Il Santo Vangelo del Giorno martedì di Quaresima del Signore 19 marzo 2024 (2031).
Con […]
Con l’Amore e la Devozione Dovuti a Colui Ch’È Tornato tra noi nel Nome del Padre
Poiché “Il Potere di Cristo Espelle l’originaria causa di ogni male”, Dedichiamo il Santo Vangelo del Giorno all’Amore e alla Divina Misericordia di Gesù Salvatore – Tornato Nuovamente tra noi, affinché Conceda il Suo Perdono alle Anime Sante Abbandonate in Purgatorio e ai Defunti di Tutti i Tempi, Creature Tenere ma Private della Diffusa e Salvifica Preghiera di noi distratti Figli di quaggiù. Per Grazia Ricevuta.
Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo! Amen
Ascolta la versione in Aramaico 1 (mp3)
Rivelazione
(In Ginocchio)
“E voi Vedrete il Figlio dell’Uomo Venire sulle Nubi del Cielo e Sedere alla Destra della Potenza di Dio!”.
Confiteor
(da Recitarsi possibilmente in Ginocchio, Invocando la Divina Misericordia)
«Confesso a Dio Onnipotente e a voi, Fratelli, Che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E Supplico la Beata Sempre Vergine Maria, gli Angeli, i Santi e voi, Fratelli, di Pregare per me il Signore Dio nostro. Dio Onnipotente Abbia Misericordia di noi, Perdoni i nostri peccati e ci Conduca alla Vita Eterna. Amen».
Riflessioni dello Spirito
All’improvviso, Capirai la Vera Essenza del Cristo e Quel Che ci han di Lui celato! Avrai vergogna anche per Ciò, poiché non hai Abbandonato il tuo Cuore Mentre Egli Parlava della Verità – Che ci ostiniamo a non Vedere e a non voler ancora Udire.
Atto di Dolore
O Gesù, mi Pento e mi Dolgo con Tutto il Cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i Tuoi Castighi e, soprattutto, perché ho offeso Te, Infinitamente Buono e Degno d’Essere Amato Sopra Ogni Cosa! Propongo – col Tuo Santo Aiuto, di non offenderTi mai più e di Fuggire le occasioni prossime di peccato. Signore, Misericordia, Perdonami! Amen.
Preghiera dal Cuore
(Atto di Amorevole Umiliazione ai Piedi della Santa Croce – in Ginocchio – 27 luglio 2019)
“Per Te Io Sopporto l’Insulto e la vergogna Mi Copre la Faccia; Sono Diventato un Estraneo ai Miei Fratelli, Uno Straniero per i Figli di Mia Madre. Perché Mi Divora lo Zelo per la Tua Casa, gli insulti di chi Ti Insulta ricadono su di Me. Mi Sento Venir Meno. Mi Aspettavo Compassione, ma invano, consolatori, ma non ne Ho Trovati. Mi Hanno messo veleno nel Cibo e Quando Avevo Sete Mi hanno dato aceto. Loderò il Nome di Dio con un Canto, Lo Magnificherò con un Ringraziamento, Vedano i Poveri e si Rallegrino; voi Che Cercate Dio, Fatevi Coraggio, perché il Signore Ascolta i Miseri e non Disprezza i Suoi Che Sono Prigionieri”. (Sal 69(68),5.8-10.14.).
Professione di Fede
(in Ginocchio)
“I Servi Fedeli alla Maestà del Figlio dell’Uomo Saranno Pastori Umili e Buoni per le genti del Mondo Nuovo, a Compimento della Gloria in Terra di Dio Padre Onnipotente! Amen”.
“Credo in un Solo Dio, Padre Onnipotente, Creatore del Cielo e della Terra, e di Tutte le Cose Visibili e Invisibili. Credo in un Solo Signore Gesù Cristo, Unigenito Figlio di Dio, Nato dal Padre Prima di Tutti i Secoli. Dio da Dio, Luce da Luce, Dio Vero da Dio Vero, Generato – e non Creato, della Stessa Sostanza del Padre. Per Mezzo di Lui Tutte le Cose Sono State Create. Per noi uomini e per la nostra Salvezza Discese dal Cielo, e per Opera dello Spirito Santo Si È Incarnato nel Seno della Vergine Maria e Si È Fatto Uomo. Fu Crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, Morì e Fu Sepolto e il Terzo Giorno È Risuscitato Secondo le Scritture; È Salito al Cielo, Siede alla Destra di Dio Padre Onnipotente e di Nuovo Verrà nella Gloria per Giudicare i Vivi e i morti e il Suo Regno non Avrà fine. Credo nello Spirito Santo, Che È Signore e Dà la Vita e Procede dal Padre e dal Figlio, e Con il Padre e il Figlio È Adorato e Glorificato e Ha Parlato per Mezzo dei Profeti. Credo nella Chiesa del Figlio dell’Uomo, una Santa Cattolica e Apostolica. Professo un Solo Battesimo per il Perdono dei peccati e Aspetto la Risurrezione dei Morti e la Vita del Mondo Che Verrà! Amen”.
Fratelli e Sorelle in Cristo, leggendo il Santo Vangelo del Giorno, Dedicato al Prode San Giuseppe – Amorevole Custode della Sacra Famiglia, Dolcemente Accompagnati dalla Lettera Apostolica di Papa Francesco, oltreché dall’Apocalisse di San Giovanni, constatiamo che nemmeno i Delegati ci Dicono Quanto Veramente Grande Sia il Creatore, e quel che ormai inevitabilmente sta per abbattersi sul mondo! Infatti, come in una buia camera di compensazione, Egli Viene posto alla stregua della Natura, quasi Quest’ultima dipendesse dalle stolte scienze umane. Alcun titolato ha il coraggio di rivelar le Verità, nascoste a noi Figli di quaggiù per via dei machiavellici disegni umani, onde mantenere inalterato l’effimero potere, negando – così, la Salvezza a coloro che non Credono al Salvatore Gesù – Quale Figlio Prediletto di Dio Padre Onnipotente. Chi ha speculato sulle emotività delle genti, allontanandole dalla Fede, Ne Risponderà Davanti all’Eterno, patendo le Sofferenze che in Vita diede al Prossimo suo. Ma noi Preghiamo insieme – quindi, affinché L’Agnello Voglia ancor Donare Misericordia alle Misere Anime nostre, sempre più inquinate dal famigerato e diabolico progresso. Proprio in tema di confusione, non poche volte è stato scritto dei 7 vizi capitali, che tanto male e in modo subdolo recano forte danno all’Animo Umano. Eccoli:
1) superbia, ovvero il desiderio disordinato di essere superiori agli altri, fino al disprezzo degli ordini e delle leggi tutte;
2) avarizia, desiderio disordinato dei beni temporali;
3) lussuria, spiccata dedizione al piacere e al sesso;
4) invidia, tristezza per il Bene e la Grazia altrui, percepiti come male proprio;
5) gola, abbandono ed esagerazione nei piaceri della tavola, senza preoccuparsi di chi nulla ha di che sfamarsi;
6) ira, disordinato desiderio di vendicare un torto subito;
7) accidia, lasciarsi andare al torpore dell’Animo, fino a provare fastidio per le Cose Spirituali: in particolare, abbandono della Preghiera e dell’Amicizia Verso Dio, perché faticosa.
Sette Suppliche a San Giuseppe
(in Ginocchio)
O Dio, Vieni in mio Aiuto. Signore, Vieni Presto in Soccorso di me, misero peccatore.
Gloria al Padre…
1 – Amabilissimo San Giuseppe, per l’Onore Che Ti Concedette l’Eterno Padre, InnalzandoTi a Fare le Sue Veci in Terra col Suo Figlio Gesù, ed Esserne Padre Putativo, Ottienimi Da Dio la Grazia Che desidero.
Gloria al Padre…
2 – Amabilissimo San Giuseppe, per l’Amore Che Ti Portò Gesù, Riconoscendoti Qual Tenero Padre ed Obbedendoti Qual Rispettoso Figlio, Implorami Da Dio la Grazia Che Ti domando.
Gloria al Padre…
3 – Purissimo San Giuseppe, per la Grazia Specialissima Che Ricevesti dallo Spirito Santo, Quando Ti Diede in Sposa la Stessa Sua Sposa, Madre nostra Carissima, Implorami Da Dio la Grazia Tanto Desiderata.
Gloria al Padre…
4 – Tenerissimo San Giuseppe, per l’Amore Purissimo con Cui AmasTi Gesù Come Tuo Figlio e Dio, e Maria Come Tua Diletta Sposa, Prega l’Altissimo Iddio, Che mi Conceda la Grazia per Cui Ti Supplico
Gloria al Padre…
5 – Dolcissimo San Giuseppe, per il Godimento Grandissimo Che Sentiva il Tuo Cuore Conversando con Gesù e Maria e Loro Servendo, mi Conceda il Misericordiosissimo Iddio la Grazia Che Tanto Bramo.
Gloria al Padre…
6 – Fortunatissimo San Giuseppe, per la Bella Sorte Che AvesTi di Morire Fra le Braccia di Gesù e di Maria, e di Essere Confortato nella Tua Agonia e Morte, mi Ottenga la Potente Tua Intercessione Da Dio la Grazia per Cui Ti Prego.
Gloria al Padre…
7 – Gloriosissimo San Giuseppe, per la Riverenza Che Ha per Te Tutta la Corte Celeste, Come Padre Putativo di Gesù e Sposo di Maria, Esaudisci le Suppliche Che con Viva Fede Ti faccio, Ottenendomi la Grazia Che Tanto Desidero. Così Sia.
