essi, per lo più, Ricevettero e calpestarono più Grazie e più Luce.
Chi Più seppe, soffre più duramente di chi conobbe meno.
Chi peccò per malizia, patisce più acutamente di chi cadde per debolezza.
Mai nessuno patisce più di quello che ha Meritato. Oh, se non fosse vero ciò, io avrei un motivo d’odiare!
Tu mi dicesti un giorno che nessuno va all’inferno senza saperlo: Ciò Sarebbe Stato Rivelato a una Santa.
Io me ne risi. Ma poi mi trincerai dietro questa dichiarazione: «Così, in caso di necessità, rimarrà abbastanza tempo per fare una «voltata», mi dicevo segretamente.
Quel detto è giusto. Veramente, prima della mia subitanea fine, non conobbi l’inferno com’è. Nessun mortale lo conosce. Ma io ne avevo la piena coscienza: «Se muori, vai nel mondo di là dritta come una freccia Contro Dio. Ne porterai le conseguenze».
Io non feci dietro-front, come ho già detto, perché trascinata dalla corrente dell’abitudine. Spinta da quella. conformità per cui gli uomini, quanto più invecchiano, tanto più agiscono in una stessa Direzione.
La mia morte avvenne così.
Una settimana fa – parlo secondo il vostro computo, perché rispetto al dolore, potrei dire benissimo che son già dieci anni che brucio nell’inferno – una settimana fa, dunque, mio marito e io facemmo di Domenica una gita, l’ultima per me.
Il giorno era spuntato radioso. Mi sentivo bene quanto mai. M’invase un sinistro Sentimento di Felicità, che serpeggiò in me per tutta la giornata.
Quand’ecco all’improvviso, nel ritorno, mio marito fu abbagliato da un’auto che veniva di volata. Perdette il controllo.
«Jesses» (*), mi scappò dalle labbra con un brivido. Non come Preghiera, solo come grido.
(*) Storpiamento di Jesus, usato frequentemente fra alcune popolazioni di lingua tedesca.
Un dolore straziante mi compresse tutta. – In confronto con quello presente una bagatella. – Poi perdetti i sensi.
Strano! Quella mattina era sorto in me, in modo inspiegabile, questo pensiero: «Tu potresti ancora una volta andare a Messa». Suonava come un’implorazione.
Chiaro e risoluto, il mio «no» troncò il filo dei pensieri. «Con Queste Cose bisogna farla finita una volta. Mi addosso tutte le conseguenze!». – Ora le porto.
Ciò che avvenne dopo la mia morte, già lo saprai. La sorte di mio marito, quella di mia madre, ciò che accadde del mio Cadavere e lo svolgimento del mio Funerale mi son noti nei loro particolari, mediante Cognizioni Naturali che noi qui abbiamo.
Quello, del resto, che succede sulla terra noi lo sappiamo solo nebulosamente. Ma ciò che in qualche modo ci tocca da vicino, lo conosciamo. Così vedo anche dove tu soggiorni.
Io stessa mi risvegliai improvvisamente dal buio, nell’istante del mio trapasso. Mi vidi come inondata da una Luce Abbagliante.
Fu nel Luogo medesimo dove giaceva il mio Cadavere. Avvenne come in un teatro, quando nella sala d’un tratto si spengono le luci, il sipario si divide rumorosamente e si apre una scena inaspettata, orribilmente illuminata. La scena della mia Vita.
Come in uno Specchio, l’Anima mia Si Mostrò a me stessa. Le Grazie Calpestate dalla giovinezza fino all’ultimo «no» di Fronte a Dio.
Io mi sentii come un assassino, al quale, durante il processo giudiziario, vien portata dinanzi la sua Vittima esanime. – Pentirmi? Mai! – Vergognarmi? Mai! Però non potevo neppure resistere sotto gli Occhi di Dio, da me rigettato. Non mi rimaneva che una cosa: la fuga. Come Caino fuggi dal cadavere di Abele, così l’Anima mia Fu spinta via da Quella Vista di orrore.
Questo fu il giudizio particolare: l’Invisibile Giudice Disse: «Via da Me!». Allora la mia Anima, come un’ombra gialla di zolfo, Precipitò nel luogo dell’eterno tormento.
Conclude Clara.
La mattina, al suono dell’Angelus, ancora tutta tremante per la notte spaventosa, mi alzai e corsi per le scale nella Cappella.
Il Cuore mi pulsava fin sulla gola. Le poche ospiti, Inginocchiate vicino a me, mi guardarono; ma forse pensarono che fossi così eccitata per la corsa fatta giù per le scale.
