Bino Giovanni Hogan, alias Giovanni Hogan, ovvero Hokan Jawdat: sospensione dall’incarico nell’A.N.A.Di.M.I. Onlus e segnalazione alle Autorità competenti (20 dicembre 2014).

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……. perché ha dimostrato di essere un diabolico truffatore e spergiuro internazionale, dedito anche allo spionaggio industriale, alle tecniche di contraffazione fotografica e audiovisiva, all’hackeraggio informatico, non escludendo – quindi, la sua appartenenza a qualche gruppo fondamentalista islamico, con base in Europa (Anversa, Sofia e Italia), oltre altri, trattandosi di un poliglotta per necessità migratorie, pur autodidatta.

Infatti, dopo le inenarrabili menzogne emerse di recente, è ormai certo che anche ultimamente ha fornito – a più riprese, documenti falsi alle Autorità di mezzo mondo, aggirando ogni ostacolo e ingannando tutti, presentandosi con altra identità e sotto mentite spoglie quale figlio di un alto Ufficiale della N.A.T.O., come membro di Organizzazione di Carità e quale esponente di una Struttura Umanitaria di diritto Belga, l’Antartica Projects Foundation – Lange Herental Sestraat 20-26, 2018 Antwerten (Anversa), tel. 03/225 16 68, paradossalmente registrata nel 2008 anche in Italia dallo stesso Hogan, alias Bino Giovanni Hogan, alias Hokan Jawdat, alias chissà chi, per l’appunto.

Possessore di un attuale e non meglio precisato passaporto diplomatico (che ha usato e che probabilmente ancora usa), dichiaratosi ricercatore universitario cattolico cristiano, è in realtà privo di qualsivoglia titolo di studio, professante la Religione musulmana, e ha assunto – tra gli altri,  il nominativo di Giovanni Hogan – nato a Perugia il 01.09.1961, facendosi prima chiamare Bino Giovanni Hogan – nato a Perugia il 1° ottobre 1959, mentre il vero nome – accertato dalla comparazione delle impronte digitali, risulta essere Hokan Jawdat, nato in Siria il 10.09.1961, come emerso dalla lettura degli atti – datati 2010, della Questura e della Prefettura di Udine, in sede di provvedimento di espulsione dal nostro Paese, a seguito di restrizione della libertà personale (Casa Circondariale di Tolmezzo – Udine) e sequestro – finanche, di passaporto argentino, ovviamente contraffatto, come il resto.

Con ogni mezzo – tecnologico e/o comportamentale, tende a screditare gli altri, onde precostituirsi una credibilità temporaneamente utile al raggiungimento dei suoi obiettivi, consistenti nella dissennata acquisizione di denaro d’ogni tipo e provenienza.

Benché genitore di due ragazzi: Sébastian K. – classe 1992, e Giovanni H. – classe 1998, ha ribadito di essere in possesso d’un passaporto del Governo argentino, ottenuto – sembrerebbe, grazie all’interessamento diretto di un suo convivente dell’epoca, un professionista argentino.

Sprovvisto di regolare patente di guida – contrariamente a quanto lasciato credere, viaggia a bordo di una monovolume Lancia Voyager di colore nero, con attuale targa belga 1. GEB . 529, ed è probabilmente ancora sul territorio europeo, forse croato.

Tenendo conto che – pur senza reddito alcuno, dispone di notevoli somme di denaro contante, verosimilmente derivante da inquietanti truffe e traffici di materiali d’ogni genere (non escludendo l’intermediazione commerciale per le armi alle popolazioni musulmane), fruendo – peraltro, di non pochi appoggi da parte di esponenti – anche diplomatici, del mondo arabo, potrebbe essersi rifugiato in qualche struttura recettiva, evitando d’essere annotato – come previsto invece dalla legge.

Si presenta – inoltre, quale amico e rappresentante – tra gli altri, di un cittadino indonesiano – tale Sri Huntung Heru, al quale ha già cagionato un serio danno, consistente nella falsificazione dei timbri di accesso alla Frontiera Italiana, visti apposti da non noti terzi sul passaporto dello stesso Sri Huntung Heru, della di lui coniuge e del loro figlio, probabilmente tutti all’oscuro della reale personalità del loro camaleontico procuratore, vicenda poi scoperta e ufficializzata proprio dalla Polizia di Frontiera belga.

Con un ritenuto suo amico – tale Esposito Roberto, dallo stesso Hokan Jawdat definito “ciccione di …..”, ha più volte affermato d’essere proprietario di un’opera importante, un dipinto attribuito al noto pittore Pablo Picasso, traendo non pochi in errore e spacciandosi – anche mediante un libro tematico, conoscitore della materia ed esperto del mondo finanziario a supporto dell’arte.

Chiunque dovesse notarlo è invitato a segnalare la cosa al più vicino ufficio delle forze dell’ordine, senza correre – però, rischi inutili, non trascurando che trattasi di persona avulsa dai requisiti valoriali e priva – quindi, di scrupoli, disposta a tutto pur di farla franca, così come da ingenti danni generati a molti mediante artifizi e raggiri.

Documenti relativi, pervenuti a questa Struttura, sono stati consegnati prontamente alle competenti Autorità,

 

Data:

20 Dicembre 2014

Autore articolo:

anadimi

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