Gloria al Padre…
Prega per noi, o Beato Giuseppe, perché Siamo Fatti Degni delle Promesse di Cristo
Preghiamo:
Meraviglioso e Onnipotente Dio, Che nel Tuo Disegno di Amore Hai Voluto Affidare gli Inizi della nostra Redenzione alla Custodia Premurosa di San Giuseppe, per Sua Intercessione, Concedi alla Tua Originaria e Delegata Chiesa la Stessa Fedeltà nel Condurre a Compimento l’Intera Opera di Salvezza. Per Cristo, nostro Signore. Amen.
Preghiera per un Moribondo
(Dedicata a Rosario M.* – nostro Fratello in Cristo, e a Tutti gli Ammalati – 04 febbraio 2024)
In Ginocchio
Signore, Padre di Misericordia, Dio di Ogni Consolazione, nell’Immensità del Tuo Amore Volgi lo Sguardo a Questo Tuo Fedele nel Suo Dolore. Per la Passione e Morte del Tuo Figlio Unigenito, Donagli la Grazia del Perdono, perché nel Passaggio da questa Vita Trovi in Te il Giudice Benigno. Lavato da ogni macchia nel Sangue dello Stesso Tuo Figlio, Possa Entrare nella Vita Eterna. O Clementissima Vergine, Madre di Dio, Consolatrice dei Sofferenti, Raccomanda al Tuo Figlio Divino Questo Fedele. Confortato dal Tuo Materno Intervento, non tema le angosce della morte, ma Entri Lietamente da Te Guidato, nella Desiderata Patria del Cielo. A Te Ricorro, o San Giuseppe, Patrono dei Morenti, al Cui Transito Assistettero Gesù e Maria. Per l’Amore Che Portasti Loro, Ti Prego per Questo Fedele Che Giace nel Travaglio dell’Agonia. Sotto la Tua Protezione, Liberato dalle insidie del nemico e Salvato dalla morte perpetua, Giunga all’Eterna Gioia. Amen.
Dio Creatore e Salvatore, nonostante i nostri peccati, Confidiamo nella Tua Benevolenza. Ti Preghiamo di Raccogliere con Misericordia l’Anima di Questo nostro Caro Che Sta per Ritornare a Te. Liberalo dalle Sue pene, non Permettere Che Sia avvilito dalla fragilità umana, ma Riconosci in Lui la Tua Creatura. Sebbene abbia peccato, non ha rinnegato la Fede, ma ha Creduto in Te, Padre, Figlio, Spirito Santo e Ti ha Adorato. Nell’Ora della Sua morte, Concedigli di Godere la Beata Pace, in Attesa della Gloria della Risurrezione. Amen.
(*Poi Tornato alla Casa del Padre il successivo giorno 05).
Lettera Apostolica
“Patris Corde”
“Del santo padre Francesco”
In Occasione del 150° Anniversario della Dichiarazione di San Giuseppe Quale Patrono della Chiesa Universale
Con Cuore di padre: Così Giuseppe Ha Amato Gesù, Chiamato in Tutti e quattro i Vangeli «il Figlio di Giuseppe».[1]
I due Evangelisti Che Hanno Posto in Rilievo la Sua Figura, Matteo e Luca, Raccontano poco, ma a Sufficienza per Far Capire Che Tipo di padre Egli Fosse e la Missione Affidatagli dalla Provvidenza.
Sappiamo Che Egli Era un Umile Falegname (cfr Mt 13,55), Promesso Sposo di Maria (cfr Mt 1,18; Lc 1,27); un «Uomo Giusto» (Mt 1,19), Sempre Pronto a Eseguire la Volontà Di Dio Manifestata Nella Sua Legge (cfr Lc 2,22.27.39) e Mediante Ben quattro Sogni (cfr Mt 1,20; 2,13.19.22). Dopo un Lungo e Faticoso Viaggio da Nazaret a Betlemme, Vide Nascere il Messia in una Stalla, perché altrove «non c’era posto per Loro» (Lc 2,7). Fu Testimone dell’Adorazione dei Pastori (cfr Lc 2,8-20) e dei Magi (cfr Mt 2,1-12), Che Rappresentavano Rispettivamente il Popolo d’Israele e i Popoli pagani.
Ebbe il Coraggio di Assumere la paternità legale di Gesù, a Cui Impose il Nome Rivelato dall’Angelo: «Tu Lo Chiamerai Gesù: Egli infatti Salverà il Suo Popolo dai suoi peccati» (Mt 1,21). Come È Noto, Dare un Nome a una persona o a una cosa Presso i Popoli Antichi Significava Conseguirne l’Appartenenza, Come Fece Adamo nel Racconto della Genesi (cfr 2,19-20).
Nel Tempio, quaranta Giorni Dopo la Nascita, Insieme alla Madre Giuseppe Offrì il Bambino al Signore e Ascoltò Sorpreso la Profezia Che Simeone Fece nei Confronti di Gesù e di Maria (cfr Lc 2,22-35). Per Difendere Gesù da Erode, Soggiornò da Straniero in Egitto (cfr Mt 2,13-18). Ritornato in Patria, Visse nel Nascondimento del Piccolo e sconosciuto Villaggio di Nazaret in Galilea – Da Dove, Si Diceva, “non Sorge nessun Profeta” e “non può mai Venire Qualcosa di Buono” (cfr Gv 7,52; 1,46) –, Lontano da Betlemme, Sua città Natale, e da Gerusalemme, Dove Sorgeva il Tempio. Quando, Proprio Durante un Pellegrinaggio a Gerusalemme, Smarrirono Gesù Dodicenne, Lui e Maria Lo Cercarono Angosciati e Lo Ritrovarono nel Tempio Mentre Discuteva con i dottori della Legge (cfr Lc 2,41-50).
Dopo Maria, Madre di Dio, nessun Santo Occupa Tanto Spazio nel Magistero Pontificio Quanto Giuseppe, Suo Sposo. I miei Predecessori Hanno Approfondito il Messaggio Racchiuso nei Pochi Dati Tramandati dai Vangeli, per Evidenziare Maggiormente il Suo Ruolo Centrale nella Storia della Salvezza: il Beato Pio IX Lo Ha Dichiarato «Patrono della Chiesa Cattolica»,[2] il Venerabile Pio XII Lo Ha Presentato Quale “Patrono dei Lavoratori”[3] e San Giovanni Paolo II Come «Custode del Redentore».[4] Il Popolo Lo Invoca Come «Patrono della Buona Morte».[5]
Pertanto, al Compiersi di 150 Anni dalla Sua Dichiarazione Quale Patrono della Chiesa Cattolica Fatta dal Beato Pio IX, l’8 dicembre 1870, vorrei – Come Dice Gesù – Che “la Bocca Esprimesse Ciò Che nel Cuore Sovrabbonda” (cfr Mt 12,34), per Condividere con voi Alcune Riflessioni personali su Questa Straordinaria Figura, Tanto Vicina alla Condizione Umana di ciascuno di noi. Tale Desiderio È Cresciuto Durante Questi Mesi di pandemia, in Cui Possiamo Sperimentare, in mezzo alla crisi che ci sta colpendo, Che «le nostre Vite Sono Tessute e Sostenute da Persone Comuni – Solitamente Dimenticate – Che non Compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell’ultimo show ma, senza dubbio, Stanno Scrivendo Oggi gli Avvenimenti Decisivi della nostra Storia: medici, infermiere e infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno Si Salva da solo. […] Quanta Gente Esercita Ogni Giorno Pazienza e Infonde Speranza, Avendo Cura di non seminare panico ma corresponsabilità. Quanti padri, madri, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri Bambini, con Gesti Piccoli e Quotidiani, Come Affrontare e Attraversare una crisi Riadattando Abitudini, Alzando gli Sguardi e Stimolando la Preghiera. Quante Persone Pregano, Offrono e Intercedono per il Bene di Tutti».[6] Tutti Possono Trovare in San Giuseppe, l’Uomo Che Passa Inosservato, l’Uomo della Presenza Quotidiana, Discreta e Nascosta, un Intercessore, un Sostegno e una Guida nei Momenti di Difficoltà. San Giuseppe ci Ricorda Che Tutti Coloro Che Stanno Apparentemente Nascosti o in “seconda linea” Hanno un Protagonismo senza pari nella Storia della Salvezza. A Tutti Loro Va Una Parola di Riconoscimento e di Gratitudine.