Una signora bonaria di Budapest, che mi aveva osservata, mi disse dopo, sorridendo: – Signorina, il Signore Vuole Essere Servito con calma, non di corsa! Ma poi si accorse che qualcosa d’altro mi aveva eccitato e mi teneva ancora in agitazione. E mentre la signora mi rivolgeva altre Buone parole, io pensavo: Dio Solo mi Basta! Sì, Egli Solo mi Deve Bastare in Questa e nell’Altra Vita. Voglio un giorno poterLo Godere in Paradiso, per quanti sacrifici mi possa costare in Terra. Non voglio andare all’inferno!
Implorando la Benedizione del Cibo Che Quotidianamente Consumiamo, Ringraziamo il Signore per i Doni Che Concede da Sempre al Mondo, Pregando Tutti Insieme per:
La Santissima Trinità Divina – nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo Consolatore, la Creazione – Opera Straordinaria dell’Onnipotente, Il Santo Natale del Cristo di Dio, Il Santissimo Sangue del Divino Agnello, il Sangue dei Martiri Innocenti, il Santuario della Beata Vergine della Rivelazione in Roma e Tutti i Luoghi in Cui Maria Intese Manifestarsi ai Figli del Popolo di Dio, il Ricordo della Madonna dell’Arco e del Carmine, Santa Maria Maddalena, Giovanni il Battista – Precursore del Cammino di Gesù, San Giuseppe – coi Santi e gli Angeli del Paradiso, Le Anime Sante abbandonate in Purgatorio e per i Defunti di Tutti i Tempi, I Profeti e i Veggenti, i Perseguitati a Causa della Testimonianza Cristica, Papa Francesco, il Rabbino Capo di Roma e Tutti i Riconosciuti Giusti, i Sacerdoti e i Professanti la Fede in Dio Padre Onnipotente, i Movimenti Eucaristici e Mariani, i Gruppi di Preghiera, gli Ammalati nel Corpo e nello Spirito, i Carcerati, gli atei, gli ipocriti e i sapienti della Terra, i Bimbi Deceduti prima del Santo Battesimo, i Giovani e tutti Coloro che non Credono nella Divina Misericordia di Gesù Cristo – Figlio Prediletto dell’Altissimo, Signore nostro, Sacerdote Infallibile e Salvatore del mondo intero.
Celebrando il Memoriale del Tuo Meraviglioso Figlio, Ti Offriamo, Padre, il Pane della Vita e il Calice della Salvezza, e Ti Rendiamo Grazie per Averci Ammessi alla Tua Presenza a Compiere il Servizio Sacerdotale. Ti Preghiamo Umilmente: per la Comunione al Corpo e al Sangue di Cristo, lo Spirito Santo ci Riunisca in un Solo Corpo. Ricordati, Padre, della Tua Chiesa Diffusa su Tutta la Terra: Rendila Perfetta nell’Amore in Unione con il nostro Papa – Francesco, e con Tutto l’Ordine Sacerdotale. Ricordati dei nostri Fratelli, Che Si Sono Addormentati nella Speranza della Risurrezione, e di Tutti i Defunti Che Si Affidano alla Tua Clemenza: Ammettili a Godere la Luce del Tuo Volto. Di noi tutti Abbi Misericordia: Donaci di Aver Parte alla Vita Eterna, Insieme con la Beata Maria, Vergine e Madre di Dio, con gli Apostoli e Tutti i Santi, Che in Ogni Tempo Ti Furono Graditi: e in Gesù Cristo Tuo Figlio Canteremo la Tua Gloria: “Per Cristo, Con Cristo e In Cristo, a Te, Dio, Padre Onnipotente, nell’Unità dello Spirito Santo, Ogni Onore e Gloria, per Tutti i Secoli dei Secoli. Amen.
Popolo di Dio, Che Ami Con Cuore Puro il tuo Creatore, Proclama al mondo Che il Figlio Prediletto È Nuovamente quaggiù, sulla Terra, tra noi, e Avrai Salva la Vita!
“Se Siamo Morti Con Cristo, Crediamo Anche Che Vivremo Con Lui. Alleluia. (Rm 6, 8)”
“La Grande Promessa della Divina Misericordia”
Preghiera del Mattino
La Vera Saggezza È Misericordiosa ed È Feconda di Opere Buone. Concedici, Signore, il Dono della Saggezza, affinché anche noi Vediamo Come Vedi Tu, Pensiamo Come Pensi Tu e soprattutto Amiamo Come Ami Tu. Allora Collaboreremo in Modo più Efficace all’Opera della Redenzione. Sapremo Cosa Hai Posto nel nostro Cuore e, Riconoscendo le nostre debolezze, Ricorreremo di più a Te, Sapienza Eterna del Padre, e Comprenderemo Così Che vi sono demoni Che si Scacciano Solo con la Preghiera, con un’Unione Completa con Te. Amen.