1 – Padre Amato
La Grandezza di San Giuseppe Consiste nel Fatto Che Egli Fu lo Sposo di Maria e il padre di Gesù. In Quanto Tale, «Si Pose al Servizio dell’Intero Disegno Salvifico», Come Afferma San Giovanni Crisostomo.[7]
San Paolo VI Osserva Che la Sua Paternità Si È Espressa Concretamente «nell’Aver Fatto della Sua Vita un Servizio, un Sacrificio, al Mistero dell’Incarnazione e alla Missione Redentrice Che Vi È Congiunta; nell’Aver Usato dell’Autorità Legale, Che a Lui Spettava sulla Sacra Famiglia, per Farle Totale Dono di Sé, della Sua Vita, del Suo Lavoro; nell’Aver Convertito la Sua Umana Vocazione all’Amore Domestico nella Sovrumana Oblazione di Sé, del Suo Cuore e di Ogni Capacità, nell’Amore Posto a Servizio del Messia Germinato nella Sua Casa».[8]
Per Questo Suo Ruolo nella Storia della Salvezza, San Giuseppe È un padre Che È Stato Sempre Amato dal Popolo Cristiano, Come Dimostra il Fatto Che in Tutto il Mondo Gli Sono State Dedicate Numerose Chiese; Che Molti Istituti Religiosi, Confraternite e Gruppi Ecclesiali Sono Ispirati alla Sua Spiritualità e Ne Portano il Nome; e Che in Suo Onore Si Svolgono da Secoli Varie Rappresentazioni Sacre. Tanti Santi e Sante Furono Suoi Appassionati Devoti, Tra i Quali Teresa d’Avila, Che Lo Adottò Come Avvocato e Intercessore, Raccomandandosi Molto a Lui e Ricevendo Tutte le Grazie Che Gli Chiedeva; Incoraggiata Dalla Propria Esperienza, la Santa Persuadeva gli altri ad Essergli Devoti.[9]
In Ogni Manuale di Preghiere Si Trova Qualche Orazione a San Giuseppe. Particolari Invocazioni Gli Vengono Rivolte Tutti i mercoledì e Specialmente Durante l’Intero Mese di marzo, Tradizionalmente a Lui Dedicato.[10]
La Fiducia del Popolo in San Giuseppe È Riassunta nell’Espressione “Ite ad Ioseph”, Che Fa Riferimento al Tempo di Carestia in Egitto, Quando la Gente Chiedeva il Pane al faraone ed egli rispondeva: «Andate da Giuseppe; Fate Quello Che vi Dirà» (Gen 41,55). Si Trattava di Giuseppe Figlio di Giacobbe, Che Fu Venduto per invidia dai Fratelli (cfr Gen 37,11-28) e Che – Stando alla Narrazione Biblica – Successivamente Divenne vice-re dell’Egitto (cfr Gen 41,41-44).
Come Discendente di Davide (cfr Mt 1,16.20), Dalla Cui Radice Doveva Germogliare Gesù Secondo la Promessa Fatta a Davide dal Profeta Natan (cfr 2 Sam 7), e Come Sposo di Maria di Nazaret, San Giuseppe È la Cerniera Che Unisce l’Antico e il Nuovo Testamento.
2 – Padre nella Tenerezza
Giuseppe Vide Crescere Gesù Giorno Dopo Giorno «in Sapienza, Età e Grazia Davanti a Dio e agli uomini» (Lc 2,52). Come il Signore Fece con Israele, Così Egli “Gli Ha Insegnato a Camminare, Tenendolo per Mano: Era per Lui Come il Padre Che Solleva un Bimbo alla Sua Guancia, Si Chinava Su Di Lui per Dargli da Mangiare” (cfr Os 11,3-4).
Gesù Ha Visto la Tenerezza di Dio In Giuseppe: «Come È Tenero un padre Verso i Figli, Così il Signore È Tenero Verso Quelli Che Lo Temono» (Sal 103,13).
Giuseppe Avrà Sentito Certamente Riecheggiare nella Sinagoga, Durante la Preghiera dei Salmi, Che il Dio d’Israele È Un Dio di Tenerezza,[11] Che È Buono Verso Tutti e «la Sua Tenerezza Si Espande Su Tutte le Creature» (Sal 145,9).
La Storia della Salvezza Si Compie «nella Speranza Contro Ogni Speranza» (Rm 4,18) Attraverso le nostre Debolezze. Troppe Volte Pensiamo Che Dio Faccia Affidamento Solo sulla Parte Buona e Vincente di noi, Mentre in Realtà la Maggior Parte dei Suoi Disegni Si Realizza Attraverso e Nonostante la nostra Debolezza. È Questo Che Fa Dire a San Paolo: «Affinché io non monti in superbia, È Stata Data alla mia carne una Spina, un inviato di Satana per Percuotermi, perché io non monti in superbia. A causa di Questo per tre Volte ho Pregato il Signore Che l’Allontanasse da me. Ed Egli mi Ha Detto: “Ti Basta la Mia Grazia; la Forza infatti Si Manifesta Pienamente nella Debolezza”» (2 Cor 12,7-9).
Se Questa È la Prospettiva dell’Economia della Salvezza, Dobbiamo Imparare ad Accogliere la nostra Debolezza con Profonda Tenerezza.[12]
Il Maligno ci fa Guardare con giudizio negativo la nostra Fragilità, lo Spirito invece la Porta alla Luce con Tenerezza. È la Tenerezza la Maniera Migliore per Toccare Ciò Che È Fragile in noi. Il dito puntato e il giudizio che usiamo nei confronti degli altri molto spesso sono segno dell’incapacità di Accogliere Dentro di noi la nostra Stessa Debolezza, la nostra Stessa Fragilità. Solo la Tenerezza ci Salverà dall’opera dell’Accusatore (cfr Ap 12,10). Per Questo È Importante Incontrare la Misericordia di Dio, Specie nel Sacramento della Riconciliazione, Facendo un’Esperienza di Verità e Tenerezza. Paradossalmente anche il maligno può dirci la Verità, ma, se lo fa, è per condannarci. Noi Sappiamo però Che la Verità Che Viene da Dio non ci Condanna, ma ci Accoglie, ci Abbraccia, ci Sostiene, ci Perdona. La Verità Si Presenta a noi Sempre Come il Padre Misericordioso della Parabola (cfr Lc 15,11-32): ci Viene Incontro, ci Ridona la Dignità, ci Rimette in Piedi, Fa Festa per noi, con la Motivazione Che «Questo Mio Figlio Era morto ed È Tornato in Vita, Era Perduto ed È Stato Ritrovato» (v. 24).
Anche Attraverso l’Angustia di Giuseppe Passa la Volontà Di Dio, la Sua Storia, il Suo Progetto. Giuseppe ci Insegna Così Che Avere Fede In Dio Comprende Pure il Credere Che Egli Può Operare Anche Attraverso le nostre Paure, le nostre Fragilità, la nostra Debolezza. E ci Insegna Che, in Mezzo alle Tempeste della Vita, non Dobbiamo Temere di Lasciare a Dio il Timone della nostra Barca. A Volte noi vorremmo controllare tutto, ma Lui Ha Sempre Uno Sguardo Più Grande.
3 – Padre nell’Obbedienza
Analogamente a Ciò Che Dio Ha Fatto Con Maria, Quando Le Ha Manifestato il Suo Piano di Salvezza, Così Anche a Giuseppe Ha Rivelato i Suoi Disegni; e Lo Ha Fatto Tramite i Sogni, Che Nella Bibbia, Come Presso Tutti i Popoli Antichi, Venivano Considerati Come Uno Dei Mezzi Coi Quali Dio Manifesta la Sua Volontà.[13]
Giuseppe È Fortemente angustiato Davanti all’Incomprensibile Gravidanza di Maria: non Vuole «accusarla pubblicamente»,[14] ma Decide di «Ripudiarla in segreto» (Mt 1,19). Nel Primo Sogno l’Angelo Lo Aiuta a Risolvere il Suo Grave Dilemma: «Non Temere di Prendere con Te Maria, Tua Sposa. Infatti, il Bambino Che È Generato in Lei Viene dallo Spirito Santo; Ella Darà alla Luce un Figlio e Tu Lo Chiamerai Gesù: Egli infatti Salverà il Suo Popolo dai suoi peccati» (Mt 1,20-21). La Sua Risposta Fu Immediata: «Quando Si Destò dal Sonno, Fece Come Gli Aveva Ordinato l’Angelo» (Mt 1,24). Con l’Obbedienza Egli Superò il Suo Dramma e Salvò Maria.
Nel Secondo Sogno l’Angelo Ordina a Giuseppe: «Alzati, Prendi con Te il Bambino e Sua Madre, Fuggi in Egitto e Resta là finché non Ti Avvertirò: Erode infatti vuole cercare il Bambino per ucciderlo» (Mt 2,13). Giuseppe non Esitò ad Obbedire, senza Farsi Domande sulle Difficoltà cui Sarebbe Andato Incontro: «Egli Si Alzò, nella Notte, Prese il Bambino e Sua Madre e Si Rifugiò in Egitto, Dove Rimase fino alla morte di Erode» (Mt 2,14-15).
In Egitto Giuseppe, con Fiducia e Pazienza, Attese dall’Angelo il Promesso Avviso per Ritornare nel Suo Paese. Appena il Messaggero Divino, in un terzo Sogno, Dopo Averlo Informato Che erano morti quelli che cercavano di uccidere il Bambino, Gli Ordina di Alzarsi, di Prendere con Sé il Bambino e Sua Madre e Ritornare nella Terra d’Israele (cfr Mt 2,19-20), Egli ancora una volta Obbedisce senza esitare: «Si Alzò, Prese il Bambino e Sua Madre ed Entrò nella Terra d’Israele» (Mt 2,21).
Ma Durante il Viaggio di Ritorno, «Quando Venne a Sapere Che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, Ebbe Paura di Andarvi. Avvertito poi in Sogno – ed È la quarta Volta Che Accade – Si Ritirò nella regione della Galilea e Andò ad Abitare in una città chiamata Nazaret» (Mt 2,22-23).
L’Evangelista Luca, da Parte Sua, Riferisce Che Giuseppe Affrontò il Lungo e Disagevole Viaggio da Nazaret a Betlemme Secondo la legge dell’imperatore Cesare Augusto, relativa al censimento, per Farsi Registrare nella Sua città di origine. E Proprio in Questa Circostanza Nacque Gesù (cfr 2,1-7), e Fu Iscritto all’anagrafe dell’Impero, Come Tutti gli Altri Bambini.
San Luca, in Particolare, Si Preoccupa di Rilevare Che i Genitori di Gesù Osservavano Tutte le Prescrizioni della Legge: i Riti della Circoncisione di Gesù, della Purificazione di Maria Dopo il Parto, dell’Offerta A Dio del Primogenito (cfr 2,21-24).[15]
In Ogni Circostanza della Sua Vita, Giuseppe Seppe Pronunciare il Suo “Fiat”, Come Maria nell’Annunciazione e Gesù nel Getsemani.
Giuseppe, nel Suo Ruolo di Capo Famiglia, Insegnò a Gesù ad Essere Sottomesso ai Genitori (cfr Lc 2,51), Secondo il Comandamento Di Dio (cfr Es 20,12).
Nel Nascondimento di Nazaret, alla Scuola di Giuseppe, Gesù Imparò a Fare la Volontà del Padre. Tale Volontà Divenne Suo Cibo Quotidiano (cfr Gv 4,34). Anche nel Momento Più Difficile della Sua Vita, Vissuto nel Getsemani, Preferì Fare la Volontà del Padre e non la Propria[16] e Si Fece «Obbediente Fino alla Morte […] di Croce» (Fil 2,8). Per Questo, l’Autore della Lettera agli Ebrei Conclude Che Gesù «Imparò l’Obbedienza da Ciò Che Patì» (5,8).
Da Tutte Queste Vicende Risulta Che Giuseppe «È Stato Chiamato Da Dio a Servire Direttamente la Persona e la Missione di Gesù, Mediante l’Esercizio della Sua Paternità: Proprio in Tal Modo Egli Coopera nella Pienezza dei Tempi al Grande Mistero della Redenzione ed È Veramente Ministro della Salvezza».[17]
4 – Padre nell’Accoglienza
Giuseppe Accoglie Maria senza Mettere Condizioni Preventive. Si Fida delle Parole dell’Angelo. «La Nobiltà del Suo Cuore Gli Fa Subordinare alla Carità Quanto Ha Imparato per Legge; e Oggi, in questo mondo nel quale la violenza psicologica, verbale e fisica sulla Donna è evidente, Giuseppe Si Presenta Come Figura di Uomo Rispettoso, Delicato Che, Pur non Possedendo Tutte le Informazioni, Si Decide per la Reputazione, la Dignità e la Vita di Maria. E nel Suo dubbio Su Come Agire nel Modo Migliore, Dio Lo Ha Aiutato a Scegliere Illuminando il Suo Giudizio».[18]
Tante volte, nella nostra Vita, Accadono Avvenimenti di Cui non Comprendiamo il Significato. La nostra Prima Reazione È Spesso di delusione e ribellione. Giuseppe Lascia da Parte i Suoi Ragionamenti, per Fare Spazio a Ciò Che Accade e, per Quanto Possa Apparire ai Suoi Occhi Misterioso, Egli Lo Accoglie, Se Ne Assume la Responsabilità e Si Riconcilia con la Propria Storia. Se non ci Riconciliamo con la nostra Storia, non Riusciremo nemmeno a Fare un Passo Successivo, perché Rimarremo Sempre in Ostaggio delle nostre Aspettative e delle conseguenti delusioni.
La Vita Spirituale Che Giuseppe ci Mostra non È Una Via Che Spiega, ma una Via Che Accoglie. Solo a Partire da Questa Accoglienza, da Questa Riconciliazione, Si Può anche Intuire una Storia Più Grande, un Significato Più Profondo. Sembrano Riecheggiare le Ardenti Parole di Giobbe, Che all’Invito della Moglie a Ribellarsi per Tutto il male Che Gli Accade Risponde: «Se Da Dio Accettiamo il Bene, perché non Dovremmo Accettare il male?» (Gb 2,10).
Giuseppe non È un Uomo Rassegnato Passivamente. Il Suo È Un Coraggioso e Forte Protagonismo. L’Accoglienza È un Modo Attraverso Cui Si Manifesta nella nostra Vita il Dono della Fortezza Che ci Viene dallo Spirito Santo. Solo il Signore Può Darci la Forza di Accogliere la Vita Così Com’È, di Fare Spazio anche a Quella Parte contraddittoria, inaspettata, deludente dell’Esistenza.
La Venuta Di Gesù in Mezzo a noi È un Dono del Padre, affinché Ciascuno Si Riconcili con la carne della Propria Storia anche quando non La Comprende Fino in Fondo.
Come Dio Ha Detto al nostro Santo: «Giuseppe, Figlio di Davide, non Temere» (Mt 1,20), Sembra Ripetere Anche a noi: “Non Abbiate Paura!”. Occorre Deporre la rabbia e la delusione e Fare Spazio, senza alcuna rassegnazione mondana ma con Fortezza Piena di Speranza, a Ciò Che non Abbiamo Scelto Eppure Esiste. Accogliere Così la Vita ci Introduce a un Significato Nascosto. La Vita di ciascuno di noi Può Ripartire Miracolosamente, se Troviamo il Coraggio di Viverla Secondo Ciò Che ci Indica il Vangelo. E non importa se ormai tutto sembra aver preso una piega sbagliata e se alcune cose ormai sono irreversibili. Dio Può Far Germogliare Fiori tra le Cocce. Anche se il nostro Cuore ci Rimprovera Qualcosa, Egli «È Più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa» (1 Gv 3,20).
Torna ancora una Volta il Realismo Cristiano, che non Butta Via Nulla di Ciò Che Esiste. La Realtà, nella Sua Misteriosa Irriducibilità e Complessità, È Portatrice di un Senso dell’Esistenza con le Sue Luci e le Sue Ombre. È Questo Che Fa Dire all’Apostolo Paolo: «Noi sappiamo Che Tutto Concorre al Bene, per Quelli Che Amano Dio» (Rm 8,28). E Sant’Agostino Aggiunge: «anche quello che viene chiamato male (etiam illud quod malum dicitur)».[19] In Questa Prospettiva Totale, la Fede Dà significato ad Ogni Evento Lieto o Triste.
Lungi da noi allora il Pensare Che Credere Significhi Trovare Facili Soluzioni Consolatorie. La Fede Che ci Ha Insegnato Cristo È invece Quella Che Vediamo in San Giuseppe, Che non Cerca scorciatoie, ma Affronta “ad Occhi Aperti” Quello Che Gli Sta Capitando, Assumendone in Prima Persona la Responsabilità.
L’Accoglienza di Giuseppe ci InVita ad Accogliere gli Altri, senza esclusione, Così Come Sono, Riservando una Predilezione ai Deboli, perché Dio Sceglie Ciò Che È Debole (cfr 1 Cor 1,27), È «Padre degli Orfani e Difensore delle Vedove» (Sal 68,6) e Comanda di Amare lo Straniero.[20] Voglio Immaginare Che dagli Atteggiamenti di Giuseppe Gesù Abbia Preso lo Spunto per la Parabola del figlio prodigo e del padre misericordioso (cfr Lc 15,11-32).
5 – Padre dal Coraggio Creativo
Se la Prima Tappa di Ogni Vera Guarigione Interiore È Accogliere la propria Storia, ossia Fare Spazio Dentro noi stessi anche a Ciò Che non Abbiamo Scelto nella nostra Vita, Serve però Aggiungere un’Altra Caratteristica Importante: il Coraggio Creativo. Esso Emerge Soprattutto Quando Si Incontrano Difficoltà. Infatti, Davanti a una Difficoltà Ci Si Può Fermare e abbandonare il campo, oppure Ingegnarsi in Qualche Modo. Sono a Volte Proprio le Difficoltà Che Tirano Fuori da ciascuno di noi Risorse Che Nemmeno Pensavamo di Avere.
Molte Volte, Leggendo i “Vangeli dell’Infanzia”, ci Viene da Domandarci perché Dio non Sia Intervenuto in Maniera Diretta e Chiara. Ma Dio Interviene per Mezzo di Eventi e Persone. Giuseppe È l’Uomo Mediante il Quale Dio Si Prende Cura degli Inizi della Storia della Redenzione. Egli È il Vero “Miracolo” Con Cui Dio Salva il Bambino e Sua Madre. Il Cielo Interviene Fidandosi del Coraggio Creativo di Quest’Uomo, Che Giungendo a Betlemme e non Trovando un Alloggio Dove Maria Possa Partorire, Sistema una Stalla e la Riassetta, affinché Diventi Quanto Più Possibile un Luogo Accogliente per il Figlio Di Dio Che Viene nel Mondo (cfr Lc 2,6-7). Davanti all’incombente pericolo di Erode, che vuole uccidere il Bambino, Ancora una Volta in Sogno Giuseppe Viene Allertato per Difendere il Bambino, e nel Cuore della Notte Organizza la Fuga in Egitto (cfr Mt 2,13-14).
A una Lettura superficiale di Questi Racconti, Si Ha Sempre l’Impressione Che il mondo sia in balia dei forti e dei potenti, ma la “Buona Notizia” del Vangelo Sta nel Far Vedere Come, nonostante la prepotenza e la violenza dei dominatori terreni, Dio Trovi Sempre il Modo per Realizzare il Suo Piano di Salvezza. Anche la nostra Vita a Volte Sembra in balia dei poteri forti, ma il Vangelo ci Dice Che Ciò Che Conti Dio Riesce Sempre a Salvarlo, a Condizione Che Usiamo lo Stesso Coraggio Creativo del Carpentiere di Nazaret, il Quale Sa Trasformare un Problema in un’Opportunità, Anteponendo Sempre la Fiducia nella Provvidenza.