Dal Primo Libro dei Re (1 Re 10, 1-10)
In Quei Giorni, la Regina di Saba, Sentita la Fama di Salomone, Dovuta al Nome del Signore, Venne per Metterlo alla Prova con enigmi. Arrivò a Gerusalemme con un corteo molto numeroso, con cammelli carichi di aromi, d’oro in grande quantità e di pietre preziose. Si Presentò a Salomone e Gli parlò di Tutto Quello Che Aveva nel suo Cuore. Salomone le Chiarì Tutto quanto ella Gli diceva; non ci fu parola tanto nascosta al Re che Egli non potesse spiegarle. La Regina di Saba, Quando Vide tutta la Sapienza di Salomone, la Reggia Che Egli Aveva Costruito, i Cibi della Sua tavola, il modo ordinato di sedere dei suoi servi, il servizio dei suoi domestici e le loro vesti, i suoi coppieri e gli Olocausti Che Egli Offriva nel Tempio del Signore, Rimase senza respiro. Quindi disse al Re: “Era Vero, dunque, Quanto Avevo Sentito nel mio paese sul Tuo Conto e sulla Tua Sapienza! Io non Credevo a Quanto Si Diceva, finché non sono Giunta Qui e i miei Occhi non Hanno Visto; ebbene non me n’era stata riferita neppure una metà! Quanto alla Sapienza e alla Prosperità, Superi la Fama Che io ne ho Udita. Beati i tuoi uomini e Beati questi tuoi servi, che stanno Sempre alla Tua Presenza e Ascoltano la Tua Sapienza! Sia Benedetto il Signore, Tuo Dio, Che Si È Compiaciuto di Te Così da Collocarti sul Trono d’Israele, perché il Signore Ama Israele in Eterno e Ti Ha Stabilito Re per Esercitare il Diritto e la Giustizia”. Ella Diede al Re centoventi Talenti d’Oro, Aromi in Gran Quantità e pietre preziose. Non arrivarono più tanti aromi quanti ne aveva dati la Regina di Saba al Re Salomone. Parola di Dio. (Rendiamo Grazie a Dio).
Dal Salmo 36 (La Bocca del Giusto Medita la Sapienza)
Affida al Signore la Tua Via, Confida in Lui ed Egli Agirà: Farà Brillare Come Luce la Tua Giustizia, il Tuo Diritto Come il Mezzogiorno. La Bocca del Giusto Medita la Sapienza e la sua Lingua Esprime il Diritto; la Legge del Suo Dio È Nel Suo Cuore: i Suoi Passi non vacilleranno. La Salvezza dei Giusti Viene Dal Signore: nel Tempo dell’angoscia È Loro Fortezza. Il Signore Li Aiuta e Li Libera, Li Libera dai malvagi e Li Salva, perché in Lui Si Sono Rifugiati.
Dal Santo Vangelo del Cristo di Dio Secondo l’Apostolo Marco (Mc 7, 14-23)
In Quel Tempo, Gesù, Chiamata di Nuovo la folla, Diceva loro: “Ascoltatemi Tutti e Comprendete Bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro”. Quando Entrò in una Casa, lontano dalla folla, i Suoi Discepoli Lo Interrogavano sulla Parabola. E Disse Loro: “Così neanche voi Siete Capaci di Comprendere? Non Capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli Entra nel Cuore ma nel ventre e va nella fogna?”. Così Rendeva Puri Tutti gli Alimenti. E Diceva: “Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal Di Dentro infatti, cioè dal Cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’Interno e rendono impuro l’uomo”. Parola del Signore. (Lode a Te o Cristo).
Preghiera della Sera
Il Comandamento del Signore È Limpido, e Illumina lo Sguardo. Tu Sei Venuto per Darci la Vita e per Darci la Vita in Abbondanza. Io Voglio Vivere Sempre di Più la Tua Vita, Vedere Sempre di Più con i Tuoi Occhi, Unire il Ritmo del mio Cuore al Tuo. Signore, io Ti Amo, Vieni in Aiuto di Questo mio Amore con l’Effusione della Tua Sapienza, affinché io Possa Provare e Vedere Quanto Tu Sei Buono, Quanto Sei Mite ed Umile di Cuore. Prendimi, mio Dio, Posami, con San Giovanni, sul Tuo Cuore Come un Sigillo. Amen.
Benedetto nei Secoli il Signore!
O Gesù, Tu Che da Sempre Vivi, non Ti Scordar di me!
Raccoglimento Solenne
(In Ginocchio)
– Dio, Sorgente e Principio di Ogni Benedizione, Effonda su di noi la Sua Grazia e ci Doni per Tutto l’Anno Vita e Salute. (Amen).
– Ci Custodisca Integri nella Fede, Costanti nella Speranza, Perseveranti e Pazienti Sino alla Fine nella Carità. (Amen).
– Dio Disponga Opere e Giorni nella Sua Pace, Ascolti Qui e in Ogni Luogo le nostre Preghiere e ci Conduca alla Felicità Eterna. (Amen).
– E la Benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo, Discenda Su di noi e con noi Rimanga Sempre. (Amen).
Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo! Amen