Se Certe Volte Dio Sembra non Aiutarci, Ciò non Significa Che ci Abbia Abbandonati, ma Che Si Fida di noi, di Quello Che Possiamo Progettare, Inventare, Trovare.
Si Tratta dello Stesso Coraggio Creativo Dimostrato dagli Amici del Paralitico Che, per Presentarlo a Gesù, Lo Calarono giù dal tetto (cfr Lc 5,17-26). La Difficoltà non fermò l’Audacia e l’Ostinazione di Quegli Amici. Essi Erano Convinti Che Gesù Poteva Guarire il Malato e «non Trovando da Qual Parte Farlo Entrare a causa della folla, Salirono sul tetto e, Attraverso le Tegole, Lo Calarono con il Lettuccio Davanti a Gesù nel Mezzo della Stanza. Vedendo la Loro Fede, Disse: “Uomo, ti Sono Perdonati i tuoi peccati”» (vv. 19-20). Gesù Riconosce la Fede Creativa con Cui quegli uomini Cercano di Portargli il loro Amico Malato.
Il Vangelo non Dà Informazioni Riguardo al Tempo in Cui Maria e Giuseppe e il Bambino Rimasero in Egitto. Certamente però Avranno Dovuto Mangiare, Trovare una Casa, un Lavoro. Non ci Vuole Molta Immaginazione per Colmare il Silenzio del Vangelo a Questo Proposito. La Santa Famiglia Dovette Affrontare Problemi Concreti Come Tutte le Altre Famiglie, Come Molti nostri Fratelli Migranti Che ancora Oggi Rischiano la Vita Costretti dalle sventure e dalla fame. In Questo Senso, Credo Che San Giuseppe Sia Davvero uno Speciale Patrono per Tutti Coloro Che Devono Lasciare la Loro Terra a causa delle guerre, dell’odio, della persecuzione e della miseria.
Alla Fine di Ogni Vicenda Che Vede Giuseppe Come Protagonista, il Vangelo Annota Che Egli Si Alza, Prende con Sé il Bambino e Sua Madre, e Fa Ciò Che Dio Gli Ha Ordinato (cfr Mt 1,24; 2,14.21). In Effetti, Gesù e Maria Sua Madre Sono il Tesoro Più Prezioso della nostra Fede.[21]
Nel Piano della Salvezza non Si Può Separare il Figlio dalla Madre, da Colei Che «Avanzò nella Peregrinazione della Fede e Serbò Fedelmente la Sua Unione col Figlio Sino alla Croce».[22]
Dobbiamo Sempre Domandarci se Stiamo Proteggendo con Tutte le nostre Forze Gesù e Maria, Che Misteriosamente Sono Affidati alla nostra Responsabilità, alla nostra Cura, alla nostra Custodia. Il Figlio dell’Onnipotente Viene nel Mondo Assumendo una Condizione di Grande Debolezza. Si Fa Bisognoso di Giuseppe per Essere Difeso, Protetto, Accudito, Cresciuto. Dio Si Fida di Quest’Uomo, Così Come Fa Maria, Che In Giuseppe Trova Colui Che non Solo Vuole Salvarle la Vita, ma Che Provvederà Sempre a Lei e al Bambino. In Questo Senso San Giuseppe non Può non Essere il Custode della Chiesa, perché la Chiesa È il Prolungamento del Corpo di Cristo nella Storia, e nello Stesso Tempo nella Maternità della Chiesa È Adombrata la Maternità di Maria.[23] Giuseppe, Continuando a Proteggere la Chiesa, Continua a Proteggere il Bambino e Sua Madre, e anche noi Amando la Chiesa Continuiamo ad Amare il Bambino e Sua Madre.
Questo Bambino È Colui Che Dirà: «Tutto Quello Che Avete Fatto a Uno Solo di Questi Miei Fratelli Più Piccoli L’Avete Fatto a Me» (Mt 25,40). Così Ogni Bisognoso, Ogni Povero, Ogni Sofferente, Ogni Moribondo, Ogni Forestiero, Ogni Carcerato, Ogni Malato Sono “il Bambino” Che Giuseppe Continua a Custodire. Ecco perché San Giuseppe È Invocato Come Protettore dei Miseri, dei Bisognosi, degli Esuli, degli Afflitti, dei Poveri, dei Moribondi. Ed Ecco perché la Chiesa non Può non Amare Innanzitutto gli Ultimi, perché Gesù Ha Posto in Essi una Preferenza, una Sua Personale Identificazione. Da Giuseppe Dobbiamo Imparare la Medesima Cura e Responsabilità: Amare il Bambino e Sua Madre; Amare i Sacramenti e la Carità; Amare la Chiesa e i Poveri. Ognuna di Queste Realtà È Sempre il Bambino e Sua Madre.
6 – Padre Lavoratore
Un Aspetto Che Caratterizza San Giuseppe e Che È Stato Posto in Evidenza Sin dai Tempi della Prima Enciclica Sociale, la Rerum Novarum di Leone XIII, È il Suo Rapporto con il Lavoro. San Giuseppe Era un Carpentiere Che Ha Lavorato Onestamente per Garantire il Sostentamento della Sua Famiglia. Da Lui Gesù Ha Imparato il Valore, la Dignità e la Gioia di Ciò Che Significa Mangiare il Pane Frutto del Proprio Lavoro.
In Questo nostro Tempo, nel Quale il Lavoro sembra essere tornato a rappresentare un’urgente questione sociale e la disoccupazione raggiunge talora livelli impressionanti, anche in quelle Nazioni dove per decenni si è vissuto un certo benessere, È Necessario, con Rinnovata Consapevolezza, Comprendere il Significato del Lavoro Che Dà Dignità e di Cui il nostro Santo È Esemplare Patrono.
Il Lavoro Diventa Partecipazione all’Opera Stessa della Salvezza, Occasione per Affrettare l’Avvento del Regno, Sviluppare le Proprie Potenzialità e Qualità, Mettendole al Servizio della Società e della Comunione; il Lavoro Diventa Occasione di Realizzazione non solo per sé stessi, ma Soprattutto per Quel Nucleo Originario della Società Che È la Famiglia. Una Famiglia dove mancasse il Lavoro È Maggiormente Esposta a Difficoltà, tensioni, fratture e perfino alla tentazione disperata e disperante del dissolvimento. Come potremmo Parlare della Dignità Umana, senza Impegnarci perché Tutti e Ciascuno Abbiano la Possibilità di un Degno Sostentamento?
La Persona Che Lavora, qualunque sia il suo compito, Collabora Con Dio Stesso, Diventa un Po’ Creatore del mondo Che ci Circonda. La crisi del nostro Tempo, che è crisi economica, sociale, culturale e Spirituale, Può Rappresentare per Tutti un Appello a Riscoprire il Valore, l’Importanza e la Necessità del Lavoro per Dare Origine a una Nuova “Normalità”, in Cui nessuno sia escluso. Il Lavoro di San Giuseppe ci Ricorda Che Dio Stesso Fatto Uomo non Ha Disdegnato di Lavorare. La perdita del Lavoro che colpisce Tanti Fratelli e Sorelle, e che è aumentata negli Ultimi Tempi a causa della pandemia di Covid-19, dev’essere un Richiamo a Rivedere le nostre priorità. Imploriamo San Giuseppe Lavoratore perché Possiamo Trovare Strade Che ci Impegnino a Dire: nessun Giovane, nessuna Persona, nessuna Famiglia senza Lavoro!
7 – Padre nell’Ombra
Lo scrittore polacco Jan Dobraczyński, nel suo libro L’ombra del Padre,[24] ha narrato in forma di romanzo la Vita di San Giuseppe. Con la Suggestiva Immagine dell’Ombra Definisce la Figura di Giuseppe, Che nei Confronti di Gesù È l’Ombra sulla Terra del Padre Celeste: Lo Custodisce, Lo Protegge, non Si Stacca mai Da Lui per Seguire i Suoi Passi. Pensiamo a Ciò Che Mosè Ricorda a Israele: «Nel Deserto […] Hai Visto Come il Signore, Tuo Dio, Ti Ha Portato, Come un Uomo Porta il Proprio Figlio, per Tutto il Cammino» (Dt 1,31). Così Giuseppe Ha Esercitato la Paternità per Tutta la Sua Vita.[25]
Padri non Si Nasce, Lo Si Diventa. E non Lo Si Diventa Solo perché Si Mette al Mondo un Figlio, ma perché Ci Si Prende Responsabilmente Cura di Lui. Tutte le Colte Che Qualcuno si Assume la Responsabilità della Vita di un altro, in un Certo Senso Esercita la Paternità nei suoi confronti.
Nella Società del nostro Tempo, Spesso i Figli Sembrano Essere Orfani di padre. Anche la Chiesa di Oggi Ha Bisogno di padri. È Sempre Attuale l’Ammonizione Rivolta da San Paolo ai Corinzi: «Potreste Avere anche diecimila Pedagoghi in Cristo, ma non Certo Molti padri» (1 Cor 4,15); e Ogni Sacerdote o Vescovo Dovrebbe Poter Aggiungere Come l’Apostolo: «Sono io che vi ho Generato In Cristo Gesù Mediante il Vangelo» (ibid.). E ai Galati Dice: «Figli miei, Che io di Nuovo Partorisco nel Dolore finché Cristo non Sia Formato in voi!» (4,19).
Essere padri Significa Introdurre il Figlio all’Esperienza della Vita, alla Realtà. Non trattenerlo, non imprigionarlo, non possederlo, ma Renderlo Capace di Scelte, di Libertà, di Partenze. Forse per Questo, Accanto all’Appellativo di padre, a Giuseppe la Tradizione Ha Messo Anche Quello di “Castissimo”. Non È un’Indicazione meramente Affettiva, ma la Sintesi di un Atteggiamento Che Esprime il contrario del possesso. La Castità È la Libertà dal possesso in Tutti gli Ambiti della Vita. Solo Quando un Amore È Casto È Veramente Amore. L’Amore Che Vuole possedere, alla fine diventa sempre pericoloso, imprigiona, soffoca, rende infelici. Dio Stesso Ha Amato l’Uomo con Amore Casto, Lasciandolo Libero anche di sbagliare e di mettersi contro di Lui. La Logica dell’Amore È Sempre una Logica di Libertà, e Giuseppe Ha Saputo Amare in Maniera Straordinariamente Libera. Non Ha mai Messo Sé Stesso al Centro. Ha Saputo Decentrarsi, Mettere al Centro della Sua Vita Maria e Gesù.
La Felicità di Giuseppe non È nella Logica del Sacrificio Di Sé, ma del Dono Di Sé. Non Si Percepisce mai in Quest’Uomo frustrazione, ma Solo Fiducia. Il Suo Persistente Silenzio non Contempla lamentele, ma Sempre Gesti Concreti di Fiducia. Il Mondo Ha Bisogno di padri, Rifiuta i padroni, Rifiuta cioè chi vuole usare il possesso dell’altro per riempire il proprio vuoto; rifiuta coloro che confondono Autorità con autoritarismo, Servizio con servilismo, Confronto con oppressione, Carità con assistenzialismo, Forza con distruzione. Ogni Vera Vocazione Nasce dal Dono di Sé, Che È la Maturazione del Semplice Sacrificio. Anche nel Sacerdozio e nella Vita Consacrata Viene Chiesto Questo Tipo di Maturità. Lì Dove una Vocazione, Matrimoniale, Celibataria o Verginale, non Giunge alla Maturazione del Dono di Sé Fermandosi Solo alla Logica del Sacrificio, allora invece di Farsi Segno della Bellezza e della Gioia dell’Amore Rischia di Esprimere infelicità, tristezza e frustrazione.
La Paternità Che Rinuncia alla tentazione di Vivere la Vita dei Figli Spalanca Sempre Spazi all’Inedito. Ogni Figlio Porta Sempre Con Sé un Mistero, un Inedito Che Può Essere Rivelato Solo Con l’Aiuto di un padre Che Rispetti la Sua Libertà. Un padre Consapevole di Completare la Propria Azione Educativa e di Vivere Pienamente la Paternità Solo Quando Si È Reso “inutile”, Quando Vede Che il Figlio Diventa Autonomo e Cammina da Solo sui Sentieri della Vita, Quando Si Pone nella Situazione di Giuseppe, il Quale Ha Sempre Saputo Che Quel Bambino non Era Suo, ma Era Stato Semplicemente Affidato alle Sue Cure. In Fondo, È Ciò Che Lascia Intendere Gesù Quando Dice: «Non Chiamate “padre” nessuno di voi sulla Terra, perché Uno Solo È Il Padre vostro, Quello Celeste» (Mt 23,9).
Tutte le Volte Che ci Troviamo nella Condizione di Esercitare la Paternità, Dobbiamo Sempre Ricordare Che non È mai esercizio di possesso, ma “Segno” Che Rinvia a Una Paternità Più Alta. In un Certo Senso, Siamo Tutti Sempre nella Condizione di Giuseppe: Ombra dell’Unico Padre Celeste, Che «Fa Sorgere il Sole sui cattivi e sui Buoni, e Fa Piovere sui Giusti e sugli ingiusti» (Mt 5,45); e Ombra Che Segue il Figlio.
* * *
«Alzati, Prendi Con Te il Bambino e Sua Madre» (Mt 2,13), Dice Dio a San Giuseppe.
Lo Scopo di Questa Lettera Apostolica È Quello di Accrescere l’Amore Verso Questo Grande Santo, per Essere Spinti a Implorare la Sua Intercessione e per Imitare le Sue Virtù e il Suo Slancio.
Infatti, la Specifica Missione dei Santi È non Solo Quella di Concedere Miracoli e Grazie, ma di Intercedere per noi Davanti A Dio, Come Fecero Abramo[26] e Mosè,[27] Come Fa Gesù, «Unico Mediatore» (1 Tm 2,5), Che Presso Dio Padre È il nostro «Avvocato» (1 Gv 2,1), «Sempre Vivo per Intercedere in [nostro] Favore» (Eb 7,25; cfr Rm 8,34).
I Santi Aiutano Tutti i Fedeli «a Perseguire la Santità e la Perfezione del Proprio Stato».[28] La Loro Vita È Una Prova Concreta Che È Possibile Vivere il Vangelo.
Gesù Ha Detto: «Imparate Da Me, Che Sono Mite e Umile Di Cuore» (Mt 11,29), ed Essi – a Loro Volta, Sono Esempi di Vita da Imitare. San Paolo Ha Esplicitamente Esortato: «Diventate miei Imitatori!» (1 Cor 4,16).[29] San Giuseppe Lo Dice Attraverso il Suo Eloquente Silenzio.
Davanti all’Esempio di Tanti Santi e di Tante Sante, Sant’Agostino Si Chiese: «Ciò Che Questi e Queste Hanno Potuto Fare, tu non Lo potrai?». E Così Approdò alla Conversione Definitiva Esclamando: «Tardi Ti ho Amato, o Bellezza Tanto Antica e Tanto Nuova!».[30]
Non Resta Che Implorare Da San Giuseppe la Grazia delle Grazie: la nostra Conversione.
A Lui Rivolgiamo la nostra Preghiera:
Salve, Custode del Redentore e Sposo della Vergine Maria. A Te Dio Affidò il Suo Figlio; In Te Maria Ripose la Sua Fiducia; Con Te Cristo Diventò Uomo.
O Beato Giuseppe, Mostrati padre anche per noi e Guidaci nel Cammino della Vita. Ottienici Grazia, Misericordia e Coraggio, e Difendici da ogni male. Amen.
Roma, Presso San Giovanni in Laterano, 08 dicembre, Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, dell’anno 2020, ottavo del mio Pontificato.
Francesco
[1] Lc 4,22; Gv 6,42; cfr Mt 13,55; Mc 6,3.
[2] S. Rituum Congreg., Quemadmodum Deus (8 dicembre 1870): ASS 6 (1870-71), 194.
[3] Cfr Discorso alle ACLI in Occasione della Solennità di San Giuseppe Artigiano (1 maggio 1955): AAS 47 (1955), 406.
[4] Esort. ap. Redemptoris Custos (15 agosto 1989): AAS 82 (1990), 5-34.
[5] Catechismo della Chiesa Cattolica, 1014.
[6] Meditazione in Tempo di pandemia (27 marzo 2020): L’Osservatore Romano, 29 marzo 2020, p. 10.
[7] In Matth. Hom, V, 3: PG 57, 58.
[8] Omelia (19 marzo 1966): Insegnamenti di Paolo VI, IV (1966), 110.
[9] Cfr Libro della Vita, 6, 6-8.
[10] Tutti i Giorni, da Più di quarant’Anni, Dopo le Lodi, Recito una Preghiera a San Giuseppe Tratta da un libro francese di Devozioni, dell’ottocento, della Congregazione delle Religiose di Gesù e Maria, Che Esprime Devozione, Fiducia e una Certa Sfida a San Giuseppe: «Glorioso Patriarca San Giuseppe, il Cui Potere Sa Rendere Possibili le Cose Impossibili, Vieni in mio Aiuto in Questi Momenti di angoscia e Difficoltà. Prendi Sotto la Tua Protezione le Situazioni Tanto Gravi e Difficili Che Ti Affido, affinché Abbiano una Felice Soluzione. Mio Amato Padre, Tutta la mia Fiducia È Riposta In Te. Che non Si Dica Che Ti Abbia Invocato invano, e poiché Tu Puoi Tutto Presso Gesù e Maria, Mostrami Che la Tua Bontà È Grande Quanto il Tuo Potere. Amen».
[11] Cfr Dt 4,31; Sal 69,17; 78,38; 86,5; 111,4; 116,5; Ger 31,20.
[12] Cfr Esort. Ap. Evangelii Gaudium (24 novembre 2013), 88; 288: AAS 105 (2013), 1057; 1136-1137.
[13] Cfr Gen 20,3; 28,12; 31,11.24; 40,8; 41,1-32; Nm 12,6; 1 Sam 3,3-10; Dn 2; 4; Gb 33,15.
[14] In questi casi era prevista anche la lapidazione (cfr Dt 22,20-21).
[15] Cfr Lv 12,1-8; Es 13,2.
[16] Cfr Mt 26,39; Mc 14,36; Lc 22,42.
[17] S. Giovanni Paolo II, Esort. ap. Redemptoris Custos (15 agosto 1989), 8: AAS 82 (1990), 14.
[18] Omelia nella S. Messa con Beatificazioni, Villavicencio – Colombia (8 settembre 2017): AAS 109 (2017), 1061.
[19] Enchiridion de Fide, Spe et Caritate, 3.11: PL 40, 236.
[20] Cfr Dt 10,19; Es 22,20-22; Lc 10,29-37.
[21] Cfr S. Rituum Congreg., Quemadmodum Deus (8 dicembre 1870): ASS 6 (1870-71), 193; Pii IX, Inclytum Patriarcham (7 luglio 1871): l.c., 324-327.
[22] Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Dogm. Lumen gentium, 58.
[23] Cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 963-970.
[24] Edizione originale: Cień Ojca, Warszawa 1977.
[25] Cfr S. Giovanni Paolo II, Esort. ap. Redemptoris custos, 7-8: AAS 82 (1990), 12-16.
[26] Cfr Gen 18,23-32.
[27] Cfr Es 17,8-13; 32,30-35.
[28] Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Dogm. Lumen gentium, 42.
[29] Cfr 1 Cor 11,1; Fil 3,17; 1 Ts 1,6.
[30] Confessioni, 8, 11, 27: PL 32, 761; 10, 27, 38: PL 32, 795.
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L’Apocalisse di Giovanni
(Capitoli 11 e 12)
Capitolo 11
[1]Poi mi Fu Data una canna simile a una verga e mi Fu Detto: “Alzati e Misura il Santuario di Dio e l’Altare e il Numero di Quelli Che Vi Stanno Adorando. [2]Ma l’atrio che è fuori del Santuario, lascialo da parte e non lo misurare, perché è stato dato in balìa dei pagani, i quali calpesteranno la Città Santa per quarantadue Mesi. [3]Ma Farò in Modo Che i Miei due Testimoni, Vestiti di Sacco, Compiano la Loro Missione di Profeti per milleduecentosessanta Giorni”. [4]Questi Sono i due Olivi e le due Lampade Che Stanno Davanti al Signore della Terra. [5]Se qualcuno pensasse di far Loro del male, uscirà dalla Loro Bocca un Fuoco Che Divorerà i Loro nemici. Così Deve Perire chiunque pensi di far Loro del male. [6]Essi Hanno il Potere di Chiudere il Cielo, perché non Cada Pioggia nei Giorni del Loro Ministero Profetico. Essi Hanno Anche Potere di Cambiar l’Acqua in Sangue e di Colpire la Terra con Ogni Sorta di Flagelli Tutte le Volte Che Lo Vorranno. [7]E Quando Poi Avranno Compiuto la Loro Testimonianza, la bestia che sale dall’Abisso farà guerra contro di Loro, Li vincerà e Li ucciderà. [8]I Loro Cadaveri Rimarranno Esposti sulla Piazza della Grande Città, che simbolicamente si chiama Sòdoma ed Egitto, dove appunto il Loro Signore Fu Crocifisso. [9]Uomini di Ogni Popolo, Tribù, lingua e Nazione vedranno i Loro cadaveri per tre Giorni e mezzo e non Permetteranno Che i Loro Cadaveri Vengano Deposti in un Sepolcro. [10]Gli Abitanti della Terra faranno festa su di Loro, si rallegreranno e si scambieranno doni, perché Questi due Profeti Erano il Tormento degli Abitanti della Terra. [11]Ma Dopo tre Giorni e mezzo, un Soffio di Vita Procedente da Dio Entrò in Essi e Si alzarono in Piedi, con grande terrore di quelli che stavano a guardarLi. [12]Allora Udirono un Grido Possente dal Cielo: “Salite Quassù” e Salirono al Cielo in una Nube sotto gli sguardi dei Loro nemici. [13]In Quello Stesso Momento Ci Fu un Grande Terremoto Che Fece Crollare un decimo della città: perirono in Quel Terremoto settemila persone; i superstiti presi da terrore Davano Gloria al Dio del Cielo. [14]Così Passò il secondo “Guai”; ed Ecco Viene Subito il terzo “Guai”. [15]Il settimo Angelo Suonò la Tromba e nel Cielo Echeggiarono Voci Potenti Che Dicevano: “Il Regno del mondo Appartiene al Signore nostro e al Suo Cristo: Egli Regnerà nei Secoli dei Secoli”. [16]Allora i ventiquattro Vegliardi Seduti sui Loro Troni al Cospetto di Dio, Si Prostrarono Faccia a Terra e Adorarono Dio Dicendo: [17]“Noi Ti Rendiamo Grazie, Signore Dio Onnipotente, Che Sei e Che Eri, perché Hai Messo Mano alla Tua Grande Potenza, e Hai Instaurato il Tuo Regno. [18]Le genti Ne Fremettero, ma È Giunta l’Ora della Tua Ira, il Tempo di Giudicare i morti, di Dare la Ricompensa ai Tuoi Servi, ai Profeti e ai Santi e a Quanti Temono il Tuo Nome, Piccoli e Grandi, e di Annientare coloro che distruggono la Terra”. [19]Allora Si Aprì il Santuario di Dio nel Cielo e Apparve nel Santuario l’Arca dell’Alleanza. Ne Seguirono Folgori, Voci, Scoppi di Tuono, Terremoto e una Tempesta di Grandine.
Capitolo 12
[1]Nel Cielo Apparve poi un Segno Grandioso: una Donna Vestita di Sole, con la Luna Sotto i Suoi Piedi e Sul Suo Capo una Corona di dodici Stelle. [2]Era Incinta e Gridava per le Doglie e il Travaglio del Parto. [3]Allora Apparve un Altro Segno Nel Cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; [4]la sua coda trascinava giù un terzo delle Stelle del Cielo e Le precipitava sulla Terra. Il drago si pose davanti alla Donna Che Stava per Partorire per divorare il Bambino Appena Nato. [5]Essa Partorì un Figlio Maschio, Destinato a Governare Tutte le Nazioni con Scettro di Ferro, e il Figlio Fu Subito Rapito Verso Dio e Verso il Suo Trono. [6]La Donna invece Fuggì nel Deserto, Ove Dio Le Aveva Preparato un Rifugio perché vi Fosse Nutrita per milleduecentosessanta Giorni. [7]Scoppiò quindi una Guerra Nel Cielo: Michele e i Suoi Angeli Combattevano Contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, [8]ma non prevalsero e non Ci Fu Più Posto per essi In Cielo. [9]Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce Tutta la Terra, Fu Precipitato sulla Terra e con lui Furono Precipitati anche i suoi angeli. [10]Allora Udii una Gran Voce nel Cielo Che Diceva: “Ora Si È Compiuta la Salvezza, la Forza e il Regno del nostro Dio e la Potenza del Suo Cristo, poiché È Stato precipitato l’accusatore dei nostri Fratelli, colui che Li accusava Davanti al nostro Dio Giorno e Notte. [11]Ma Essi lo Hanno Vinto per Mezzo del Sangue dell’Agnello e Grazie alla Testimonianza del Loro Martirio; poiché Hanno Disprezzato la Vita Fino a Morire. [12]Esultate, dunque, o Cieli, e Voi Che Abitate in Essi. Ma guai a voi, Terra e Mare, perché il diavolo è precipitato sopra di voi pieno di grande furore, sapendo che gli resta poco Tempo”. [13]Or quando il drago si vide precipitato sulla Terra, si avventò contro la Donna Che Aveva Partorito il Figlio Maschio. [14]Ma Furono Date alla Donna le due Ali della Grande Aquila, per Volare nel Deserto Verso il Rifugio Preparato per Lei per Esservi Nutrita per un Tempo, due Tempi e la Metà di un Tempo Lontano dal serpente. [15]Allora il serpente vomitò dalla sua bocca come un Fiume d’Acqua Dietro alla Donna, per farLa travolgere dalle sue Acque. [16]Ma la Terra Venne in Soccorso alla Donna, Aprendo una Voragine e Inghiottendo il Fiume che il drago aveva vomitato dalla propria bocca. [17]Allora il drago si infuriò contro la Donna e se ne andò a far guerra contro il resto della Sua Discendenza, contro Quelli Che Osservano i Comandamenti di Dio e Sono in Possesso della Testimonianza di Gesù. [18]E si fermò sulla Spiaggia del Mare.
Implorando la Benedizione del Cibo Che Quotidianamente Consumiamo, Ringraziamo il Signore per i Doni Che Concede da Sempre al Mondo, Pregando Tutti Insieme per:
La Santissima Trinità Divina – nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo Consolatore, la Creazione – Opera Straordinaria dell’Onnipotente, Il Santo Natale del Cristo di Dio, Il Santissimo Sangue del Divino Agnello, il Sangue dei Martiri Innocenti, il Santuario della Beata Vergine della Rivelazione in Roma e Tutti i Luoghi in Cui Maria Intese Manifestarsi ai Figli del Popolo di Dio, il Ricordo della Madonna dell’Arco e del Carmine, Santa Maria Maddalena, Giovanni il Battista – Precursore del Cammino di Gesù, San Giuseppe – coi Santi e gli Angeli del Paradiso, Le Anime Sante abbandonate in Purgatorio e per i Defunti di Tutti i Tempi, I Profeti e i Veggenti, i Perseguitati a Causa della Testimonianza Cristica, Papa Francesco, il Rabbino Capo di Roma e Tutti i Riconosciuti Giusti, i Sacerdoti e i Professanti la Fede in Dio Padre Onnipotente, i Movimenti Eucaristici e Mariani, i Gruppi di Preghiera, gli Ammalati nel Corpo e nello Spirito, i Carcerati, gli atei, gli ipocriti e i sapienti della Terra, i Bimbi Deceduti prima del Santo Battesimo, i Giovani e tutti Coloro che non Credono nella Divina Misericordia di Gesù Cristo – Figlio Prediletto dell’Altissimo, Signore nostro, Sacerdote Infallibile e Salvatore del mondo intero.
Celebrando il Memoriale del Tuo Meraviglioso Figlio, Ti Offriamo, Padre, il Pane della Vita e il Calice della Salvezza, e Ti Rendiamo Grazie per Averci Ammessi alla Tua Presenza a Compiere il Servizio Sacerdotale. Ti Preghiamo Umilmente: per la Comunione al Corpo e al Sangue di Cristo, lo Spirito Santo ci Riunisca in un Solo Corpo. Ricordati, Padre, della Tua Chiesa Diffusa su Tutta la Terra: Rendila Perfetta nell’Amore in Unione con il nostro Papa – Francesco, e con Tutto l’Ordine Sacerdotale. Ricordati dei nostri Fratelli, Che Si Sono Addormentati nella Speranza della Risurrezione, e di Tutti i Defunti Che Si Affidano alla Tua Clemenza: Ammettili a Godere la Luce del Tuo Volto. Di noi tutti Abbi Misericordia: Donaci di Aver Parte alla Vita Eterna, Insieme con la Beata Maria, Vergine e Madre di Dio, con gli Apostoli e Tutti i Santi, Che in Ogni Tempo Ti Furono Graditi: e in Gesù Cristo Tuo Figlio Canteremo la Tua Gloria: “Per Cristo, Con Cristo e In Cristo, a Te, Dio, Padre Onnipotente, nell’Unità dello Spirito Santo, Ogni Onore e Gloria, per Tutti i Secoli dei Secoli. Amen.
Popolo di Dio, Che Ami Con Cuore Puro il tuo Creatore, Proclama al mondo Che il Figlio Prediletto È Nuovamente quaggiù, sulla Terra, tra noi, e Avrai Salva la Vita!
“Se Siamo Morti Con Cristo, Crediamo Anche Che Vivremo Con Lui! Alleluia. (Rm 6, 8)”
“La Grande Promessa della Divina Misericordia”
San Giuseppe – Padre putativo di Gesù e Sposo della Beata Vergine Maria
Preghiera del Mattino
Caro San Giuseppe, Sii per noi un Padre. Proteggi la nostra Chiesa, il Corpo di Cristo, Come un Tempo Hai Protetto la Santa Madre di Dio e il Suo Figlio Divino. Sostienici in Tutte le Prove con le Tue Preghiere. Per i Meriti Che Ti Sei Guadagnato Prendendoti Cura, in Egitto, di Maria e di Suo Figlio, Intercedi per Tutti i Rifugiati di Oggi, che sono stati banditi dalla loro Terra Natale. Durante il nostro Esilio Spirituale, Mantieni il nostro Cuore nella Gioia; Aiutaci a Fare la Volontà di Dio e ad Accettare il Suo Insegnamento, Facendo Tacere, con Spirito Sottomesso, la nostra volontà, Fino alla nostra Ultima Ora. Caro Padre, Rimani al nostro fianco Fino alla Fine (Che È una Rinascita); Implora per noi il Dono della Perseveranza Finale, perché, una Volta Pagato il Debito dei nostri peccati, Possiamo (in Compagnia della Madonna e di Te Stesso, con gli Angeli e con i Santi) Condividere Eternamente la Gloria del Tuo Figlio Adottivo Che, Dopo la Sua Morte sulla Croce e la Sua Discesa agli inferi, Ha Voluto Farti Uscire dal Limbo e dalla Dimora di schiavitù. Amen.
Dal Secondo Libro di Samuele (2 Sam 7, 4-5.12-14.16)
In Quei Giorni, Fu Rivolta a Natan Questa Parola del Signore: «Va’ e di’ al Mio servo Davide: Così Dice il Signore: “Quando i tuoi Giorni Saranno Compiuti e tu Dormirai con i tuoi padri, Io Susciterò un tuo Discendente dopo di te, Uscito dalle tue Viscere, e Renderò Stabile il suo Regno. Egli Edificherà una Casa al Mio Nome e Io Renderò Stabile il Trono del suo Regno per Sempre. Io Sarò per lui Padre ed egli Sarà per Me Figlio. La tua Casa e il tuo Regno Saranno Saldi per Sempre Davanti a te, il tuo Trono Sarà Reso Stabile per Sempre”». Parola di Dio. (Rendiamo Grazie a Dio).
Dal Salmo 88 (In Eterno Durerà la Sua Discendenza).
Canterò in Eterno l’Amore del Signore, di Generazione in Generazione Farò Conoscere con la Mia Bocca la Tua Fedeltà, perché Ho Detto: «È un Amore Edificato per Sempre; nel Cielo Rendi Stabile la Tua Fedeltà». «Ho Stretto un’Alleanza con il Mio Eletto, Ho Giurato a Davide, Mio servo. Stabilirò per Sempre la Tua Discendenza, di Generazione in Generazione Edificherò il Tuo Trono». «Egli Mi Invocherà: “Tu Sei Mio Padre, Mio Dio e Roccia della Mia Salvezza”. Gli Conserverò Sempre il Mio Amore, la Mia Alleanza gli Sarà Fedele».
Dalla Lettera di San Paolo ai Romani (Rm 4, 13.16-18.22)
Fratelli, non in Virtù della Legge Fu Data ad Abramo, o alla Sua Discendenza, la Promessa di Diventare Erede del mondo, ma in Virtù della Giustizia Che Viene dalla Fede. Eredi dunque Si Diventa in Virtù della Fede, perché Sia Secondo la Grazia, e in Tal Modo la Promessa Sia Sicura per Tutta la Discendenza: non Soltanto per Quella Che Deriva dalla Legge, ma anche per Quella Che Deriva dalla Fede di Abramo, il Quale È padre di tutti noi – Come Sta Scritto: «Ti Ho Costituito padre di Molti Popoli» – Davanti al Dio nel Quale Credette, Che Dà Vita ai morti e Chiama all’Esistenza le cose che non Esistono. Egli Credette, Saldo nella Speranza contro ogni Speranza, e Così Divenne padre di Molti Popoli, Come Gli Era Stato Detto: «Così Sarà la tua Discendenza». Ecco perché Gli Fu Accreditato Come Giustizia. Parola di Dio. (Rendiamo Grazie a Dio).
Dal Santo Vangelo del Cristo di Dio Secondo L’Apostolo Matteo (Mt 1, 16.18-21.24)
Giacobbe Generò Giuseppe, lo Sposo di Maria, dalla Quale È Nato Gesù, Chiamato Cristo. Così Fu Generato Gesù Cristo: Sua Madre Maria, Essendo Promessa Sposa Di Giuseppe, Prima Che Andassero a Vivere Insieme Si Trovò Incinta per Opera dello Spirito Santo. Giuseppe Suo Sposo, poiché Era Uomo Giusto e non Voleva accusarla pubblicamente, Pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però Stava Considerando queste cose, Ecco, Gli Apparve in Sogno un Angelo Del Signore e Gli Disse: «Giuseppe, Figlio di Davide, non Temere di Prendere con Te Maria, Tua Sposa. Infatti il Bambino Che È Generato in Lei Viene Dallo Spirito Santo; Ella Darà alla Luce Un Figlio e Tu Lo Chiamerai Gesù: Egli infatti Salverà il Suo Popolo dai suoi peccati». Quando Si Destò dal Sonno, Giuseppe Fece Come Gli Aveva Ordinato l’Angelo del Signore. Parola del Signore. (Lode a Te o Cristo).
Preghiera della Sera
Ti Onoriamo, o Glorioso San Giuseppe, perché Sei il Santo più Onorato del Cielo e della Terra. Dio Padre Ti Onorò Affidando alla Tua Custodia il Suo Figlio Gesù e la Sua Figlia Maria, i Due Tesori Più Amati del Suo Cuore. Dio Figlio Ti Onorò Chiamandoti Padre, Obbedendoti e Affidando la Sua Vita e la Sua Cura nelle Tue Mani. Lo Spirito Santo Ti Onorò Consegnandoti la Sua Sposa, la Vergine Maria, Come Tua Sposa. Gesù e Maria, dopo Averti Onorato Standoti Sottomessi per Trent’Anni, Assistettero alla Tua Preziosa morte. La Chiesa Ti Onora Istituendo Feste in Tuo Onore, Chiamandoti Patrono della Chiesa Universale, Assicurando Che Sei Degno di Sommi Onori e Lodi. I Santi e i Fedeli, Tutti Ti Invocano con Perseveranza, con Entusiasmo e Amore Sempre Crescente, Come Santo senza Eguali, Che Soccorre in Tutte le Necessità, Che Difende in tutte le difficoltà, Consola in tutte le Tribolazioni, e Protegge in Tutte le disgrazie della Vita, e in Modo Speciale, nell’Ora della morte. Amen.
Benedetto nei Secoli il Signore!
O Gesù, Tu Che da Sempre Vivi, non Ti Scordar di me!
Raccoglimento Solenne
(In Ginocchio)
– Dio, Sorgente e Principio di Ogni Benedizione, Effonda su di noi la Sua Grazia e ci Doni per Tutto l’Anno Vita e Salute. (Amen).
– Ci Custodisca Integri nella Fede, Costanti nella Speranza, Perseveranti e Pazienti Sino alla Fine nella Carità. (Amen).
– Dio Disponga Opere e Giorni nella Sua Pace, Ascolti Qui e in Ogni Luogo le nostre Preghiere e ci Conduca alla Felicità Eterna. (Amen).
– E la Benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo, Discenda Su di noi e con noi Rimanga Sempre. (Amen).
Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo! Amen
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